Lecco. “Piazza Lega Lombarda” torna ad essere “Piazza della Stazione”.

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La giunta ha dato esecuzione al cambio nome del piazzale della stazione

Zamperini (FDI): “Atto inutile e ideologico. Allora, perché non dedicarla alle vittime del Covid?”

LECCO – Piazza Lega Lombarda cambia nome: torna la sua vecchia denominazione di Piazza della Stazione. Lo ha ufficializzato una delibera approvata nei giorni scorsi della giunta comunale del sindaco Mauro Gattinoni.

Un procedimento nato nel ‘lontano’ febbraio del 2015, alla fine del primo mandato dell’allora primo cittadino Virginio Brivio, su proposta dei consiglieri comunali Stefano Chirico del centrodestra e Salvatore Rizzolino del centrosinistra che, ad aprile dello stesso anno, era stata votata favorevolmente dal Consiglio Comunale.

Da quel momento, del cambio nome del piazzale non si è saputo più nulla fino alla delibera di questi giorni che dà mandato ai servizi comunali di anagrafe, polizia locale, ufficio viabilità, urbanistica di procedere e dare esecuzione agli adempimenti necessari per il cambio nome.

Il consigliere comunale Giacomo Zamperini

“E’ un atto puramente ideologico ed in questo momento storico non rappresenta certo una priorità per i cittadini, un intervento che oltretutto causerà disagi ai lecchesi e alle attività, già fortemente provate dalla situazione pandemica, costrette ad adeguare il nuovo indirizzo nei propri documenti – sottolinea il Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale, Giacomo Zamperini – dopo tutti questi anni, non mi convince che si provveda a questo cambio toponomastico proprio ora, in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo. La Giunta Gattinoni dovrebbe avere ben altre priorità, senza ingolfare gli uffici comunali con pratiche del genere.”

“A questo punto – suggerisce il consigliere Zamperini – se proprio si doveva cambiare nome alla piazza, allora perché non darle un significato simbolico ed attuale come accaduto in altre città, intitolandola per esempio alla memoria delle vittime lecchesi del Covid? Oppure agli ‘Angeli lecchesi del soccorso’, tutti gli operatori della sanità ed i volontari che in prima linea hanno combattuto il virus? Fatta così assomiglia più ad uno sgambetto politico, che ricorda molto la ‘damnatio memoriae’ tipica dei regimi dittatoriali.”