Legittima difesa, ok alla Camera. Lega: “Tutela le persone per bene”

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La legge incassa il primo ‘sì’ dal Parlamento

Esultano i parlamentari lecchesi della Lega Nord

ROMA / LECCO – E’ arrivato ieri, mercoledì, alla Camera il primo sì alla legge sulla legittima difesa, un provvedimento fortemente voluto dalla Lega Nord e che ha incassato 373 voti a favore dall’aula di Montecitorio.

Il provvedimento introduce il concetto che la difesa in casa propria è sempre legittima e che la proporzionalità tra offesa e difesa sussiste sempre se l’aggressione avviene in casa o sul luogo di lavoro, consentendo l’utilizzo di armi legalmente detenute se è rischio l’incolumità propria o altrui, in caso di violenza o minaccia di aggressione.

La legge dispone l’aumento delle pene per il reato di violazione di domicilio, (da 1 a 4 anni passa a da 2 a 6 anni) e per i reati di furto (fino a 6 anni) e rapina (fino a 7 anni). Inoltre viene modificata la disciplina sulla sospensione della condizionale che potrà essere concessa solo dopo risarcimento integrale dei danni alla vittima

I commenti

“Una risposta concreta alle assurde vicende nelle quali le vittime delle aggressioni finivano sotto processo per aver difeso sé, i propri cari e il proprio domicilio. Finalmente un gesto di civiltà giuridica fortemente voluto dalla LEGA e da Matteo Salvini” ha commentato l’onorevole lecchese del Carroccio, nonché sindaco di Oggiono, Roberto Paolo Ferrari.

L’on. Roberto Paolo Ferrari

“La Lega tutela delle persone per bene che difendono i propri cari e la propria casa” ha sottolineato il senatore Paolo Arrigoni. Nel giorni scorsi Arrigoni aveva presentato anche il Disegno di Legge di contrasto allo spaccio di droga.

“Il Disegno di Legge della Lega toglie finalmente ai giudici l’arbitrarietà di decidere sulla lieve entità posseduta dallo spacciatore e porta ad un forte aumento delle pene detentive dagli attuali sei mesi e quattro anni fino a un minimo di tre anni e un massimo di sei, oltre a incrementare quelle economiche con la multa che arriva ad un minimo di 5mila euro e a un massimo di 20mila, alla confisca del mezzo e alla revoca della patente” spiega Arrigoni.

“Misure cautelari in carcere fino al giudizio sono necessarie per questi infami che sino ad oggi – come riporta qualsiasi operatore delle Forze dell’Ordine – per colpa della lieve entità, dopo essere stati fermati, sono liberi di tornare a spacciare nei parchi e nei giardinetti frequentati dai bambini”.