Pozzi apre l’ex cava di Chiuso ai consiglieri. Spetta a loro la decisione sui lavori

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Sopralluogo dei consiglieri comunali nell’ex cava di Chiuso

A fine mese la decisione del municipio sull’intervento proposto dalla Pozzi Strade

LECCO – Una commissione ‘fuori sede’, lontani dal palazzo del municipio, per constatare con i propri occhi la situazione e prendere una decisione consapevole: i consiglieri comunali di Lecco sabato mattina hanno fatto visita alla sede della Pozzi Strade all’ex cava di Chiuso, per valutare l’intervento studiato dall’impresa che interesserà una porzione della sua proprietà.

Il progetto prevede la realizzazione di un deposito temporaneo di materiali edili, non pericolosi, che sarà collocato nell’area al di sopra del piazzale d’ingresso, raggiungibile attraverso una rampa che porta direttamente ai piedi dell’ex cava.

La piazzola deposito, che non sarà visibile dalla strada, sarà ampia 1800 metri e suddivisa in tre compartimenti per ospitare un massimo di 1,5 mila mq di materiale inerte, da trasferire di volta in volta in discariche autorizzate.

Vincolante sarà il giudizio del Consiglio Comunale, chiamato ad esprimersi a fine mese sulla richiesta di variante al piano urbanistico avanzata dall’impresa. L’area, nonostante la presenza dell’attività, aveva subito il cambio di destinazione d’uso nell’ultimo PGT che ne indirizzava il futuro verso uno sviluppo residenziale.

Pozzi: “Nessun disagio per i residenti”

Il caso aveva allertato i cittadini di Chiuso che, attraverso il comitato, nei giorni scorsi avevano promosso un incontro pubblico per approfondire la questione con i referenti del Comune e della stessa impresa.

Alberto Pozzi

Già allora il titolare, Alberto Pozzi, aveva rassicurato i cittadini: “Non ci sarà nessuna discarica ma un deposito temporaneo di materiale – ha ribadito ai consiglieri comunali – Il nostro lavoro non è qui ma sulle strade. La sede è per noi solo un parcheggio di mezzi e attrezzature. Ho aperto le porte della mia proprietà ai cittadini, non è da tutti. Ma se un privato ha diritto di fare ciò che è lecito fare in casa propria, allora è giusto che questo diritto venga rispettato”

L’area sopra la sede della Pozzi Strade che sarà interessata dall’intervento

Pozzi ha mostrato l’area che sarà interessata dai lavori: “Siamo 13 metri al di sopra del piazzale, ben lontani dalle case e dall’asilo, non daremmo fastidio alcuno ai residenti,  né per la polvere né per i rumori. Per quanto riguarda la viabilità, siamo a due passi da una provinciale dove viaggiano ogni giorno 30 mila veicoli, alla nostra sede arrivano 4-5 camion al giorno, non credo che questo possa creare problemi”.

L’arch. Massimo dell’Oro e l’assessore Gaia Bolognini

“E’ stato scambiato un piccolo raffreddore per una polmonite – ha aggiunto l’arch. Massimo Dell’Oro che segue il progetto per la Pozzi – questo intervento è funzionale all’impresa ma è utile anche alla riqualificazione dell’ex cava, prevedendo l’alleggerimento e la riconfigurazione del fronte”.

Disposti a negoziare

All’incontro erano presenti i consiglieri di ogni gruppo politico, il sindaco Virginio Brivio e anche gli assessori Gaia Bolognini (Urbanistica), Alessio Dossi (Ambiente) e Corrado Valsecchi (Lavori Pubblici)

L’assessore Valsecchi (a sinistra) e Alberto Pozzi

“Nella mia professione ho seguito da vicino la realizzazione di oltre cento depositi di rifiuti inerti” ha spiegato Valsecchi, ex manager in pensione di EcoNord, chiedendo all’impresa se disponibili a rivedere le quantità e le categorie di materiale da depositare.

Pozzi si è detto disponibile a trattare “se serve a rincuorare gli abitanti del quartiere”

Il comitato ribadisce il suo ‘no’

Mentre il sopralluogo era in corso, fuori dai cancelli hanno atteso la fine della visita i referenti del Comitato di Chiuso che in queste settimane ha raccolto i timori dei residenti e chiesto al Comune di esprimersi negativamente sul progetto.

In una lettera, hanno spiegato le loro motivazioni:

“In relazione alla richiesta di Autorizzazione unica ai sensi dell’art. 208 del dlgs 152/06 per la gestione e il recupero (messa in riserva temporanea!!!) di rifiuti non pericolosi, di variazione del PGT, inoltrata dalla società Pozzi Virginio Strade, all’Amministrazione Provinciale, e alla successiva richiesta all’Amministrazione Comunale di espressione in merito alla trasformazione dell’area ATU1, di via Ai Molini, il Comitato di Chiuso esprime un parere ampiamente negativo, per una serie di ragioni, sul piano tecnico.

Si premette che le prime osservazioni qui a seguire non hanno un carattere valutativo in merito ai contenuti delle relazioni specialistiche piuttosto vogliono esprimere un’opinione relativamente alla “completezza” dei documenti trasmessi in relazione all’iter approvativo in corso.

La documentazione fornita al Comitato di Chiuso risulta del tutto inadeguata per poter esprimere una valutazione consapevole, di quelli che saranno i risultati, gli esiti, gli effetti determinati dagli interventi:

  • gli elaborati pervenuti non chiariscono, in quale misura, in quale modo, si intende riorganizzare l’area e come tali modifiche incidano sul nucleo abitato esistente e sul declivio montano;
  • gli elaborati pervenuti non chiariscono, se sono previsti e quali saranno gli interventi di miglioramento delle componenti edilizie esistenti fatiscenti, muri di contenimento in c.a., tettoie e magazzini, recinzioni (assenza di viste prospettiche, foto inserimenti, skyline del fronte di inserimento, etc);
  • gli elaborati pervenuti non chiariscono se sono previste opere di compensazione o perequazione.

Inoltre non chiariscono il quadro approvativo: non è stata resa disponibile la documentazione relativa alle istanze presentate ai differenti enti e i conseguenti pareri o le relative approvazioni; ad esempio tra gli elaborati forniti non c’è evidenza delle integrazioni richieste da ARPA, a seguito del parere espresso il 06/06/19, riguardo la valutazione di impatto acustico.

Non solo non è neppure presente il documento di previsione di impatto acustico prot. N. 36063 del 12/04/2019, Comune di Lecco relativa alla domanda di Autorizzazione Unica (Pozzi Virginio Strade srl Via ai Molini 5 a Lecco per impianto di gestione rifiuti speciali non pericolosi), datata gennaio 2019 e redatta dal tecnico competente in acustica Ambientale Giovanni Scanzi. Leggendo il file Doc. 2 – ARPA – Parere su Impatto Acustico si evince che l’Ente ha espresso delle richieste che implicherebbero una nuova trasmissione/integrazione della relazione di valutazione previsionale di impatto acustico relativa alla domanda di Autorizzazione Unica per impianto di gestione rifiuti speciali non pericolosi Pozzi Virginio Strade srl Via ai Molini 5 a Lecco. Dov’è?

A titolo esemplificativo e non esaustivo Arpa chiedeva di:
• Rideterminare il rumore residuo con una misurazione fonometrica che non consideri le attività svolte dalla ditta Pozzi Virginio Strade srl;
• Stimare i contributi dati dalle operazioni lavorative svolte dalla ditta Pozzi Virginio Strade srl, come pesatura materiale, carico scarico deli automezzi;
• Valutazione di eventuali componenti tonali;
• Stima qualitativa dell’abbattimento determinato dal muro di recinzione ai ricettori;
• Verifica del limite differenziale di immissione ai ricettori individuati;

Qualora questa trasmissione sia avvenuta che esiti ha portato? Qual ‘è il nuovo parere di Arpa.

In relazione al documento Doc. 6 – Pozzi Strade – Relazione Tecnica Integrativa Traffico il dato rilevato di appare incoerente. In esso in premessa viene determinato un flusso viene indicata in un’ora di rilievo il 18/07/2019 un flusso di 293 (di cui 25 pesanti) automobili, ovvero 5 auto al minuto, ovvero un mezzo ogni 12 secondi. Chi abita i luoghi non ha questo percepito. Forse servirebbe una verifica in contraddittorio? Su via ai Molini si propone di veder passare, come non incidenti, 10 veicoli e mezzi pesanti l’ora (80 al giorno), ovvero un mezzo pesante ogni 6 minuti, a qualsiasi ora del giorno? quando anche il dato fosse sostenuto dalla normativa di riferimento come “plausibile” si invita a valutare sul posto la realtà e se ciò possa avere un senso (innesto sulla statale, oendenza, dimensione carreggiata, assenza di marciapiedi, illuminazione carente ..). Ci chiediamo quale pensiero a livello di pianificazione e pensiero di città e valorizzazione dei vecchi nuclei sostiene questa linea di indirizzo? …

Il condizionare e portare come prescrizione l’obbligo al sottostare al 10 veicoli ora sembra già dare un carico non mitigabile per Chiuso e i suoi residente. La condizione di limitare l’ingresso ai soli mezzi della ditta non prevede lo scenario di una sua crescita e/o espansione.Una porzione di territorio in equilibrio instabile.

Pur nel rispetto delle necessità determinate dall’attività produttiva, si deve evidenziare come l’area oggetto della richiesta risulta -forzatamente?- inserita in contesto territoriale connotato da una serie di componenti aggregati, interagenti tra loro che fanno di Chiuso una porzione urbana in precario equilibrio; uno stato in cui, a dispetto di fattori potenzialmente positivi, agiscono elementi pesantemente negativi: i riferimenti sono i valori storici, ambientali, della montagna, a cui si contrappone l’ulteriore creazione di barriere all’edificato, con il potenziamento degli assi viari o gli interventi di depauperamento, del valore rappresentato dai nostri valori.

L’assenso alla richiesta di “congelamento/variazione al PGT”, così come appare, comporterebbe –conseguentemente- la realizzazione di opere in grado di incidere, ancora una volta, in misura considerevole sul fronte montano, modificando, di fatto uno dei fattori specifici di Chiuso, la permeabilità del costruito con lo scenario a monte ..lì … tra via Gaetana Agnesi, via Ai Molini e i sentieri della montagna, si chiede di intervenire con opere che avvicinano un’attività produttiva rumorosa (e non solo) alle case. Il progetto prevede la trasformazione di un’area stretta tra la montagna e le case, oggi sotto utilizzata e posta in quota, con la necessità di operare un terrazzamento importante su una costa di breccia (sentiero della Bregia creando un’area di espansione produttiva all’interno del VET, circondata dal Parco Adda Nord. Perchè? L’intervento proposto necessita di scavi, sbancamenti e muri di contenimento a ridosso del monte, sopra il vecchio nucleo, con la realizzazione di vasche in cemento armato della larghezza di 1 metro per ospitare alberi di alto fusto? Perché? Come sta quel lato di costa? Il sentiero? L’assetto idrogeologico?

Rispetto a ciò, nella documentazione consegnata, non vi è un accenno riguardo al futuro ridisegno: del fronte strada, dei murie fabbricati esistenti; nulla riferito a possibili modificazioni relative al fronte montano; non risultano descritti in alcun modo (se esistono) gli interventi di mitigazione ambientale, valorizzazione della componente arborea e vegetale, nessuna nota su azioni inerenti il sentiero della Bregia, che passa adiacente e sopra l’area oggetto della richiesta, e si inserisce nella rete dei sentieri storici del territorio (Campo secco, magnodeno, Rota).

Saremmo fortemente interessati a promuovere e sostenere proposte d’intervento sul territorio, che dimostrino la volontà di coniugare le necessità d’impresa con la sicurezza e il benessere dei cittadini, la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e ambientale, per Chiuso e la sua comunità, per Lecco, per un futuro veramente sostenibile…

Ci chiediamo tale intervento in cosa è portatore di possibilità per un’area già in equilibrio instabile? Quale vantaggio a livello locale e territoriale? quale direzione di crescita offre?”

Il Comitato dei Cittadini di Chiuso


 

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