I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15
Perché il referendum sia valido, dovrà votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto
LECCO – Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto al voto saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi che riguardano il mondo del lavoro e il tema della cittadinanza. I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
Si tratta di referendum abrogativi, previsti dall’articolo 75 della Costituzione, ossia consultazioni in cui gli elettori sono chiamati a decidere se cancellare (ossia brogare), in tutto o in parte, una legge già in vigore. Perché il referendum sia valido, dovrà votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto.
Di seguito i cinque quesiti su cui saremo chiamati a votare.
I quattro referendum sul lavoro
1. Contratto a tutele crescenti: sì o no all’abrogazione?
Il primo quesito riguarda una parte importante del Jobs Act, la riforma del lavoro varata nel 2015. Si chiede agli elettori se cancellare la norma che, nelle imprese con più di 15 dipendenti, limita la possibilità di reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo. Chi vota Sì vuole tornare alla possibilità di reintegro anche per chi è stato assunto dopo il 7 marzo 2015; chi vota No vuole mantenere la norma attuale.
2. Licenziamenti nelle piccole imprese: più risarcimenti?
Il secondo quesito riguarda chi lavora in aziende con meno di 16 dipendenti. Oggi, se si viene licenziati senza giusta causa, si può ottenere un risarcimento massimo di sei mensilità. Il referendum chiede se eliminare questo limite, lasciando ai giudici la libertà di stabilire l’indennità senza un tetto prefissato.
3. Contratti a termine: meno precarietà?
Il terzo quesito punta a modificare le regole sui contratti a tempo determinato. In sostanza, si propone di abrogare le norme che oggi permettono di stipulare contratti a termine fino a 12 mesi senza dover giustificare la temporaneità. L’obiettivo dichiarato è rendere più stabile il lavoro, obbligando a motivare l’uso di contratti a scadenza.
4. Sicurezza sul lavoro negli appalti: chi è responsabile?
Il quarto quesito riguarda la responsabilità in caso di infortuni nei cantieri e nei lavori in appalto. Oggi il committente non è responsabile dei danni causati da rischi specifici dell’attività appaltata. Il referendum chiede di eliminare questa esclusione, rendendo il committente sempre responsabile insieme agli appaltatori, per rafforzare la sicurezza dei lavoratori.
Il referendum sulla cittadinanza
5. Cittadinanza italiana: da 10 a 5 anni di residenza?
Il quinto quesito riguarda la cittadinanza per stranieri. Attualmente, uno straniero maggiorenne deve risiedere legalmente in Italia per almeno 10 anni prima di poter chiedere la cittadinanza. Il referendum propone di ridurre questo periodo a 5 anni, senza toccare gli altri requisiti richiesti (lingua italiana, reddito adeguato, incensuratezza).
Con i cinque quesiti referendari si affrontano temi centrali per il mondo del lavoro e per il percorso di integrazione degli stranieri in Italia. Gli elettori saranno chiamati a esprimersi su questioni che incidono su diritti, tutele e regole della convivenza civile. L’appuntamento con le urne si presenta come un passaggio rilevante nel dibattito politico e sociale del Paese.