Sardine-Alborelle: un migliaio in piazza. “Diciamo basta alla politica dell’odio”

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Dai social alla piazza, le Sardine si mobilitano anche a Lecco

Il movimento ha radunato in centro un migliaio di persone

LECCO – “Il popolo delle Sardine” scende in piazza anche a Lecco: giovedì sera un migliaio e più di persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata nel cuore del capoluogo manzoniano. Numeri non paragonabili ad analoghe iniziative che si sono svolte in queste settimane in grandi città italiane ma abbastanza da colmare piazza XX Settembre, in questi giorni nella sua versione natalizia, offrendo un colpo d’occhio evidente.

“Siamo una grande meraviglia” è intervenuto Francesco Braguti, tra giovani organizzatori della manifestazione a Lecco.

Una piazza non solo di giovani ed è l’eterogeneità dei partecipanti ciò che colpisce di più dell’evento lecchese. Persone di tutte le età hanno deciso di esserci, armati solo di sagome di cartone dalle forme ittiche e stanchi, raccontano, di una politica che fomenta odio e divisioni.

Sono le ‘Alborelle’, come il gruppo lecchese si è autoribattezzato. Un’esperienza iniziata con l’apertura di una pagina Facebook con l’adesione di quasi quattromila persone e solo una settimana dopo la decisione di realizzare anche a Lecco una manifestazione. “Siamo tanti questa sera in piazza e dobbiamo dircelo, per troppo tempo siamo rimasti silenti. Di fronte all’imbarbarimento del linguaggio e all’utilizzo pubblico di espressioni violente abbiamo sperato che si trattasse solo di un momento, di poche persone, di pochi avvelenatori di pozzi. Abbiamo pensato che la nostra società, la nostra democrazia avessero gli anticorpi per resistere. Ma il nostro silenzio è durato troppo a lungo” è intervenuta Erika Corti dal palco improvvisato di fronte a Palazzo Delle Paure.

I ragazzi in apertura hanno letto i primi articoli della Costituzione e la musica a più riprese ha fatto da sottofondo alla serata, mentre sardine cartonate ondeggiavano tra le note di “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla.

“Lecco non si Lega” è lo slogan più volte riecheggiato tra la folla: il Carroccio e l’aspra strategia comunicativa adottata dal suo leader Matteo Salvini (seppur mai stato citato direttamente negli interventi) è uno dei motivi principali che anima la protesta delle Sardine.


“Ci siamo accorti – hanno proseguito dal palco – che un linguaggio troppo violento si stava diffondendo, nelle dichiarazioni di politici senza scrupoli, ma anche nelle pagine social, tra le persone abbiamo ascoltato parole raccapriccianti. Qualcuno ha sdoganato un linguaggio feroce, ha risvegliato la ‘bestia’. Questa piazza garbata è qui per dire che Lecco non abbocca, Lecco non si Lega”.

IL VIDEO DALLA PIAZZA

Le Sardine-Alborelle chiedono “qualcosa di semplice e banale, un confronto politico leale. Queste persone vogliono ricostruire il paese a partire da un linguaggio più cortese, civile, senza mezzucci, senza insulti, senza offese”

Si chiede di contrastare fascismi e razzismo e alla manifestazione non è mancata la presenza di giovani stranieri, tra loro Balde che ha preso parola: “E’ una piazza contro l’odio e la violenza. Siamo una piazza che crede nell’importanza dei diritti”

“Tanti si chiederanno cosa resterà alla fine di questa serata, cosa sarà servito questo movimento delle Sardine – hanno concluso gli organizzatori – promettiamoci una cosa, che tutti noi possiamo fare senza essere supereroi. Da domani a scuola, al lavoro, al bar, in stazione, ovunque sentiremo parole violente o discriminanti, interverremo. Pacatamente, gentilmente, ci faremo forza con argomenti e idee per rispondere ai rigurgiti e agli sputi”.