Teleriscaldamento, Legambiente: “I candidati sindaci dicano la loro”

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Legambiente sul progetto del teleriscaldamento per il forno inceneritore

“Tema centrale per il futuro del territorio, i candidati sindaci cosa ne pensano?”

LECCO – “Mentre le elezioni Comunali a Lecco e in altri comuni della Provincia si avvicinano, vogliamo riportare al centro dell’attenzione la questione del futuro energetico del nostro territorio. Sono ormai passati diversi mesi dalla chiusura del bando di gara per la possibile costruzione della rete di teleriscaldamento (TLR).

Al momento non ci sono novità sull’esito della valutazione dell’unico progetto presentato, quello di Varese Risorse SpA (azienda controllata da ACSM-AGAM, che è a sua volta partecipata da A2A, Lario Reti Holding SpA e vari comuni lombardi). Confidiamo che la valutazione da parte della Commissione valutatrice e la decisione del Responsabile Unico del Procedimento (R.U.P.) tengano conto dei criteri escludenti che erano stati indicati a suo tempo sia dall’Atto di indirizzo dei Comuni a SILEA, sia dall’ordine del giorno approvato dall’assemblea dei soci di Silea che vincolano il progetto all’alimentazione a fonti non fossili.
Tali criteri prevedono l’esclusione di progetti basati sull’utilizzo di fonti fossili, tra cui il gas, oggi molto utilizzato in reti urbane di TLR.

L’unica rete TLR che può essere valutata positivamente deve essere basata interamente sull’uso di fonti rinnovabili dal 2032 (o prima) in poi, escludendo sia i rifiuti sia carburanti fossili tradizionali. Come già riportato in dettaglio in passato dal nostro coordinamento provinciale, varrebbe la pena pensare ad una infrastruttura impattante, costosa e duratura solo in presenza di un’alimentazione davvero innovativa, ossia basata esclusivamente su: solare termico, pompe di calore alimentate con elettricità proveniente da fonti rinnovabili, o biomasse strettamente a filiera corta (dunque prodotti localmente) e non provenienti da colture dedicate (dunque di scarto).

Qualsiasi altra scelta, tra cui l’utilizzo di bioenergie importate e/o dedicate, dovrebbe implicare una bocciatura del progetto, in quanto non garante della sostenibilità ambientale. Ricordiamo inoltre che l’obbligo di progettare la rete TLR risale alle condizioni di rilascio dell’AIA imposte da Regione Lombardia oltre un decennio fa. Rispetto ad allora, rimane ormai poca vita utile al forno inceneritore (che auspichiamo venga chiuso quanto prima) quindi si è di molto ridotto il potenziale vantaggio ambientale nel recupero di calore residuo, rispetto a quando si accennò a questa possibilità negli anni Novanta, con decenni di vita davanti e tecnologie meno avanzate.

In caso di bocciatura del progetto, risulterebbe quindi anacronistico insistere sulla sua costruzione, e auspichiamo un dialogo tra SILEA, i Comuni e Regione Lombardia per sollevare Silea da tale obbligo, vista la situazione e i rapidi sviluppi tecnologici e normativi del panorama energetico. In definitiva, in assenza di una rete TLR davvero sostenibile, sarebbe meglio impiegare risorse (pubbliche e private) in efficientamento energetico e soluzioni decentralizzate di produzione di calore. Queste tipologie di interventi risultano ormai sempre più accessibili, ad esempio con i nuovi ecobonus nazionali, meccanismi di detrazione pre-esistenti, e con il modello offerto dalle Energy Service Companies, aziende che, accollandosi il costo di intervento a cambio di parte dei futuri risparmi economici in bolletta, permettono alle utenze di effettuare interventi senza l’impiego di ingenti somme di denaro.

Invitiamo dunque i candidati Sindaci e le formazioni politiche in corsa per la guida del capoluogo (direttamente interessato dal tema) e degli altri Comuni chiamati alle urne ad esprimersi chiaramente su questo tema, che è centrale per il futuro del nostro territorio a medio-lungo termine”.

Coordinamento provinciale dei Circoli di Legambiente