Lecco, sindacati in piazza contro la riforma delle pensioni

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LECCO – “Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani”: questo lo slogan proclamato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil sabato mattino nelle piazze di tutta Italia, Lecco compresa, in protesta contro la legge Fornero sulle pensioni. I manifestanti si sono riuniti in piazza per proclamare la necessità di una riforma importante del sistema pensionistico italiano, portatore di disuguaglianza e rigidità.

 

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Da sinistra: Mario Todeschini (Cisl Monza Brianza), Wolfango Pirelli (Cgil Lecco) e Salvatore Monteduro (Uil Lario)

 

La manifestazione dei sindacati si è svolta fino a mezzogiorno di sabato 2 aprile in piazza Garibaldi: presenti il Segretario generale di Cgil Lecco Wolfango Pirelli, quello di Uil Lario Salvatore Monteduro e il Segretario generali di Cisl Monza Brianza Mario Todeschini. Tanta l’amarezza espressa dai tre: “Ad oggi non abbiamo ricevuto ancora nessuna convocazione ufficiale da parte del Governo – ha detto Pirelli – ci sono solo auspici. In teoria tutti parlano della necessità di mettere mano alla legge sulle pensioni, compreso il ministro Poletti, ma sotto l’aspetto pratico stiamo ancora aspettando. La nostra mobilitazione continua”.

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Salvatore Monteduro (a sinistra) e Mario Todeschini

Tutela delle pensioni, rafforzamento della previdenza complementare e lavoro ai giovani sono tra i temi centrali alla polemica dei sindacati: “Le pensioni future sono oggi calcolate con il metodo contributivo: quello che si versa in contributi matura in pensione. Ma se verso meno contributi è ovvio che maturo meno – ha osservato Pirelli – ed ecco che le pensioni si impoveriscono o non arrivano e penso soprattutto ai giovani, per cui la pensione è oggi come oggi un vero e proprio miraggio”.

I dati Istat, hanno spiegato i manifestanti, riferiscono che in Italia il 60% delle pensioni oggi è sotto i 700 euro: “A Lecco va meglio – ha osservato Todeschini (Cisl Monza Brianza) – qui le pensioni si attestano intorno a una media di 850 euro, grazie all’apparato manifatturiero forte che ha creato e crea ancora lavoro e permette quindi di versare i contributi e di maturare la pensione”.

Il problema non riguarda solo le pensioni future, come sottolineato: “Anche i cittadini lavoratori vicini al pensionamento hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi”.

 

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Ad aumentare l’indignazione dei sindacati è la (finora) mancata volontà del Governo di avere un confronto sul tema: “Anzi, cosa ha fatto? Ha colpito più duramente, pensiamo al rischio che grava sulle pensioni di reversibilità” hanno ricordato.

Intanto il 15 aprile, come spiegato da Monteduro (Uil Lario) dovrebbe uscire il documento di programmazione economica finanziaria: “Speriamo che contenga degli atti di indirizzo e di risorse” ha concluso.

 

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Il presidio di sabato mattino in Piazza Garibaldi