Lombardia autonoma, Maroni a Lecco: “Tutti devono votare”

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Roberto Maroni al suo ingresso nella sala conferenze di Palazzo Falck
Roberto Maroni al suo ingresso nella sala conferenze di Palazzo Falck

 

LECCO – “Non è il referendum di Maroni (anche perché sappiamo come è andata a Renzi) non è il referendum della Lega, è il referendum di tutti i lombardi”.

Il presidente della Lombardia interviene a Lecco per spingere il voto al referendum di ottobre sull’autonomia regionale. “Tutti devono votare” insiste Roberto Maroni ed è il messaggio che ha voluto lanciare ognuno degli esponenti del centrodestra che hanno preso parola durante l’incontro organizzato venerdì sera a Palazzo Falck, in piazza Garibaldi.

Flavio Nogara insieme al consigliere regionale Antonello Formenti

 

Lo ha detto il segretario provinciale del Carroccio, Flavio Nogara, lo hanno detto Davide Bergna di Forza Italia e Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia, lo hanno detto Mauro Piazza e Daniele Nava di Lombardia Popolare.

“E’ una battaglia di giustizia, una battaglia che non è solo di una parte politica ma di un intero popolo” ha sottolineato il sottosegretario Nava. “E’ l’occasione per cambiare il Paese – ha esordito Piazza, consigliere regionale – Il centralismo non ha diminuito le differenze tra le regioni, le ha aumentate. Più autonomia significa più libertà, più competenze e la capacità di dare più risposte a cittadini e imprese. Significa anche più responsabilità, ma la Lombardia ha già dimostrato di essere responsabile nella gestione della sua spesa pubblica”.

Roberto Castelli insieme ad Antonello Formenti

 

“Una partita storica” l’ha definita l’ex ministro Roberto Castelli, “una partita che si gioca sui numeri, perché è ovvio che vinceranno i sì, ma è necessario portare più gente possibile alle urne per andare a Roma con un mandato forte alle spalle”. Se la Lombardia conta circa 10 milioni di abitanti, l’auspicio è quello di raccogliere 5 milioni di voti.

Da sinistra il sottosegretario Daniele Nava e il consigliere regionale Mauro Piazza

 

“Possiamo voltare pagina, iniziare una storia nuova” ha iniziato il suo discorso Maroni, non rinunciando a lanciare una stoccata al PD “ che si era detto contrario al referendum” salvo poi “ravvedersi””. Una “posizione scellerata del PD lombardo” ha detto Maroni “a differenza di quanto accaduto in Veneto dove invece il Partito Democratico ha subito sostenuto il referendum. Ora in Lombardia lo sostengono affinché non sia vista come la vittoria della Lega”.

I democratici avevano provato ad aprire una trattativa con Roma, ha ricordato il governatore, per evitare di spendere i 4 milioni di euro che costerà il referendum, “ma non ci sono riusciti e sapevo che sarebbe finita così. Sono governatore dal 2013 e ho bussato la porta più volte ai governi che si sono succeduti, ‘ci penseremo’ mi hanno sempre risposto”.

La consultazione invece, ha insistito Maroni,ci darà una forza a cui nessun governo potrà opporsi. Ci siederemo al tavolo e riscriveremo il rapporto tra noi e Roma”.

“Avere più autonomia significa avere più competenze, ma anche più risorse per poterle garantire. Dove prenderemo queste risorse? – ha domandato Maroni – saranno soldi dei lombardi, non di altre regioni. Il nostro residuo fiscale, ovvero la differenza tra quanto paghiamo allo Stato e quanto riceviamo, ammonta a 54 miliardi di euro. La Sicilia, stagione a statuto speciale, deve allo Stato solo l’imposta di produzione, tabacchi e lotto, i monopoli. Tolti questi resterebbero nella nostra regione 50 miliardi di euro, avremmo il doppio delle risorse attualmente disponibili in Regione e per i Comuni”.

Il pubblico riunito a Palazzo Falck, presenti sindaci ed esponenti del centrodestra

 

Al referendum di ottobre, ha rivelato Maroni, verrà sperimentato per la prima volta il voto elettronico, acquistando computer che poi resteranno in dotazione alle scuole che faranno da seggio elettorale. Una novità anche questa, come nuova è la fase che sta vivrà il Carroccio con questo referendum: “Abbiamo vissuto una fase rivoluzionaria, quella dell’indipendenza, della Padania – ha commentato Maroni – poi c’è stata la fase riformista del 2001 al Governo, abbiamo spinto per il federalismo e provato a cambiare le cose. Ora avremo una terza fase, quella dove saranno i nostri territori e trattare con Roma ma su iniziativa nostra, non il contrario. La Lombardia sarà protagonista di questa nuova fase”.

 

VIDEO – Finale a sorpresa per Maroni, interviene una ‘sciura’ lecchese 

 

 

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