Esino e i fondi regionali, l’ex sindaco Grosso: “Giusto porre attenzione”

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Esino Lario

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’ex sindaco di Esino, Giovanni Grosso

L’intervento è sul caso dei fondi regionali per l’acquisto dell’ex albergo Montanina, designato a centro congressi

 

LECCO – “Gentile Redazione,

Sento l’urgenza e la necessità di condividere con la comunità di Esino Lario alcune importanti riflessioni in merito all’interrogazione di alcuni consiglieri regionali a proposito del progetto: Centro Congressi e Foresteria per Esino Lario.  Desidero focalizzare, per ora, cinque questioni.

L’importanza del sistema di pesi e contrappesi nella pubblica amministrazione.

Quando negli anni scorsi ho avuto il privilegio di fare il Sindaco di Esino Lario (1990-1999) ho cercato di mettere al primo posto del nostro agire il bene della collettività, nel breve, medio e lungo periodo. Non è sempre stato facile e ammetto che non è stata sempre la cosa più ovvia. In generale le scelte di un Sindaco di un piccolo comune montano sono sempre condizionate dalle scarse risorse. C’era ai miei tempi l’obbligo di pareri preventivi, valutazioni di altri enti sui tuoi progetti e sulle tue idee. Gli ostacoli superavano di gran lunga gli incoraggiamenti. A volte si aveva l’impressione che nulla fosse possibile. Pareva di essere effetto e complice di quella burocrazia tanto odiata dal cittadino. Con l’esperienza sono arrivato invece ad apprezzare il sistema di equilibri, di pesi e di contrappesi, tipico della Pubblica Amministrazione, ma ancor di più la funzione di stimolo, controllo e vigilanza delle forze di minoranza di cui la sola presenza è una garanzia.

Il rischio del modello di un uomo solo al comando

Il fatto che oggi non sia presente nell’amministrazione esinese una minoranza consigliare è una situazione grave ed inquietante per il governo del territorio, ulteriormente aggravata dal fatto che le posizioni di responsabile del settore tecnico, del settore amministrativo, del settore contabile del Comune, che devono esercitare una funzioni di controllo sono in capo alla stessa persona che ricopre anche la carica di sindaco. Pur essendo tutto questo legittimo, stante che nei piccoli comuni la legge consente al sindaco di assumere il ruolo di responsabile di vari servizi, è però inopportuno, inefficace e rischioso.

Accentrare il potere in un’unica persona non va bene. Attore e controllore non possono convivere nella stessa persona, soprattutto quando la posta in palio è occuparsi di importanti progetti, come nel nostro caso, che incidono sul futuro della vita del paese. Nemmeno il settore privato non ha più un sistema di governance con “un uomo solo al comando”. Allora con l’applicazione dei principi di trasparenza, di prudenza e soprattutto di analisi dei rischi non significa “affossare i progetti” per far dispetto a chi li propone, ma bensì svolgere responsabilmente la funzione di pubblico amministratore.

Nessuno vuole affossare i progetti e perché si dovrebbero affossare i progetti? Si deve solo cercare di agire per il bene comune indipendentemente dalla parte politica in cui si ci si riconosce applicando con rigore i principi democratici.

La condivisione dei dubbi e delle preoccupazioni espressi nella interrogazione al Presidente della Regione

Quanto rilevato dal Consigliere Raffaele Straniero e dai suoi colleghi in seno al Consiglio Regionale, tra l’altro con molto garbo e dialettica istituzionale, determina una concreta preoccupazione rispetto ad una soluzione complessa per il progetto di turismo congressuale e foresteria dell’ex albergo La Montanina. Condivido i dubbi espressi nell’interrogazione che ha presentato al Presidente della Regione e gliene sono grato per averli portati su un tavolo regionale. Nello specifico l’Amministrazione Comunale di Esino mediante degli atti pubblici ha dichiarato che intende ricorrere ad una forma di cooperazione pubblico – privato di progetto di finanza, una formula complessa che presenta enormi vantaggi “se tutto fila liscio”, ma parimenti, può determinare dei “grossi problemi” se il lavoro preparatorio è di scarsa qualità e non ha approfondito sufficientemente ogni aspetto o se in seguito intervengono fattori straordinari non previsti (o prevedibili) nella fase preparatoria o se c’è dell’altro non chiaro.

Le preoccupazioni rispetto alla seconda ipotesi sono concrete perché la progettualità prodotta sinora ha almeno tre ambiti in cui si può annidare una criticità: l’idea di business, l’aspetto economico e soprattutto quello finanziario che prevede l’intervento privato. Il progetto che ho esaminato, quello depositato e trasmesso alla Regione, non prende in considerazione molti fattori dovuti anche agli effetti della pandemia per esempio, né gli sconvolgimenti del mercato congressuale e non presenta le stime fatte dagli addetti del settore o agenzie di riferimento (Ufficio Turistico della Provincia di Lecco, Camera di Commercio, Federcongressi, ecc…), non raffronta l’idea di business con progetti analoghi in altre parti d’Italia, in comuni montani s’intende (il Lido di Bellano che peraltro viene usato come caso di successo comparativo, ma che vorremmo capire molto meglio, si sviluppa in un territorio di riviera con una vocazione turistica classificata dall’Istat differente rispetto a Esino Lario).

Inoltre, non è convincente in alcun modo quale potrebbe essere la redditività dell’operazione per il privato su tutto il periodo del project financing. Quale privato si imbarcherebbe su una iniziativa che presenta dei dubbi? Forse un benefattore. Dulcis in fundo manca una analisi dei rischi con annessa due diligence. Le domande da fare sono molte.

Se la cosa dovesse andar male le conseguenze ricadrebbero evitabilmente sulla comunità esinese e ci troverebbe a gestire una ennesima impresa con oneri cui far fronte per anni.
Ecco perché serve capire bene e fare massima chiarezza su ogni dubbio, ma innanzitutto a tutela della stessa pubblica amministrazione. Se l’idea non dovesse stare in piedi, si deve scegliere una soluzione alternativa più fattibile.

I soldi della Regione si sono sempre portati a casa

Credo che “portare a casa” i fondi della Regione sia un obiettivo vitale che occorra perseguire con tutto l’entusiasmo possibile e con ferrea determinazione, guai a smorzarlo, il nostro territorio al pari di altri e per la specificità montana direi “più di altri”, ne ha un estremo bisogno e le amministrazioni precedenti lo hanno fatto molto bene nel passato, ma attenzione a non far venir meno il rigore che si chiede a un buon padre di famiglia (che traslato nella pubblica amministrazione chiamiamo accountability e trasparenza).

Il parere preventivo della CC e la due diligence sono strumenti a tutela della pubblica amministrazione, prima che della stessa comunità.

A tutela del Comune per esempio, vi è la possibilità per il Sindaco di chiedere un parere preventivo (in passato ci si rivolgeva in via a volte informale al CORECO prima che si adottassero delibere impegnative) alla Corte dei Conti; è certamente alla nostra portata e gratuito, e mi accodo al consigliere Straniero nel suggerire al Sindaco di avvantaggiarsene, è una tutela che ci offre la legge, sarebbe inopportuno agire senza considerare la prudenza come una virtù. Avrebbe potuto chiederlo già mesi fa. Una due diligence non è un inutile addendum, anche qui siamo in ritardo, ed è il minimo che si deve fare se si vuole riconosciuta la propria “bravura”. Senza queste analisi coscienziose, approfondite, trasparenti e condivise, c’è il rischio di derubricare il progetto come un’idea campata per aria, con l’aggravante di una colpevole mancanza di serietà istituzionale.

Per concludere, Esino non ha mai dovuto chiedere l’elemosina alla Regione per fiorire e prosperare, semmai abbiamo indicato alla Regione quale strada seguire, abbiamo a nostro vanto il fondatore e primo presidente della Comunità Montana, e prima ancora che arrivasse una legge sulla montagna, abbiamo saputo creare le condizioni di abitabilità occupandoci dei nostri boschi e dei nostri pascoli, dell’ambiente, ricordando che Esino e’ stato uno dei primi paesi della provincia di Como a dotarsi di un depuratore in tempi in cui parlare di ecologia era difficile ,della scuola e dell’asilo. Siamo stati meta turistica di papi e illustri personaggi, quindi ben vengano i fondi regionali, ma pensiamo anche a come procedere se non dovessero concederci ciò che ci spetta”.

Dr. Grosso Giovanni

Sindaco di Esino 1990-1999 


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