Niente forno crematorio a Dervio, il consorzio d’imprese ricorre al Tar

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Il consorzio d’imprese della Valtellina che aveva proposto il progetto al comune contesta la decisione della Regione

La nota del sindaco Stefano Cassinelli

DERVIO – Il 23 aprile la Regione ha decretato di non autorizzare la candidatura del Comune di Dervio a realizzare forni crematori presso il cimitero. A comunicarlo era stato il gruppo di minoranza “Insieme per Dervio”, da subito contrario al progetto.

“Bisogna fare chiarezza sulle motivazioni – commenta il sindaco di Dervio, Stefano Cassinelli -. Come si legge nella nota, la Regione non ha preso in considerazione la raccolta firme della minoranza. La  ragione della mancata autorizzazione è che non c’è piano cimiteriale, un obbligo di legge dal 2009. L’ennesima cosa che la precedente amministrazione (oggi all’opposizione) non aveva fatto”.

Nella comunicazione della Regione Lombardia si legge: “La verifica preventiva ha dato esito negativo giacché, all’atto di presentazione, priva del requisito di localizzazione dell’impianto all’interno del recinto cimiteriale in conformità al Piano regolatore cimiteriale”.

“La nostra amministrazione ha dato il via all’iter per adeguarsi alla legge e considerato che il progetto di tempio è all’interno del perimetro cimiteriale – continua il sindaco – il proponente del project financing, il consorzio d’imprese della Valtellina che aveva presentato il progetto accettato dal comune, ha deciso di ricorrere presso il TAR. Coprirà tutte le spese per il ricorso esonerando il Comune da qualsiasi spesa”.

Secondo Cassinelli: “Nel rispetto delle opinioni di ciascuno e nella convinzione del valore futuro che possa avere questo tipo di impianto per il paese è giusto far presente che invece di fare qualunque cosa per distruggere si sarebbe potuto spendere un po’ di energie anche per costruire e che oltre a non aver rispettato le prescrizioni di legge sul Piano cimiteriale il cimitero versa in condizioni di grave deperimento a cui stiamo cercando di porre rimedio con una intensa attività di manutenzione ordinaria e con un investimento di circa 70mila euro e con la partecipazione a un bando per avere altri 20mila euro da investire. Ricordiamo anche che abbiamo dovuto impegnare molte energie per recuperare arretrati di circa 10 anni con 106 tumulazioni scadute che cubano circa 130mila euro di mancati introiti per il Comune, fondi che avrebbero permesso alla comunità di avere un luogo più dignitoso in cui custodire i propri cari”.