Merate, all’unanimità il nuovo piano di gestione del lago. Robbiani attacca Perego

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Il documento è stato poi approvato all’unanimità, ma la discussione è stata accesa con i consiglieri di Cambia Merate usciti dall’aula dopo l’attacco di Robbiani

Il nuovo piano di gestione del lago ha accolto parzialmente le richieste di maggiore fruizione avanzate dai consiglieri Perego e Tamandi

 

MERATE – “Mio padre, buon’anima, mi diceva di non discutere con un idiota perché ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”. Giovedì 28 aprile, consiglio comunale di Merate. All’ordine del giorno figurava l’approvazione del piano integrato di gestione della riserva del lago di Sartirana.

Dopo aver incrociato le armi anche in consiglio di gestione, etichettando come Calimero il collega di maggioranza Fabio Tamandi, promotore di un’osservazione al documento per chiedere una maggiore fruizione della riserva (vedi articolo), l’assessore all’Ambiente ha attaccato, questa volta, il consigliere di minoranza Roberto Perego, bollando il suo lungo intervento (in cui contestava il piglio autoritario dell’assessore rimarcando che l’esito positivo della discussione non fosse un suo merito) come idiota.

L’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani

Parole forti, che hanno portato il gruppo di minoranza a richiamare l’assessore, chiedendo l’intervento del sindaco Massimo Panzeri per poi abbandonare l’aula con l’uscita immediata dei consiglieri Aldo Castelli e Roberto Perego, seguiti poi da Alessandro Pozzi e da ultima Patrizia Riva.

Un’uscita simbolica, visto che poi i consiglieri comunali di Cambia Merate sono rientrati in aula e hanno votato per il nuovo piano integrato della riserva, approvato poi all’unanimità nel suo complesso salvo le distinte votazioni sulle singole osservazioni (17 in totale) presentate dai cittadini, che ha riacceso quindi i fari sulle risposte troppe volte al di fuori dello specchio della correttezza politica da parte dell’assessore Robbiani (nel mirino sono finiti, in questi anni, Alessandro Pozzi, Patrizia Riva, Fabio Tamandi e da ultimo Roberto Perego). Un’intemperanza che ha finito per far passare in secondo piano il lungo, articolato lavoro di mediazione e di discussione promosso proprio sul piano di gestione della riserva.

Il documento ora verrà trasmesso in Regione per l’approvazione definitiva, così da soppiantare quello attuale che prevede i periodi di chiusura della riserva attualmente in vigore. Il nuovo piano introdurrà (fatto salvo la possibilità di Regione di prevedere ulteriori cambiamenti) invece una modifica dei mesi in cui l’area non sarà accessibile, lasciando sempre aperto la zona a sud, ritenuta di minor pregio naturalistico. Durante la discussione sono state parzialmente accolte inoltre le osservazioni presentate da Fabio Tamandi e Roberto Perego, dando facoltà all’ente gestore (ora è il Comune, ma un domani potrebbe essere il parco di Montevecchia) di modificare i periodi di chiusura per motivate esigenze.

Una “concessione” che non è piaciuta ad Alessandro Pozzi e Patrizia Riva che avrebbero voluto legare questa facoltà a motivazioni squisitamente di carattere ambientali e naturalistici per non lasciare all’arbitrio di un’amministrazione comunale l’arbitrio di cambiare le carte in tavola seguendo più la pancia degli elettori che le esigenze della riserva naturale. “Questa potrebbe essere la falla che fa cadere la diga” le parole di Pozzi, l’altra sera all’ultimo consiglio comunale a Merate.

Nella lunga discussione si è inserito anche il vice sindaco Giuseppe Procopio, tornato particolarmente loquace l’altra sera in aula: “Io la vedo in maniera diametralmente opposta – la sua risposta a chi chiedeva maggiori tutele ambientali – . L’ente gestore deve poter incidere maggiormente per non trovarci in situazioni assurde come quella attuale dove l’accesso alla riserva è chiuso per non disturbare la fauna in riproduzione e a dieci centimetri dal confine passano i tagliaerba. Anzi, secondo me, bisognerebbe ragionare sul fatto se abbia senso restare nella riserva”. Una questione annosa, già emersa nel dibattito dei mesi scorsi, anche come risposta ai cittadini che, con una petizione, avevano chiesto di poter tornare a fruire, 365 giorni all’anno, del lago di Sartirana.

Il sindaco Massimo Panzeri

“Siamo passati come cattivi perché stiamo facendo rispettare quanto previsto dal piano di gestione oggi in vigore. Ora, il nuovo documento, è un buon compromesso tra le due anime emerse su questa vicenda (i più conservatori e i più liberisti sull’accesso) per restare nell’alveo di quanto previsto dalla riserva” il commento del sindaco Panzeri.

Dopo aver respinto le osservazioni del Comitato Civico Ambiente (con un’altra provocazione da parte del vice sindaco Procopio, pronto a chiedere quanti sostenitori avesse il gruppo guidato da Elena Calogero), si è passati ad analizzare l’osservazione di Roberto Perego che ha voluto chiudere il proprio intervento parlando di un risultato complessivamente apprezzabile: “Abbiamo imparato tutti qualcosa, anche se l’approccio avuto dall’assessore è stato in un primo momento poco collaborativo. Se c’è stata una mitigazione di questo percorso e si è arrivati a questo risultato non è merito suo. Come sui sentieri: il merito è aver elaborato la mappa, ma i percorsi c’erano già”.

Parole che hanno infuocato Robbiani, provocandone la reazione fuori dalla righe e l’etichettatura del discorso di Perego come quello di un idiota. Richiamato più volte alla calma, mentre la minoranza abbandonava l’aula seppur alla spicciolata, l’assessore, già sindaco della città dal 2009 al 2014, ha cercato di giustificarsi: “Essere definito arrogante allora va bene. Peccato che la democrazia è anche accettare un percorso condiviso. E reputo che presentare osservazioni a un piano già adottato di comune accordo, non sia indice di grande coerenza”. Con non poca fatica per “spegnere” l’assessore, il sindaco Panzeri ha riportato la discussione nel merito, arrivando così alla conclusione del lungo dibattito.

A chiudere il giro di interventi, il capogruppo di minoranza Aldo Castelli (rientrato insieme ai suoi in aula): “Su questo tema, come gruppo abbiamo manifestato sensibilità diverse, ma la cosa non mi scandalizza per niente anche perché la discussione è stata proficua. In un confronto, i toni possono essere anche duri, ma non si possono accettare insulti. Purtroppo non è la prima volta che succede e per questo chiedo al sindaco di tenere la barra dritta e ribadire che in questa aula non ci si insulta”. Un invito condiviso dal consigliere Fabio Tamandi, l’altra sera nelle vesti di capogruppo di maggioranza visto l’assenza di Paolo Centemero: “Mi scuso con Perego per l’uscita infelice. Si può discutere e confrontarsi con toni pacati”.