Merate, auditorium gremito per la serata sul Mandic. Favini: “Sarà Dea di 1° livello”

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La serata è stata promossa dal Pd per parlare del futuro del Mandic e ha affrontato svariati temi

Tanti argomenti messi sul tavolo della discussione. Galbiati: “Il Mandic deve ripartire dalla sua storia e dal suo legame con il territorio”

 

MERATE – Le rassicurazioni sono arrivate. Tanto che il direttore generale di Asst Lecco Paolo Favini ha parlato della promozione del Mandic a Dea di primo livello come di un traguardo sempre più vicino mentre l’assessore regionale Giulio Gallera ha ribadito che “Lecco e Merate sono due ospedali con dimensioni importanti che lavorano bene insieme”. Due affermazioni importanti, quelle pronunciate ieri sera durante il partecipatissimo convegno “Quale futuro per il Mandic” promosso dal Pd che non sono però servite a far uscire con il sorriso il pubblico dall’Auditorium.

Paolo Favini e Giulio Gallera

Complessa, sfaccettata e lunga, la serata, nata, come ha detto il consigliere Raffaele Straniero “per offrire un contributo di chiarezza al territorio servito da questo presidio”, si è trasformata di fatto in un’occasione per mettere in luce anche le tante contraddizioni e sfide a cui l’intero mondo della sanità è chiamato oggi a rispondere. Non a caso, Gallera, criticato anche da alcuni cittadini quando ha fatto cenno alla sanità privata, ha sottolineato la difficoltà del settore e Filippo Galbiati, medico, nonché sindaco di Casatenovo ha invocato la necessità di una rivoluzione culturale per affrontare con una nuova visione i cambiamenti epocali dettati innanzitutto dalle innovazioni tecnologiche del settore.

Da sinistra Giovanni Pelle, Paolo Favini, Giulio Gallera, Raffaele Straniero e Roberto Zagni

Aperto dal saluto del moderatore Giovanni Pelle, tesoriere del Pd, a cui sono seguiti gli interventi di Massimo Panzeri, sindaco di Merate e Aldo Castelli, capogruppo di Cambia Merate, l’incontro è partito dalla richiesta di Straniero di dare una risposta alla preoccupazione per un ospedale che dà diversi segnali di un lento e progressivo depauperamento. Parole irrobustite dall’intervento dell’ex primario di Ginecologia Roberto Zagni, pronto a sottolineare come le difficoltà del Mandic siano nate a seguito della riforma della sanità avvenuta negli anni Novanta con la divisione degli ospedali tra hub e spoke.

La testimonianza di Roberto Zagni

“Merate era di fatto un hub con reparti come la rianimazione neonatale, quella per le patologie complesse, la pediatria del professor Saputo. Ora è diventato uno spoke, soffrendo questa riorganizzazione. Anche nella lettera dei primari del Mandic ho letto abbandono e desolazione. Mi è sembrata un appello di medici che non hanno un interlocutore sul posto sensibile alle esigenze del Mandic. Che strada vogliamo imboccare? Abbiamo preso una china di abbandono oppure c’è un’altra via per ridare speranza al nostro presidio perseguendo delle eccellenze per essere attrattivi come prima?”

I numeri di Favini

Un bivio che per il direttore generale Favini, di fatto, non si pone. “Ho accettato con qualche ritrosia questo invito perché come tecnico partecipo malvolentieri a incontri politici. Ritengo inoltre che sia un po’ stucchevole parlare ancora del futuro Mandic” ha esordito. Per il numero uno dell’Asst di Lecco “il mondo ospedaliero va aggiornato e non ha senso contrapporre spoke e hub perché questi sono invece delle reti che si incontrano. Dobbiamo uscire dal concetto medievale e mantenere e migliorare in una logica di sviluppo la nostra Asst in collaborazione con Ats e Regione”.

Con l’ausilio di slides, Favini ha snocciolato numeri e cifre per mostrare che l’Asst sta investendo: “Lo dimostrano le strutture presenti, l’eccellenza del Difra, la Uoc sulla continuità medico assistenziale appositamente creata”Anche sul fronte del personale per Favini la situazione è sotto controllo anche se ha ammesso qualche difficoltà a trovare ad esempio degli urgentisti. “Il Mandic non è abbandonato. La direzione strategica è presente almeno un giorno a settimana e stiamo facendo il concorso per la sostituzione del direttore di presidio dopo la partenza di Ermete Gallo”. Il numero uno dell’Asst Lecco è tornato a paragonare la richiesta di avere più presenza dei vertici aziendali anche a Merate al Medioevo sanitario: “Se l’aspettativa è tornare lì, stante Favini, non avrete. Il Mandic sta diventando un Dea di primo livello. Il nostro obiettivo è quello di mantenere i servizi esistenti reclutando sempre professionisti validi e lavorare il più possibile in rete insieme anche all’Asst che ci circondano”.

Le sfide di Galbiati

Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo, nonché presidente dell’ambito del Meratese, ha invece ampliato il discorso affrontando il tema delle liste di attesa, della dimissione protetta delle persone fragili e del sovraffollamento del Pronto Soccorso, questioni con cui la gente convive ogni giorno. Medico di professione, Galbiati ha portato al dibattito un contributo competente e attento: “Il problema delle liste d’attesa denuncia un’offerta sicuramente inferiore rispetto a una domanda che però è ipertrofica. Quanto al Pronto Soccorso, la situazione è a dir poco drammatica anche perché nessuno vuole più fare la medicina d’urgenza e non c’è nulla di alternativo al Pronto Soccorso. Oggi la sanità non può risolvere questi problemi negli ospedali per acuti. Serve una rivoluzione culturale che va portata avanti partendo dal fatto che qui c’è una cultura che da altre parti se la sognano”.

Per Galbiati il futuro del Mandic è un po’ nella sua storia, perché questo è “un territorio già pronto più di altri a cogliere la sfida dei Presst del Casatese e dell’Olgiatese. Questa azione decisa del territorio si deve tradurre in investimenti. Il Meratese può essere una testa di ariete di un modello che fa fatica a sbocciare ma che è indubbiamente interessante”.

Le parole dell’assessore Gallera

L’assessore regionale Giulio Gallera è invece tornato più strettamente sulla questione del Mandic, ricordando l’impegno profuso per il trasferimento dell’Inrca. “Ho avuto occasione di toccare con mano la straordinarietà del presidio. Non c’è la volontà di considerarlo inferiore e gli investimenti portati avanti finora confermano questo interesse. Nella già citata lettera del primari ho letto consapevolezza e interesse”. Il discorso si è poi allargato: “Si sa che la sanità sta vivendo un momento difficile. L’universalismo da noi riconosciuto viene oggi messo a rischio perché le leggi nazionali impediscono di assumere personale. Anche ai privati sono stati tagliati i finanziamenti” ha aggiunto suscitando più di una protesta tra il pubblico. Gallera è andato avanti: “Sono stati stretti i cordoni anche per le scuole di specializzazione. E’ chiaro che se si investe poco nella sanità (il 6,6% del Pil quando negli altri paesi europei è in media 8,5%), il settore va in sofferenza”. Dal globale si è tornati al locale con l’affermazione relativa alla pari dignità tra Lecco e Merate, due “ospedali con dimensioni importanti che lavorano bene”.

Del Boca: “Solo propaganda”

Primo a sinistra Gino del Boca, segretario cittadino del Pd e consigliere di Cambia Merate. Nella foto insieme ad Aldo Castelli e Patrizia Riva

Un intervento dal taglio politico che ha acceso il segretario cittadino del Pd Gino Del Boca, fino a quel momento tranquillamente seduto tra il pubblico: “Sto sentendo molta propaganda in una serata che non voleva essere politica. La Regione sta favorendo il privato nella sanità e questo riguarda tutti gli ospedali, non solo Merate. Qui a mancare è una direzione strategica”. Per il segretario Dem Merate dovrebbe puntare sull’attrattibilità: “Sembra che vada tutto bene, ma non è così. Il livello viene mantenuto alto grazie a chi lavora all’interno dell’ospedale, ma gli utenti percepiscono la difficoltà, il carico di lavoro, le fatiche di questi lavoratori”.

Pubblico partecipe

Il sindacalista Catello Tramparulo

Un riferimento, quello alle condizioni di lavoro, colto subito da Catello Tramparulo, sindacalista della Cgil, che ha ricordato lo sciopero indetto poche settimane fa a livello di Asst. Giuditta Pacchiarini, altro volto noto delle battagliere ospedaliere, ha aggiunto: “Lavoro in ospedale dal 1977, dal Medioevo quindi. Posso dire che in questi anni abbiamo assistito a spostamenti unidirezionali da Merate verso Lecco. Anche la Brest Unit tanto declamata è nata qui. Nulla in contrario alla collaborazione con Lecco, ma deve avvenire secondo il principio dei vasi comunicanti”.

L’intervento di Girelli, consigliere Pd in Regione

A chiudere la serie di interventi, il contributo di Gian Antonio Girelli, consigliere regionale del Pd. Bresciano,ha effettuato una disanima sullo status quo della sanità, rispondendo anche a chi tra il pubblico aveva contestato l’apertura al privato: “Nulla di male se sottende alle direzioni date dal pubblico. Basta che i bisogni degli utenti non vengano spostati negli interessi dei privati. Parliamo spesso di infrastrutture da difendere: la sanità pubblica è la prima da tutelare”.