Airuno, il comitato Sì al Parco si presenta: “Non vogliamo ballare da soli”

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I relatori presenti all'incontro di presentazione del comitato Sì al parco

Partita la raccolta firme per chiedere all’amministrazione Milani di rivedere la scelta presa

I promotori: “Entrare nel Parco del Curone è un’opportunità e non un vincolo”. Nelle aree da conferire è escluso l’abitato di Aizurro

AIRUNO – “Noi non vogliamo ballare da soli. E per questo abbiamo costituito il comitato Sì al Parco per chiedere alla nuova amministrazione di non interrompere il percorso di integrazione del territorio collinare di Airuno nel Parco”. Continua a far discutere la decisione della Giunta guidata dal sindaco neoeletto Alessandro Milani di uscire dal Plis Monte di Brianza interrompendo anche l’iter che prevedeva, in base a quanto previsto dalla legge regionale 28, il passaggio nel Parco di Montevecchia e del Curone. Dopo l’assemblea indetta venerdì scorso dall’amministrazione comunale per spiegare le ragioni del no, ieri sera, lunedì, la sala riunioni del Ctl ha ospitato l’incontro di presentazione del Comitato Sì al Parco.

L’incontro di presentazione

Tra i fondatori i consiglieri della minoranza airunesi, capitanati dall’ex sindaco Adele Gatti, in prima fila fino al maggio scorso nel promuovere il passaggio di integrazione di Airuno nel parco con sede a Cascina Butto. Al suo fianco, i soci del Cai di Calco e quelli dell’associazione Monte di Brianza insieme a diversi cittadini di Airuno che si sono mobilitati per una raccolta firme. Ieri sera durante l’assemblea sono state illustrate le ragioni del Sì al Parco.

Le persone presenti all’assemblea pubblica martedì sera

Al tavolo dei relatori l’ex sindaco Gatti, il capogruppo della minoranza Gianfranco Lavelli, Franco Orsenigo (associazione Monte di Brianza) e Luigi Panzeri (Cai Calco). “Chiudersi a riccio non serve a niente, anzi è controproducente perché vuol dire condannarsi a una doppia fatica– ha puntualizzato Gatti –. Voglio anche ribadire che nel programma elettorale di CambiAmo Airuno non c’era traccia di questa volontà di uscire dai Parchi”.

I confini del Plis non coincidono con le aree di ampliamento del Parco del Curone

Gatti ha poi sgombrato il campo da un altro equivoco, relativa alle aree che verrebbero conferite nel Parco del Curone. “I confini dell’attuale Plis non coincidono con quelli dell’area che verrebbe ricompresa nel Parco del Curone. Dalla proposta di ampliamento è stata esclusa infatti l’area insediata di Aizurro e anche la strada che sale in frazione. La proposta di ampliamento nel Parco del Curone è coerente e naturale rispetto al processo di riordino del sistema delle aree protette avviato con la legge regionale 28 del 2016”.

Le aree che sarebbero state inserite nel Parco del Curone

Anche nel documento firmato da Michele Cereda e Luisella Mauri, referenti del Parco del Curone, a seguito della conferenza programmatica promossa nel giugno 2018 per parlare dell’ampliamento del territorio del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone nel Monte di Brianza, si sottolineava come il piano territoriale di coordinamento provinciale Ptcp, “non evidenzia nulla di significativo per il territorio di Olgiate Molgora e Airuno oggetto della proposta di ampliamento, essendo il territorio sostanzialmente privo di insediamenti. Solo l’abitato di Veglio viene individuato come territorio urbanizzato”.

In giallo le aree comprese nel Plis, in rosso quelle che sarebbero state conferite al Parco del Curone

Quanto al Pgt vigente, le aree oggetto di proposta di ampliamento situate in territorio di Airuno sono tutte ricomprese in zone agricole ordinarie, agricole non edificabili, zone con testimonianza della tradizione (quali Rapello, Veglio e Gavazzolo), fasce di rispetto e margini non occlusi dei centri storici.
“Il passaggio al Parco regionale di Montevecchia non comporta problemi o danni ai cittadini – ha ribadito l’ex sindaco Gatti – Perché nel Curone verrebbe conferito solo la parte collinare e boschiva di Airuno”.

Un Plis già gestito dal Parco del Curone tramite convenzione

Un concetto ribadito per rispondere a chi ha sottolineato i maggiori vincoli imposti dall’appartenenza a un parco regionale rispetto a un Plis, parco locale interesse sovracomunale, di fatto sprovvisto di propri strumenti urbanistici.
Ideato 18 anni fa e venuto alla luce sono nel 2013 con ratifica poi della Provincia nel 2014, il Plis Monte di Brianza comprende i Comuni di Airuno, Garlate, Olgiate, Olginate e Valgreghentino (all’inizio era compreso anche Brivio) e si estende per 1380 ettari, di cui 938,1 nei comuni di Olgiate, Airuno e Valgreghentino che avevano optato nel 2018 per il passaggio (ora interrotto con la delibera del consiglio comunale del 26 settembre 2019) nel Parco del Curone.

“Con il parco abbiamo lavorato bene”

Ente che già dall’inizio del 2017 gestisce, tramite un’apposita convenzione, il territorio del Plis, prima affidato al Comune di Olgiate Molgora in qualità di capofila. “Il passaggio alla gestione del Parco di Montevecchia è stato gratificante anche per noi volontari – ha sottolineato Franco Orsenigo – Abbiamo potuto toccare con mano come sia possibile lavorare meglio con un’organizzazione più strutturata e competente. La prova di questa esperienza l’abbiamo avuta dai campi di lavoro estivo, a cui hanno preso parte diversi giovani”.

Iniziata ieri la raccolta firme Sì al parco

 

Un concetto ribadito anche da Luigi Panzeri che ha sottolineato come il Cai di Calco si occupi da più di 40 anni della pulizia e della manutenzione dei sentieri. “Il Parco del Curone ha già dimostrato di saper lavorare bene. I problemi ci sono sicuramente, ma possono essere affrontati soltanto dall’interno, restarne fuori non porta a nulla”.