Caso Silvia Romano: stoccata di Cambia Merate ai leoni da tastiera, anche nostrani

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Cambia Merate

Il gruppo di minoranza guidato da Aldo Castelli dà il bentornato a Silvia Romano

“Sta mancando il rispetto verso questa giovane ragazza, da parte anche di leoni da tastiera nostrana”. Nel mirino il capogruppo di maggioranza Paolo Centemero

 

MERATE – Un augurio di bentornata a Silvia Romano e una stoccata ai leoni da tastiera, anche nostrani, che riversano attacchi nei confronti della giovane cooperante milanese tornata in Italia domenica. Anche il gruppo di minoranza Cambia Merate, guidato da Aldo Castelli, prende posizione sulla notizia della liberazione di Silvia Romano, giudicata un “motivo di grande gioia per tutti gli italiani” citando per l’occasione le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella. “Non possiamo inoltre non riconoscerci nelle parole di don Enrico Parazzoli, parroco del quartiere milanese del Casoretto, dove vive Silvia: “Spero per lei che mantenga nell’animo il desiderio di fare del bene. Ma sono certo che lo farà. E spero quello che ha detto lei stessa, ovvero che possa passare tanto tempo con la sua famiglia per recuperare la fatica di un anno e mezzo di prigionia, che al di là delle condizioni in cui è avvenuta, è comunque una esperienza traumatica. Per questo bisognerebbe che ci fosse nei confronti di questa ragazza e di quello che ha vissuto un principio di profondo rispetto”. Rispetto che da più parti sta venendo meno”.

Da qui la considerazione rivolta agli infimi e pavidi attacchi di leoni da tastiera, anche nostrani e qualificati, che si stanno riversando su Silvia Romano. Il riferimento, neanche troppo velato, è al capogruppo di maggioranza Paolo Centemero che ha condiviso un post in cui Silvia Romano è stata definita una cogl**** convertita. ”

A loro ricordiamo che il vero coraggio è quello dimostrato da una giovane partita per fare del bene ai meno fortunati del pianeta e che si è trovata vittima della criminalità fondamentalista, circostanza che impone piuttosto un riguardoso silenzio da parte di tutti. Dell’esito favorevole di questa vicenda dobbiamo essere riconoscenti anzitutto ai tanti servitori dello Stato che in silenzio e con dedizione hanno lavorato in questi lunghi mesi per liberare la nostra conterranea”.