Cernusco, in Consiglio ‘l’attacco’ della segretaria comunale al personale. Lo shock della minoranza

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La segretaria comunale Maria Antonietta Manfreda

Cinque minuti sopra le righe per la segretaria comunale Maria Antonietta Manfreda

Un lungo j’accuse in cui è finito di tutto: dalla vincitrice di un concorso “che era incinta e non ce ne siamo accorti” alla scolarizzazione bassa del personale

CERNUSCO – “Ci dissociamo e prendiamo le distanze dalle considerazioni espresse dalla Segretaria Comunale dottoressa Maria Antonietta Manfreda nel Consiglio comunale del 16 marzo riguardo ai dipendenti ed ex dipendenti comunali. Siamo altresì amareggiati e stupefatti dal fatto che sia il Sindaco sia tutta la maggioranza non abbiano pubblicamente difeso i dipendenti e non si siano dissociati dalle gravi e diffamanti affermazioni della segretaria”. Con queste parole i consiglieri del gruppo di minoranza Identità e Futuro Nostro Cernusco hanno voluto stigmatizzare quanto avvenuto durante l’ultimo consiglio comunale convocato in modalità da remoto martedì scorso. La seduta, effettuata in Zoom e trasmessa online sulla pagina Facebook del Comune, è stata poi rimossa dopo qualche ora dalla diretta lasciando solo la registrazione audio del Consiglio comunale sul sito del Comune con biptato la parte relativa al nome di un dipendente comunale.

“Non ci siamo accorti che era incinta”

Una mossa che non è servita però a mettere in sordina quanto accaduto, visto che il gruppo di minoranza guidato da Gennaro Toto non solo aveva registrato la seduta, ma ha anche deciso di pubblicare i 5 minuti incriminati sulla pagina Facebook di Ifnc. Il duro sfogo della segretaria ha inizio appena dopo il sindaco Giovanna De Capitani le ha dato parola per fare il punto della situazione del personale. “Gli ultimi concorsi non sono andati molto bene, sindaco, giusto? Bisogna dirlo” l’esordio già in “medias res” della segretaria, che ha ricapitolato: “Abbiamo fatto un concorso di categoria C per supplire alle dimissioni della signora Cavalli, ma non ci è andato tanto bene. La prima ha rinunciato dopo un’ora. La seconda non ce ne siamo accorte che era incinta – ha detto subito aggiungendo – Non si può discriminare una donna incinta. Del resto se vogliamo prendere delle giovani, i concorsi nei Comuni sono quasi tutti al femminile, a parte quelli per l’Ufficio tecnico. E quindi ci è andata male”.

 

“Ha rinunciato alla professione di avvocato perchè da noi si vive più tranquilli”

Considerazioni a cui si sono aggiunte quella sulla nuova assunta: “È laureata in giurisprudenza, ha fatto l’esame di avvocato, ha fatto l’avvocato per molti anni. Una signora pacata, con un bel carattere, molto intelligente, molto preparata, che ha rinunciato alla sua carriera di avvocato perché era una donna. Insomma, l’avvocato è una professione molto difficile e quindi da noi si vive più tranquilli”.
Un giudizio a cui è seguito quello sul livello di scolarizzazione all’interno del Comune: “A Cernusco partiamo da una scolarizzazione bassa. Abbiamo quattro categorie B3, che sono persone rigide”. Non solo: “In Comune non arrivano persone già formate e formare un’impiegata bravina, che non sa tutto ma cerca di tenersi al passo, ci vuole almeno un anno”.

“Mobilità: se li mandano via, c’è qualcosa che non va”

Stroncati, di fatto, anche i dipendenti che arrivano con la mobilità da un altro Ente: “Quelle a cui i Comuni danno l’autorizzazione per la mobilità sono persone da cui secondo me è meglio stare lontani, perché se li stanno mandando via è perché c’è qualcosa che non va”.
Da considerazioni generali si è entrati in casi specifici (con nome e cognome, poi biptato nella registrazione audio ora disponibile sul sito del Comune) venendo a parlare di una ex dipendente. “Abbiamo avuto delle difficoltà con quella categoria C che ha creato problemi seri all’Ufficio di Stato civile, con atti che non sono stati neanche riconosciuti dalle autorità preposte. Abbiamo dovuto fare un viaggio a Lecco per spiegare al vice prefetto che non eravamo noi che sbagliavamo le cose, ma era la signora Cavalli che continuava a tormentare, a denunciare maltrattamenti, non si sa cosa” ha ribadito  accorgendosi poi di aver detto il nome dell’ex dipendente: “Ho detto il nome, mi dispiace. Non si può censurare questa parte? Vabbè, comunque è di dominio pubblico. E quindi ci siamo ritrovati a doverci difendere. Ha cambiato idea il vice prefetto. Vabbè,  speriamo che ora vada meglio”.

Uno sfogo che ha lasciato basiti i consiglieri di minoranza, pronti a ricordare come il caso con la dipendente comunale si fosse concluso a favore della stessa. La stessa minoranza, a qualche giorno di distanza dal Consiglio, ha voluto prendere le distanze dalle affermazioni.