Lago di Sartirana, Robbiani: “Con noi lo studio è diventato progetto. Imprevedibile una moria del genere”

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L’ex sindaco e ora assessore all’Ambiente difende quanto fatto finora dalla Giunta Panzeri per salvare il lago di Sartirana

“Sappiamo da anni che il lago è anossico. La moria di questi giorni è stata un fenomeno eccezionale. Dobbiamo evitare che possa succedere di nuovo”

 

MERATE – In questi giorni, complice un breve periodo di ferie, ha seguito la vicenda (per usare un termine caro agli amanti della tecnologia) da remoto. Ma non si può certo dire che la questione del lago di Sartirana gli sia lontana. Sia per sensibilità, avendo scelto di ricoprire nell’attuale amministrazione Panzeri il ruolo di assessore all’Ambiente, sia per competenza, essendo il presidente in carica del Consiglio di gestione della riserva naturale, sia per “responsabilità” politica avendo svolto il ruolo di sindaco, primo in quota Lega nella storia della città, dal 2009 al 2014.

Non è un caso se, subito dopo il sindaco Massimo Panzeri, sul banco degli imputati “morali” per la moria di pesci nel lago di Sartirana sia finito proprio lui, l’energico e combattivo Andrea Robbiani. Che, come nel suo stile, non si sottrae alle domande, anzi risponde contrattaccando.

Assessore, cos’è successo al lago di Sartirana?
“Sappiamo da anni che il nostro lago è anossico. E ogni estate registriamo il fenomeno del drastico calo del livello di ossigeno con l’aumento di fosforo e di altri agenti tossici con la consguente riduzione del processo di fotosintesi. Il nostro lago è ipertrofico e malato da decenni. Anche gli ultimi carotaggi del sedimento, effettuati nei mesi scorsi, hanno evidenziato che intorno agli anni Settanta è cambiato qualcosa e il lago, sprovvisto di immissari, non è stato più in grado di rigenerarsi da solo. Analisi che hanno confermato quello che l’idrobiologo Alberto Negri aveva già messo nero su bianco nello suo studio del 2002. Tuttavia ci troviamo di fronte ad un evento dalla portata eccezionale, assolutamente non prevedibile. Negli anni passati avevamo già assistito a eventi simili, magari causati dai cianobatteri, ma mai nulla del genere”.

 

Lo studio a cui si riferisce è stato più volte citato in questi giorni proprio a denunciare il fatto che è rimasto sulla carta dal 2002 in avanti…
“Uno studio, appunto. Noi invece siamo i primi che passano dagli studi al progetto. Nessuno in questi 18 anni ha mai pensato di compiere il passo in avanti, passando da un’analisi scientifica a una vera progettualità legata alla asportazione del sedimento. Noi invece lo abbiamo fatto, incaricando sempre lo stesso studioso di effettuare una vera fotografia del sedimento (mai nessuno prima aveva effettuato dei precisi carotaggi) e dello stato di salute del lago predisponendo, anche un progetto per l’estrazione del sedimento in eccesso che si è accumulato sul fondo del lago. Se non rimuoviamo quei 50 centimetri di melma, il nostro lago non guarirà mai”.

Lei però è stato sindaco dal 2009 al 2014 e l’attuale primo cittadino Massimo Panzeri era il suo assessore ai lavori pubblici… Perché non avete messo mano allo studio già allora?
“Avevamo ereditato dalla amministrazione precedente una marea di cantieri storici incompiuti su cui ci siamo dovuti concentrare. Non solo, ma c’erano anche dei vincoli pesantissimi di bilancio, dettati dal patto di stabilità, estremamente stringenti per quello che riguardava gli investimenti. Insomma, abbiamo dovuto portare avanti altre priorità. Può essere giusto o sbagliato, ma abbiamo effettuato delle scelte e dare giudizi a posteriori su quel quinquennio è davvero ingiusto. Ricordo anche le feroci critiche e polemiche che si erano sollevate quando si era iniziato a parlare della possibilità di estrarre il sedimento dal lago e ridurre drasticamente il canneto. In tanti e anche molti pescatori, che oggi sono giustamente preoccupati per quello che è successo al nostro lago, avevano manifestato delle perplessità ritenendo l’estrazione del sedime e la riduzione del canneto, un intervento impattante per l’ecosistema del lago. Oggi puntano tutti il dito, ma allora nessuno ebbe il coraggio di esprimere una posizione netta e precisa”.

Allo stato attuale invece questa sembra la strada da percorrere.
“Sì, ed è per questo che rivendico il lavoro svolto da questa amministrazione. Lo studio tanto sbandierato non era mai stato tradotto in progetto neanche quando l’attuale consigliere di Cambia Merate Roberto Perego sedeva in maggioranza con il sindaco Giovanni Battista Albani. Su questo argomento ci abbiamo messo la testa e siamo pronti a metterci anche le risorse economiche, passando anche dalla Regione e dalla provincia, poiché questo intervento riveste sicuramente carattere sovracomunale, sia per l’impatto economico sia per la complessità tecnica dell’intervento”.

L’idrobiologo Alberto Negri durante l’ultimo sopralluogo al lago di Sartirana

Le critiche avanzate sono, come sostenuto dal sindaco, ingenerose?
“A mio parere sono addirittura ignobili. Quelle dei Cinque Stelle locali e regionali meriterebbero una risposta ancor più dura, ma mi limito ad osservare che da veri esperti di ambiente, l’unica cosa che sono riusciti a fare con il loro consigliere regionale Marco Fumagalli, che invoca addirittura il coinvolgimento della Procura per la moria di pesci, è impedire l’accesso dei cani alla riserva. Davvero sul pezzo, non c’è che dire. Gridano al disastro ambientale al solo scopo di guadagnare consenso a buon mercato. A questi personaggi, del lago di Sartirana importa meno di zero. Ho trovato davvero pretestuose oltre che al limite della querela le critiche rivolte al Sindaco, che come tutti noi ci sta mettendo tanto impegno e dedizione. Abbiamo già dimenticato il periodo emergenziale dovuto al Covid-19, che ha paralizzato le attività amministrative per tre mesi, rallentando tutte le progettualità?”

E ai consiglieri di Cambia Merate cosa risponde?
“Che se vogliamo salvare davvero il lago di Sartirana dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, senza sfruttare questa moria di pesci a fini propagandistici. Chiedo loro insomma di non buttarla in caciara politica, come loro ci hanno invitato a non fare, poche settimane fa, parlando dei problemi di Retesalute. I consiglieri di Cambia Merate sanno benissimo che il progetto di risanamento del lago è in dirittura di arrivo e verrà depositato nei prossimi giorni in Municipio. Lo abbiamo presentato in anteprima nel Consiglio di gestione della riserva, poche settimane fa ed era presente il consigliere Alessandro Pozzi. Non possono parlare di inerzia e di responsabilità morale di quanto accaduto.

In azione la ruspa sulla chiatta galleggiante

Se questo è il ragionamento allora chi è moralmente responsabile di tutti i problemi della scuola elementare di via Montello, che ogni anno costano alla collettività decine di migliaia di euro in manutenzione straordinaria? Tra gennaio e febbraio abbiamo effettuato la manutenzione del canneto, e periodicamente cerchiamo di abbassare il livello delle acque, soprattutto in previsione delle piogge per permettere un certo ricambio delle acque, almeno quelle superficiali e migliorare per quanto si può l’ossigenazione delle stesse, pur consci che per le zone più profonde, queste attività sono dei palliativi”.

Tra le voci critiche si è alzata anche quella del presidente della Fipsas Lecco Stefano Simonetti…
“A lui chiedo di impegnarsi, come consigliere provinciale, per perorare la causa del lago di Sartirana anche a Villa Locatelli. Dobbiamo mettere tutti testa e risorse per questo progetto che è la nostra priorità. Non lo è diventata ora, a causa della moria, lo è stata fin da inizio mandato come dimostrano i passi in avanti compiuti finora”.

Oltre all’estrazione del sedimento in eccesso, cosa bisogna fare per salvare il lago di Sartirana?
“Bisogna fare in modo di convogliare le acque piovane che passano nei terreni limitrofi nel lago in modo da creare delle immissioni naturali di acqua pulita che permetta maggiore ossigenazione. Ho sentito parlare in questi giorni di sorgenti naturali, presenti in passato ma che attualmente non se ne trova traccia. Con il nuovo piano di gestione, vedremo di dare priorità anche alla ricerca di queste sorgenti per ripristinarle”.

Quali sono le tempistiche?
“La moria di pesci di questi giorni ha evidenziato che il tempo si stringe. Dobbiamo accelerare il più possibile in modo da essere pronti già in autunno. Dobbiamo evitare che si ripeta un simile episodio di nuovo, indipendentemente che possa colpire piccole quantità o un numero più elevato di pesci”.