Merate. Del Boca lascia il Consiglio: “Anni importanti, ma ora vado all’estero”

Tempo di lettura: 3 minuti
Gino Del Boca

Il giovane consigliere, già segretario cittadino del Pd, lascia il posto in Consiglio comunale per motivi professionali

“Un’esperienza bella, anche se complicata, soprattutto in minoranza. La Giunta Panzeri? Manca di strategia e visione politica”

MERATE – “E’ stata una bellissima esperienza, da cui ho imparato molto. Lascio per seguire la mia carriera professionale che da maggio mi porterà a Francoforte in Germania”. A parlare è Gino del Boca dopo aver protocollato ieri, lunedì, le dimissioni da consigliere comunale nelle fila del gruppo di minoranza di Cambia Merate.

Già segretario cittadino del Pd, Del Boca ha ufficializzato ora una decisione nell’aria da diverso tempo. Negli ultimi mesi, complice l’acuirsi degli impegni professionali per la banca dove lavora, il giovane consigliere non era riuscito a presentarsi con assiduità in aula, apportando meno linfa e contributo al dibattito politico in città. Da qui la decisione di lasciare anche se ormai manca poco più di un anno all’appuntamento con le urne per il rinnovo del consiglio comunale meratese fissato per il 2024. “Lo faccio per una questione di responsabilità e per rispetto sia di chi mi ha eletto sia di chi può subentrare al mio posto mettendo nuove energie e competenze”.

I consiglieri di Cambia Merate al primo consiglio comunale nel 2019

La surroga verrà effettuata già nel prossimo consiglio comunale, in programma probabilmente il 26 aprile con l’ingresso di Michele Marucco, secondo dei non eletti nella lista di Cambia Merate alle elezioni del 2019 (il primo, Marco Giumelli siede già in Consiglio dopo le dimissioni di Alessandro Pozzi). “E’ mia intenzione presentarmi in aula per salutare e ringraziare per questi quattro anni. Il bilancio è sicuramente positivo, ma non nascondo che svolgere questo compito, soprattutto tra i banchi della minoranza, sia complicato. Il sistema maggioritario non premia il ruolo dell’opposizione, ma anche la macchina amministrativa comunale è rimasta indietro e appare lenta nel rilasciare informazioni e documentazioni. Fattori che scoraggiano molti a mettersi in gioco per la res publica, soprattutto i più giovani”.

Del Boca non nasconde, in fondo, una certa delusione, che non può rimanere circoscritta ai soli confini di Merate: “Se dieci anni fa mi avessero chiesto se avessi voluto andare all’estero, avrei detto di no. Oggi invece scelgo di andare via dall’Italia e penso, come ho anche detto lo scorso anno durante la discussione sul Dup, che Merate abbia ben poco da offrire ai giovani”. Una considerazione da cui nasce una riflessione: “Mi chiedo quindi cosa abbia fatto questa amministrazione comunale, quale sia la visione di città perseguita aldilà delle asfaltature, delle lavori di ordinaria amministrazione. In campagna elettorale lo slogan della lista che ha vinto le elezioni era Merate 2030: qual è il 2030 che stanno costruendo? Viale Verdi era un progetto della precedente Giunta: riconosco che le rotonde hanno snellito il traffico, ma stiamo parlando di una riqualificazione di una via senza una ciclabile. Non averla pensata, non vuol dire non guardare al futuro, ma non pensare neppure al presente, se non al passato prossimo”.

Tra i nei evidenziati dall’ormai ex consigliere comunale, anche quello di non essere riusciti a incidere su vicende come quella dell’ospedale di Merate e su Retesalute, senza riuscire a fare squadra con le amministrazioni circostanti, mancando quindi di strategicità e visione di insieme per un territorio, quello del Meratese, che dovrebbe ragionare come un’area omogenea. “Penso anche al silenzio sul Pgt, documento strategico per un’amministrazione comunale, relegato alla fine del mandato amministrativo. Su questi temi ci dovrebbe essere discussioni, dibattito, confronto e dovrebbero uscire le vere differenze e l’identità di un’amministrazione. Ma del documento di piano, affidato al vice sindaco Giuseppe Procopio, nulla sappiamo e in Consiglio comunale ci ritroviamo a parlare di un tiglio da abbattere o non abbattere. Nessuno sguardo al futuro e alla città che vogliamo. Difficile così però coinvolgere persone nuove e stimolare un dibattito che faccia davvero del bene alla città”.