Merate, il comitato ambiente sui lavori alla riserva del lago: “Intervento fuori luogo”

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Severe critiche da parte del Comitato civico ambiente ai lavori eseguiti alla riserva naturale del lago di Sartirana

“Per la passerella, ormai ribattezzata ironicamente pista, è stato usato il calcestre, materiale estraneo a questo luogo”

MERATE – “Un intervento fuori luogo”. Non usa mezze parole Elena Calogero, presidente del comitato civico ambiente, in merito ai recenti lavori appena conclusi nella riserva naturale del lago di Sartirana. Manifestando meraviglia per l’intervento commissionato dall’amministrazione comunale, Calogero evidenzia come “la passerella realizzata nella parte nord, che è di maggior pregio naturalistico, sottolinea ancora una volta la totale mancanza di preparazione sugli argomenti ambientali sia da parte dell’ente gestore che dell’ufficio tecnico coinvolto nella gestione del sito”.

 

Da qui l’analisi: “Nelle intenzioni del progetto il manufatto è stato realizzato per sopperire alla presenza di fango “su parti umide e fangose” che si creano dopo le piogge nei sentieri di terra battuta. Peccato che il Comune non si sia ancora accorto, dopo tanti anni, che la Riserva è propriamente identificata come zona umida e che il fango è dunque uno degli elementi più naturali che possano trovarsi all’interno del Sito. Così come il mare è salato e la neve ghiacciata…”.

Critiche che diventano ancora più tecniche parlando del materiale utilizzato: “Per la realizzazione della lunghissima passerella è stato usato il calcestre, che è impermeabile e con limitate capacità drenanti. Per questo motivo è completamente estraneo al luogo dove è stato utilizzato. Solitamente viene impiegato per la realizzazione di pavimentazioni esterne, vialetti pedonali e carrabili, strade bianche e piste ciclabili, misto cementato e campi sportivi, quindi non in una Riserva Naturale. I vari strati di calcestre, posati con diversa granulometria, hanno formato una crosta compatta particolarmente resistente e stabilizzante e non sappiamo che materiale collante sia stato utilizzato come legante: acqua, bitume o addirittura asfalto. L’utilizzo del calcestre nella nostra Zona Speciale di Conservazione compare recentemente. Soltanto un paio di anni fa, infatti, si è cominciato a coprire la terra battuta, naturalmente presente dei sentieri che sono sempre stati perfettamente percorribili così com’erano, con un elemento che di fatto cambia completamente la peculiarità del luogo”.

Per il Comitato civico ambiente ci sono altri aspetti significativi e importanti: “Ad aumentare la gravità del risultato finale dei lavori appena conclusi vi è il danno arrecato alle radici dei numerosi alberi presenti, parti vitali delle piante che, con l’intervento, sono state anch’esse ricoperte e soffocate da uno strato di almeno 5 cm di materiale estraneo e, come detto, impermeabile. In pratica non si deve dimenticare che una delle finalità è l’impiego delle migliori tecniche per il ripristino degli equilibri delle zone umide, tutelando allo stesso tempo le prioritarie caratteristiche naturali e paesaggistiche dell’area. Moltissime specie a rischio di estinzione – anfibi, rettili – hanno bisogno delle zone umide per sopravvivere”.

Considerazione che portano a delle nette conclusioni: “E’ fondamentale ora mettere in atto strategie di prevenzione, mitigazione e adattamento che consentano il recupero di queste aree. Ci impegneremo affinché i sentieri in terra battuta sostituiscano al più presto quella che, molti fruitori dell’area, hanno comicamente battezzato “la pista della riserva” decisamente fuori luogo”.

Un’ultima, ironica, stoccata viene riservata all’iniziativa promossa dalla Pro Loco in occasione di San Valentino con le ghirlande a cuore posizionate in diversi angoli della città: “Divertente l’idea di posizionare cuori per San Valentino nei giardini pubblici; al contrario, anacronistico l’averli messi nella Riserva!”