Merate, Robbiani torna alla carica su studio idrogeologico e fibra: “Più responsabilità dalla minoranza”

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L’assessore Robbiani precisa la posizione dell’amministrazione sulle questioni oggetto di scontro con la minoranza

L’ex sindaco della città invita gli esponenti di Cambia Merate a una maggiore responsabilità nello svolgere il ruolo di consiglieri

 

MERATE – Un uso strumentale dell’interrogazioni, indirizzate a denigrare la maggioranza quando invece servirebbe maggiore responsabilità da parte della minoranza. E’ quanto sostiene l’assessore Andrea Robbiani che dopo il vivace scambio di opinioni con la consigliera Patrizia Riva nell’ultimo consiglio comunale, ha deciso di tornare sull’argomento con una lettera che pubblichiamo integralmente qui sotto.

L’utilizzo della interrogazione da sempre è un valido strumento amministrativo che consente ai consiglieri comunali, di interrogare la giunta su argomenti legati alla amministrazione, o ad argomenti di interesse generale, che soggiacciono alla sorveglianza amministrativa. Tuttavia, trascorso ormai il primo anno di consiliatura, anche alla luce degli eventi che hanno caratterizzato l’ultimo consiglio comunale, appare sempre più evidente l’uso strumentale delle interrogazioni da parte di alcuni consiglieri del gruppo di opposizione, unicamente indirizzate a perseguire la strategia della denigrazione della maggioranza, atteggiamento questo, contrario ai propri doveri di rappresentanza dei cittadini, aggravato dalla totale assenza di volontà tesa a partecipare alla vita amministrativa cittadina, ancorché seduti dai banchi della opposizione.  

Ancora oggi mi domando come mai, un tema così importante come quello legato alla situazione di Retesalute, non abbia indotto il gruppo capitanato da Aldo Castelli a promuovere una interrogazione, mentre  argomenti per i quali sarebbe bastato dedicare dello spazio nelle sedute delle commissioni, vengono resi oggetto di interrogazioni, nel tentativo di far breccia nel cuore dei cittadini-elettori.

Se si vuole comprendere la portata di questo ragionamento, tornerei per qualche istante sulle bizzarre esternazioni a mezzo stampa del gruppo di minoranza “Cambia Merate”, corroborate dalle battutine da avanspettacolo del responsabile del circolo del PD meratese, nonché consigliere comunale Gino Del Boca, unitamente alle altrettanto strumentali dichiarazioni che il consigliere Patrizia Riva non ci ha fatto mancare sulla sua pagina facebook, proprio in relazione alle due interrogazioni che  sono state discusse durante il consiglio comunale del 29 giugno, per le quali sento il dovere, a distanza di alcuni giorni (e quindi a mente ragionevolmente fredda),  di intervenire, da un lato  per confutare affermazioni scorrette e prive di fondamento, dall’altro per tutelare la mia persona, atteso che, come di consueto si vuole fare passare il messaggio dell’assessore lupo cattivo che si scaglia contro la povera consigliere, signora Patrizia Riva, vittima sacrificale e moderna suffragetta, votata al martirio amministrativo.

Con la prima interrogazione, relativa allo studio idrogeologico, secondo Cambia Merate e in particolare secondo la signora Riva, noi saremmo in ritardo sullo studio legato al rischio idraulico. Affermazione falsa e priva di senso: nell’autunno scorso abbiamo avuto riscontro positivo da parte di Lario Reti Holding circa la indizione di una gara per lo studio della incidenza delle acque piovane sulla rete fognaria provinciale. Tale gara è stata indetta a fine gennaio e per effetto della emergenza COVID (che immagino non sia sfuggita ai consiglieri di Cambia Merate e alla sempre attenta e precisa consigliere Riva), è stata prorogata a fine maggio, il che ha portato Lario Reti Holding a chiudere l’iter  per l’ aggiudicazione della gara in queste settimane.

Stante il fatto che tale attività, assolutamente necessaria, si svolgerà in un arco temporale di circa quattro anni (perché come detto prima è relativa alla rete fognaria distribuita su 84 comuni), esclude le aree non urbanizzate (ovvero prive di fognatura), si è deciso nei mesi scorsi di intraprendere uno studio comunale per l’analisi del rischio idraulico, che permette di attuare i principi della invarianza idraulica, così come anche previsto dalla normativa regionale. Tale studio, una volta realizzato, ci permetterà di comprendere le misure da adottare per il contenimento delle acque piovane e diventerà documento integrato nel nuovo Piano di Governo del Territorio della nostra città. Per realizzare questo studio saranno necessari circa cinque mesi e se tutto l’iter si svolgerà senza intoppi, tra gennaio e febbraio del 2021 avremo completato lo studio e potremo iniziare a programmare le prime opere di mitigazione.

 

Curioso, se non bizzarro, il fatto che in consiglio comunale, la signora Riva su queste precisazioni si è dichiarata “parzialmente soddisfatta” (elegante locuzione che sottende la soddisfazione per la risposta ricevuta, pur non potendolo dichiarare urbi et orbi), salvo poi sparare ad alzo zero appena usciti dal formalismo istituzionale.

Per quanto riguarda il tema della presenza della banda larga a Cassina, oggetto questo, della seconda ed ultima interrogazione presentata da Cambia Merate, con la signora Riva sempre in prima linea, improvvisatasi all’uopo esperta di telecomunicazioni, dopo essersi prodigata come esperta geologa,  è apparso chiaro ed evidente, sin dalle premesse, l’intento strumentale della interrogazione, volto a far  passare il messaggio che Cassina sarebbe una frazione caratterizzata dal fenomeno del “digital divide”, ovvero priva di qualsivoglia forma di connettività internet, con l’aggravante di una amministrazione insensibile al tema della banda larga. In mancanza di argomenti amministrativi sufficientemente nobili, ci sta che la banda larga possa diventare terreno di scontro per alimentare i quindici minuti di celebrità.

Rispondendo alla interrogazione, ho chiarito le dinamiche degli operatori di telecomunicazioni, da sempre più propensi a investire nelle zone ad alta redditività e, rispondendo alla precisa domanda se a Cassina in via San Marcellino, la banda larga fosse disponibile, la risposta è stata affermativa, in quanto da poche settimane è disponibile il servizio FWA – Fixed Wireless Access (che è, per essere chiari, tecnologia wireless con prestazioni sino a 30 Mbps, a tutti gli effetti tecnologia integrata nel piano della banda larga). Mi sono permesso di sottolineare che la frazione di Cassina non può essere considerata, come invece vuol farci credere la consigliere Riva, un’area affetta da “Digital Divide”, perché, seppur con una tecnologia che mostra limiti nelle prestazioni, non si può certo paragonare a zone del nostro paese, caratterizzate da totale assenza di qualsivoglia genere di connettività. Ho evidenziato come il piano nazionale della banda larga, per Merate prevede ad oggi, la realizzazione a partire dal 2022, di una infrastruttura di tipo FWA, per la quale la fibra raggiunge la stazione radio base e da lì il segnale si propaga alle abitazioni, attraverso la rete mobile LTE o LTE Advanced. 

Ho cercato di spiegare alla signora Riva che l’adesione alla convenzione Infratel (ovvero il committente nazionale del servizio di banda larga), è utile solo a garantire il fatto che il comune operi come facilitatore rispetto alla burocrazia legata al rilascio dei permessi per accedere alle strade pubbliche per realizzare scavi e via dicendo. Tuttavia, con la tecnologia FWA, non sono necessarie, se non marginalmente, queste attività sul territorio comunale. Sarebbe anche bastato leggere con attenzione le note di Open Fiber (la società che hai in appalto la realizzazione della rete wireless),  per capire la  differenza fra FWA e FTTC (acronimo che identifica la fibra connessa al cabinet presente in prossimità delle abitazioni).

Detto questo mi permetto alcune riflessioni finali:

– la nostra amministrazione  segue e seguirà le vicende legate all’implementazione di infrastrutture di telecomunicazione a banda larga ed ultra-larga per il nostro territorio;

– sarà mia cura interagire direttamente  con Infratel e con Open Fiber, affinché nella seconda fase del piano della banda larga, si possa arrivare anche eventualmente installare la fibra ottica, raggiungendo i nodi intermedi della rete di accesso, da cui poi arrivare presso le unità immobiliari di tutto il territorio comunale, non  ancora raggiunte da tale servizio;

– sarà altresì mia cura sondare altri operatori di telecomunicazione per comprendere se nei loro piani di sviluppo delle infrastrutture cablate in fibra, possano rientrare anche le aree cittadine, attualmente coperte da ADSL;

 

Confido in un deciso cambio di rotta del gruppo di opposizione: attendo comportamenti maggiormente responsabili, altrimenti forse è bene che Aldo Castelli, in qualità di capogruppo, valuti la sostituzione di coloro che antepongono la sterile propaganda ideologica, ad ambiti di serietà e correttezza istituzionale.