No ai cani nella riserva di Sartirana, Calogero: “Ecco le ragioni”

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Il Movimento 5 Stelle Merate contro la decisione di introdurre i cani al guinzaglio a Sartirana

Presentata anche un’interrogazione in Regione: “La riserva naturale va preservata”

MERATE – “Chiediamo alla Giunta di reinserire al più presto il divieto di introdurre cani nella riserva del lago di Sartirana. E chiediamo di applicare con fermezza l’articolo 20, relativo alle sanzioni”. E’ battagliera e decisa Elena Calogero nel ribadire la ferma contrarietà del Movimento 5 Stelle Merate alla modifica al regolamento della riserva del lago di Sartirana approvato all’unanimità settimana scorsa in consiglio comunale a Merate.

Sul punto anche il consigliere regionale Marco Fumagalli si è espresso presentando un’interrogazione al Pirellone per verificare se tali modifiche siano in contrasto con il piano di gestione del SIC lago di Satirana. Calogero spiega: “Siamo davvero preoccupati per la decisione unanime di Giunta e minoranze che, a nostro avviso con leggerezza, hanno votato a favore dell’introduzione dei cani al guinzaglio nella nostra Riserva di Sartirana cambiando così il Regolamento che per anni e fino a pochi giorni imponeva il divieto di introdurre i cani”.

L’ambiente da rispettare

Un divieto, sottolinea l’attivista del Movimento 5 Stelle, che moltissime aree protette tuttora mantengono e che si fonda su diverse, e tutte valide motivazioni. “La ragione primaria di tale limitazione è il rispetto dell’ambiente naturale e del suo sottile e fragile equilibrio. Dal Regolamento della Riserva del lago di Sartirana leggiamo che la sua finalità è “tutelare le caratteristiche naturali e paesaggistiche dell’area”.

Elena Calogero

Parchi e Riserve naturali sono luoghi deputati alla conservazione di un ecosistema dove il disturbo alle specie animali e vietato per legge dello Stato. L’accettazione consapevole del rispetto di questo habitat naturale è un principio che dobbiamo acquisire sempre”.

Cani troppo invasivi e portatori di malattie

Da preservare, in particolare modo, la quiete degli animali selvatici protetti che individuando il cane come un predatore, possono essere disturbati in modo diretto o indiretto. “Ricordiamoci poi che i nostri cani sono vettori di molte patologie parassitarie e infettive pericolose per la fauna selvatica. Gli animali selvatici, a differenza di quelli da compagnia, non possono ricevere le necessarie cure per le patologie che li colpiscono. I cani in particolare, possono trasmettere malattie molto contagiose come il cimurro, la leptospirosi, la rogna solo per citarne alcune”. Da qui la conclusione: “In aree ad elevata naturalità con presenza di animali il cane non dovrebbe essere ammesso neppure al guinzaglio. La priorità di quest’aree protette è riservata esclusivamente a quella fauna che la abita e che con quel mondo ha stabilito un equilibrio naturale”.