Ponte di Paderno, Butti: “Non c’è traccia di un percorso alternativo”

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Discussa ieri a Montecitorio l’interrogazione dell’onorevole comasco sui tempi di riapertura del San Michele

“Non intendo polemizzare, ma il Governo è reticente sulle responsabilità di Rfi che ha chiuso il ponte solo dopo i fatti di Genova”

PADERNO D’ADDA – “Non c’è traccia della pur vaga idea di un percorso alternativo al ponte. Nè ora, nè mai”. Così tuonò l’onorevole Alessio Butti, parlamentare di Fratelli d’Italia, che  ha presentato alla Camera un’interrogazione urgente sui tempi di riapertura del Ponte San Michele a Paderno d’Adda e sulla realizzazione delle infrastrutture di collegamento. Il testo è stato discusso ieri, giovedì, a Montecitorio in Commissione Ambiente. “Non intendo assolutamente polemizzare, nè “fare allarmismi”. – continua Butti – Ma appare evidente la reticenza del governo rispetto alle responsabilità di Rfi che, nonostante gli esiti preoccupanti dell’indagine da essa stessa commissionata ormai quattro anni fa, ha chiuso il ponte esattamente un mese dopo i fatti di Genova. La sicurezza è requisito fondamentale delle infrastrutture, l’imperizia ha già seminato vittime, anche in provincia di Lecco”.

Ponte di Paderno
Operai al lavoro sul ponte di Paderno

Interrogazione in Senato sui tempi di riapertura del ponte San Michele

Nella sua interrogazione Butti ha ricapitolato la situazione sottolineando come già tre anni fa Rfi avesse commissionato una compagna di indagine, ispezione e caratterizzazione dello stato di degrado strutturale del ponte alla Its engineeing company, dalla quale sarebbe emersa fin da subito la necessità di un ripristino di tutti gli elementi deteriorati. Non solo, ma il parlamentare comasco ha ricordato come il 1° agosto 2018 la Regione e Rfi avessero sottoscritto la convenzione per il ripristino della sede stradale del ponte San Michele. “Alla luce di ciò mi chiedo per quale motivo non si sia provveduto alla chiusura al traffico del Ponte San Michele prima del settembre  2018 per metterlo in sicurezza e se sia stata valutata la possibilità di realizzare infrastrutture alternative e di veloce realizzazione per ripristinare il collegamento tra la sponda lecchese – monzese e la sponda bergamasca dell’Adda”.

La risposta del vice ministro

La risposta è arrivata in commissione da parte del vice ministro Edoardo Rixi che ha ricordato come la gara, bandita il 22 novembre scorso, sia stata aggiudicata l’8 gennaio. “Fin da ottobre erano stati però avviati i lavori propedeutici a quelli principali dell’appalto. La progettazione esecutiva deve essere predisposta invece entro la prima decade del mese di aprile 2019. Quanto alla chiusura del ponte, Rfi ha spiegato che l’ultima verifica strutturale ha mostrato un quadro della situazione del ponte tale da ritenere insufficienti le condizioni di sicurezza del mantenimento in esercizio dell’opera. Da qui il relativo provvedimento di chiusura”.

Le alternative? Più lunghe rispetto alla riapertura del ponte

Il vice ministro ha risposto anche in merito alle possibili opere alternative per ricollegare, nel breve periodo, le due sponde dell’Adda. “Le varie ipotesi – ad esempio un ponte di barche – hanno evidenziato che le tempistiche necessarie per gli iter autorizzativi e per la realizzazione non avrebbero comunque anticipato la riapertura al traffico veicolare”. Una risposta che non ha convinto Butti, determinato ad andare fino in fondo alla vicenda. “Ritengo gravissimo che il ponte non sia stato chiuso immediatamente nel 2015,  a seguito della perizia commissionata da Rfi, ma solo dopo i fatti di Genova. Poco c’è nella risposta anche in merito alla necessità di realizzazione di percorsi alternativi di collegamento, malgrado la disponibilità offerta in tal senso dalla Regione Lombardia. Necessità che permarrebbe anche dopo la riapertura del ponte, stante la forte congestione del Lecchese”.

Intanto procedono i lavori di riqualificazione dell’importante infrastruttura. Sempre ieri, giovedì, è arrivato il via libera da parte della Regione Lombardia alla realizzazione, in deroga alle norme del Parco Adda Nord, delle due piste da cantiere fondamentali per permettere oggi l’intervento di riqualificazione e un domani i lavori di manutenzione.