Progetto pilota di sostegno abitativo, Noi Merate interroga

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Franca Maggioni
Franca Maggioni

Il gruppo di  minoranza formato da Dario Perego e Franca Maggioni ha presentato un’interrogazione

I consiglieri paventano il rischio che si stia creando un pericoloso precedente con la costituzione di una specie di fondo di garanzia per una sola famiglia

MERATE – Un progetto pilota che, tutelando un solo nucleo famigliare, potrebbe costituire un pericoloso precedente. E’ su questo punto che accende i riflettori il gruppo di opposizione Noi Merate che nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione sul “Progetto abitativo a sostegno di nucleo famigliare in difficoltà”.

Il documento, firmato dai consiglieri Dario Perego e Franca Maggioni, affronta la questione relativa alla proposta di patto di corresponsabilità inviato dall’assessora ai Servizi sociali Valeria Marinari alle agenzie immobiliari del territorio meratese e alla Caritas Ambrosiana per sostenere “un nucleo famigliare in situazione di difficoltà nel reperimento di una soluzione abitativa”.

Una bozza di accordo, stipulata per aiutare una famiglia in particolari difficoltà economiche, che prevede l’impegno del Comune a garantire, oltre a un anticipo della cauzione per tre mesi e la parcella dell’agenzia qualora il locatario non abbia le risorse per provvedervi, anche il pagamento del canone di locazione, se non riscosso dall’inquilino, per un periodo di due anni.

“A conti fatti se il nucleo famigliare non dovesse reperire le risorse e il canone di locazione fosse pari a 600 euro mensili il Comune potrebbe essere costretto a versare circa 17.000 euro (di cui circa 14.400,00 per due anni di canoni non versati, 1.800 euro per deposito cauzionale e 700 euro per la parcella/provvigione dell’Agenzia) per un parziale sostegno ad una sola famiglia per due anni” puntualizzano i consiglieri, parlando della costituzione, di fatto, di un fondo di garanzia per un’unica famiglia e paventando il rischio della disparità di trattamento tra famiglie in difficoltà.

Da qui una serie di richieste, messe nero su bianco nell’interrogazione, tra cui quella di sapere se “l’amministrazione è a conoscenza o ha condotto un’analisi dei bisogni per individuare il numero dei nuclei famigliari a rischio sfratto per morosità o rilascio di immobile in seguito alla vendita all’asta dell’immobile, nei prossimi 6/8 mesi”. Oltre che di conoscere “le motivazioni per le quali si è deciso di costituire una sorta di “Fondo di garanzia” per il pagamento dei canoni per un solo nucleo famigliare e per soli due anni invece che per una ben definita categoria di cittadini aventi determinati requisiti e per tutta la durata del contratto di locazione, peraltro non preceduto da alcun atto amministrativo sinora pubblicato”.