Retesalute alla prova dei debiti fuori bilancio si interroga sul futuro

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Retesalute

Approvati dall’assemblea dei soci i bilanci corretti con le perdite: ora toccherà ai Comuni procedere con il ripianamento

Intanto si inizia a discutere sul futuro della nuova Retesalute tra servizi in house e alleanze con il terzo settore

MERATE – C’è una questione più operativa, che riguarda tempi e modi di predisposizione della delibera con cui i Consigli comunali dei Comuni soci dovranno riconoscere il debito fuori bilancio per risanare Retesalute. E poi ci sono gli scenari riguardo al futuro dell’azienda speciale i cui soci dovranno decidere se produrre in house i servizi oppure affidarsi ad alleanze con il terzo settore.

Sono i due binari su cui ha viaggiato l’assemblea dei soci chiamata ieri, giovedì 30 settembre, a riunirsi nell’auditorium del Comune di Merate per riapprovare i bilanci rivisti del 2018 e 2019 ed essere aggiornata sul piano di rilancio predisposto dal Collegio dei liquidatori con a capo Ciro d’Aries.

Assenti all’incontro i Comuni di Cassago e Olgiate, le cui amministrazioni non hanno mai nascosto dubbi e perplessità, formali e sostanziali, sul percorso di messa in liquidazione dell’azienda speciale.

Paolo Grimoldi

Cristallizzate le perdite degli anni precedenti

Paolo Grimoldi, a nome del Collegio liquidatorio, ha presentato la situazione finanziaria, di cui si parla da quasi due anni, tenendo conto del lavoro di revisione ai bilanci antecedenti al 2019 svolto prima dall’ormai ex (si è dimessa qualche mese fa) responsabile dell’area economica Laura Mattiello insieme al consulente esterno Paolo Clerici e poi dalla società di revisione Bdo. Un’analisi a cui ha fatto seguito quella del revisore dei conti Stefano Maffi, che ha espresso un giudizio positivo (seppur con rilievo per il 2018) sulle revisione dei bilanci. Granitica la conclusione del collegio dei liquidatori che ha invitato i Comuni soci a ripianare le perdite di 3.933.857 euro registrate negli ultimi anni accantonando a riserva straordinaria l’utile di esercizio del 2020, pari a 82.885 euro, al fine di sostenere il piano di risanamento e la ripresa della continuità aziendale.

L’approvazione dei bilanci rivisti, con la cristallizzazione delle perdite, ha visto l’assemblea votare compatta ad eccezione del Comune di Ello il cui sindaco Virginio Colombo è uscito dall’aula sulla votazione del bilancio 2018 e si è poi astenuto sul 2019 e 2020. Astensione anche per i Comuni di Oggiono, Sirone e Nibionno per l’anno 2018 con voto a favore per il 2019 (pur ribadendo di voler contribuire alle perdite per competenza essendo entrati in azienda in corso d’anno) e per il 2020.

Panzeri: “Perdite che poteva essere circoscritte”

Non sono mancati commenti con il sindaco di Merate Massimo Panzeri che ha voluto ribadire la gravità di aver contratto oltre 3 milioni di debiti. “Veniva presentata ai soci una situazione non veritiera e la faccenda si è trascinata per anni fino a che il problema è diventato enorme. In un primo momento c’è chi ha cercato addirittura di negare il buco di bilancio: oggi c’è un dato certo che il debito esiste. Siamo chiamati a ripianare delle perdite che potevano essere evitate o quantomeno circoscritte” ha concluso il presidente dell’assemblea dei soci facendone un discorso di responsabilità (portato avanti dai liquidatori anche tramite azioni legali).

Le responsabilità della politica

Un discorso su cui si è inserito il collega di Casatenovo Filippo Galbiati che ha voluto porre l’accento sulle responsabilità politiche di quanto successo: “La sofferenza della struttura c’è sempre stata, fa parte della storia di Retesalute e dell’ufficio di piano. Per questo la politica deve dire cosa è successo e dove vuole andare: il tutto non può essere derubricato a un semplice problema di contabilità” ha chiosato chiedendo rispetto per le persone coinvolte nella vicenda e prudenza. “E’ vero, nelle assemblee non arrivavano i conti reali. Tuttavia la politica ha delle responsabilità e lo dico da sindaco al settimo anno di mandato. Per andare avanti dobbiamo riconoscere le responsabilità politiche e investire le risorse che non abbiamo messo in passato”.

Ciro D’Aries

Ed è proprio sul futuro dell’azienda speciale, tratteggiato nel piano di risanamento illustrato dal presidente del collegio dei liquidatori Ciro D’Aries, che si gioca ora la partita, dovendo decidere se far diventare Retesalute un erogatore oppure un rivenditore di servizi. Nel mezzo anche il “capitale umano” di cui la struttura (che in questi anni ha raccolto anche le critiche di chi l’ha ritenuta sproporzionata rispetto alle prestazioni svolte) dovrà avvalersi con il sindaco di Osnago Paolo Brivio pronto a chiedere un potenziamento della compagine amministrativa e dirigenziale e prudenza per tutto il resto.

Nei Consigli comunali a fine ottobre

Un ragionamento, quello su come “rifondare” Retesalute per evitare che gli errori che hanno provocato il buco (e non tutti concordano sul fatto che sia stata solo una questione di tariffe basse quanto di una struttura troppo pesante e senza adeguato controllo) si ripetano, diventato ora d’attualità e che va di pari passo con la road map indicata dal sindaco di Monticello Alessandra Hoffman per portare in consiglio comunale la delibera di riconoscimento del debito fuori bilancio.

Come presidente della Conferenza dei sindaci del Casatese, Hoffman si è detta disponibile, insieme al pari grado della Conferenza dei sindaci del Meratese Daniele Villa, a raccogliere istanze, dubbi, suggerimenti sul piano di rientro di Retesalute al fine di poter tornare presto in assemblea, confezionare la delibera da portare nei singoli consigli comunali e ripianare concretamente le perdite al fine di revocare la messa in liquidazione dell’azienda speciale e far rinascere Retesalute.

L’alleanza con il terzo settore

Come? Qualche voce si è già alzata ieri in assemblea, accogliendo sì i tanti accorgimenti contabili illustrati da D’Aries per attuare il cambio di rotta, ma chiedendo anche una forte alleanza con il privato sociale. Lo hanno suggerito prima il sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati e poi il collega di Osnago Paolo Brivio che vorrebbero mantenere un’azienda speciale a controllo pubblico in cui però il terzo settore, anche profit, possa aver un ruolo.

 

“Il modello meratese non esclude di valorizzare il rapporto con il privato sociale che deve essere un valore aggiunto” ha chiarito Galbiati. Gli ha fatto eco Brivio per cui un “welfare maturo deve vedere la cooperazione tra diversi soggetti e rifuggire dalla tentazione di autosufficienza. Bisogna costruire delle alleanze per cucire un welfare territoriale di co programmazione e coprogettazione” ha concluso facendo riferimento anche alla felice esperienza della collaborazione con un privato per il progetto Util’Estate a Osnago.

I Comuni soci al voto il 3 e 4 ottobre

Dal canto suo D’Aries ha richiamato i soci alla governance e all monitoraggio di quanto svolto per evitare di perdere il controllo su incarichi e prestazioni mentre la sindaca di Cernusco Giovanna De Capitani, ormai prossima alla conclusione del doppio mandato amministrativo, ha chiesto attenzione per le 8 amministrazioni al voto il 3 e 4 ottobre. “Il riconoscimento del debito fuori bilancio potrebbe essere iscritto all’ordine del giorno del consiglio di insediamento dei nuovi sindaci che vanno sicuramente preparati ad affrontare una simile vicenda. Chiedo quindi la disponibilità del collegio liquidatorio e del revisore Maffi ad accompagnare anche i nuovi amministratori in questo percorso” le sue parole.

IN SEGUITO ALCUNE SLIDES DEL PIANO DI RILANCIO