Retesalute, arrivato il parere della Corte dei Conti. Olgiate: “La scelta è politica”

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Retesalute
La sede a Novate di Retesalute

La Corte dei Conti ha risposto ai quesiti avanzati da Olgiate fornendo delle linee guida di interpretazione

Sindaco e segretaria olgiatese: “La delibera che prefigura un ritorno in bonis non è corretta: o si liquida o si ripiana il debito”

OLGIATE – E’ finalmente arrivato il tanto atteso parere richiesto dal Comune di Olgiate alla Corte dei Conti in merito alla legittimità del percorso di liquidazione dell’azienda speciale Retesalute.

Un parere importante visto che il ricorso di Olgiate alla suprema Corte aveva colto in contropiede molti dei Comuni pronti a portare in Consiglio la delibera per la messa in liquidazione (con revoca) dell’azienda speciale, con un ulteriore temporeggiamento sulla questione dovuto al malore del notaio che avrebbe dovuto presenziare all’assemblea dei soci convocata per il 14 aprile, poi rinviata a data da destinarsi.

Il vice sindaco Maurizio Maggioni, il sindaco Giovanni Battista Bernocco e la segretaria Anna Lucia Gaeta

Con delibera numero 63 /2021 del 22 aprile, è stato infatti reso noto il parere espresso dalla camera di consiglio nella seduta tenuta il giorno precedente in cui sono state analizzate le richieste di chiarimento giunte alla Corte dei Conti da Olgiate.

Nel documento, arrivato nei giorni scorsi in Comune e diffuso già ad alcuni sindaci del Meratese e del Casatese, la Corte dei Conti ha sottolineato come la tematica fosse “già stata esaminata da questa Sezione con deliberazione 88/2020/Par, su richiesta di parere proveniente da un altro Comune facente parte della medesima Azienda consortile ed avente a oggetto quesiti analoghi a quelli prospettati dal comune di Olgiate” e come, già in quell’occasione, la sezione avesse “dichiarato l’inammissibilità” dei quesiti richiesti perché gli stessi “determinano, difatti, un vaglio preventivo su un atto concreto che il Comune intende adottare (ripianamento dei debiti in alternativa alla liquidazione dell’azienda) in ragione della specificità e dell’estremo dettaglio della richiesta e implicano necessariamente l’esame e la valutazione di elementi fattuali su cui il Collegio non può pronunciarsi, che rientrano invece nell’esclusiva valutazione dell’ente”.

Un messaggio chiaro che rimette alla discrezionalità dei Comuni soci (e quindi della politica) la scelta se proseguire lungo la strada della messa in liquidazione oppure del ripianamento dei debiti per salvare l’azienda.
Con il parere del 22 aprile, la Corte dei Conti ha, nel dettaglio, dichiarato inammissibili i quesiti a, b e c, volti a chiedere conto dell’applicazione dell’articolo 1 555 legge 147/2013 (liquidazione per 4 su 5 bilanci in passivo) o gli articoli 14, 20 e 21 del decreto legislativo 175/2016 (possibilità di salvataggio alla presenza di un piano di risanamento) e ha altresì dichiarato di non potersi esprimere sul punto e (ripianamento del disavanzo accertato con una rideterminazione dei costi) e f, relativo in particolar modo alla gestione del ripianamento delle perdite con i Comuni dell’Oggionese, entrati in Retesalute solo nel 2019.

“I quesiti a, b e c sono finalizzati pertanto all’interruzione o alla prosecuzione di un processo gestionale già in atto trasformando il riscontro richiesto alla Corte in sede consultiva, in una surrettizia modalità di co-amministrazione con gli enti interessati. Anche i quesiti sub e ed e risultano inammissibili in quanto non diretti all’interpretazione di norme di contabilità pubblica ma finalizzati all’acquisizione di un parere circa la legittimità dei criteri e delle modalità di reperimento delle risorse necessarie per la copertura del disavanzo nel caso in cui l’ente dovesse procedere alla liquidazione dell’azienda”.

La Corte ha risposto sul punto d confermando quanto già espresso in passato, ribadendo che “non è possibile il soccorso finanziario a fondo perduto in favore di organismi strumentali che hanno generato o continuano a generare cospicue perdite di gestione dalla data della costituzione fino all’ultimo bilancio approvato”. Aggiungendo però che “non si può escludere che i Comuni possano deliberare, nell’esercizio dei propri pareri discrezionali, il ripiano del debito della liquidazione. L’esercizio di tale discrezionalità deve, tuttavia, essere supportato da un’adeguata e rigorosa motivazione sulle ragioni di utilità e vantaggio che depongono a favore di questa scelta”.

Pur avendo dichiarato inammissibili 5 domande su 6, il parere della Corte dei Conti indica “precise linee guida, avvertendo i Comuni soci circa l’adozione di provvedimenti contraddittori e potenzialmente causa di danno erariale – sottolinea il sindaco Giovanni Battista Bernocco dopo il confronto con la Giunta e la segretaria Anna Lucia Gaeta -. La Corte dice chiaramente che la questione è politica e non formale, affermando in maniera chiara come siano i Comuni soci a dover scegliere tra le due alternative, ovvero il ripiano ola liquidazione  non essendo possibile scegliere entrambe le strade. Pertanto la delibera che prefigura un ritorno in bonis sul presupposto del ripiano è sul punto non corretta”.

Non solo, ma, sempre secondo l’amministrazione olgiatese,  “l’aspetto più importante messo in luce da questo parere è che la Corte non può interrompere o far proseguire un percorso già avviato con un parere che è quello di risanamento derivante dall’approvazione da parte dell’Assemblea dei soci di un bilancio preventivo 2020-2022 con conseguente rideterminazione dei costi dei servizi e delle quote di partecipazione nonchè rifacimento bilanci 2018-2019”.

Ragioni che spingono Olgiate a ritenere che “approvare la liquidazione dopo aver approvato il risanamento è procedimento viziato da illegittimità e pone in forse la determinazione delle nuove  tariffe approvate nel 2020 e dell’approvato bilancio preventivo da parte dei soci”. L’amministrazione olgiatese si spinge ancora più in là parlando anche dei bilanci 2018 e 2019 rideterminati dopo aver appurato la non veridicità di quelli approvati in passato. “Nell’ottica di un risanamento sono stati rifatti i bilancio 2018 e 2019: non approvarli significa denegare validità a quanto fatto finora con l’avallo del revisore e mette in forse quanto si sta già corrispondendo in termini di tariffe sulla base di quel bilancio preventivo”.

Olgiate insomma non si smuove dalla posizione denunciata nel consiglio comunale dello scorso metà marzo, accusando di incompetenza l’attuale Cda: “Qualora si procedesse comunque per la liquidazione è d’obbligo che i Comuni soci valutino le conseguenze e la necessità che il Comitato di liquidazione sia formato da persone competenti in questioni legali e societarie e non semplicemente conoscitori dei conti”.