Retesalute e il piano di ripianamento: le posizione dei sindaci soci

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L’assemblea dei soci si è tenuta lunedì nell’Auditorium del Comune di Merate

Fa discutere il piano di ripianamento delle perdite di Retesalute

 

MERATE – Hanno presentato il piano di indirizzo (votato a maggioranza), ma hanno anche esternato dei distinguo e delle prese di posizione diverse e articolate. Ha acceso il dibattito tra i sindaci soci la riunione dell’assemblea di Retesalute convocata ieri, lunedì, in Auditorium a Merate. Se il consiglio di amministrazione ha presentato, tramite il presidente Alessandra Colombo e la responsabile del settore finanziario Laura Mattiello il programma di risanamento finanziario, anche i primi cittadini hanno fatto sentire la loro voce. A partire da quelli dei Comuni dell’Oggionese entrati nel 2019, pronti a ribadire un secco ad accollarsi i debiti pregressi (e sconosciuti) al loro ingresso.

Ma anche i soci “storici” hanno espresso dubbi e perplessità chiedendo ai vertici dell’azienda speciale non solo di far luce sul debito accumulato negli ultimi anni ma anche di presentare un piano industriale che corrisponda a un vero rilancio dell’ente. Gli interi bilanci sono stati inviati dal Cda alla Corte dei Conti affinché si possa appurare cosa effettivamente è successo. E lo stesso ha fatto anche il revisore dei Conti Stefano Maffi che ha sottolineato come in passato gli fossero stati presentati dati non corretti frutto di contabilità non attendibili. “Mi sento di darvi un suggerimento, ovvero di nominare un advisor che certifichi e rettifichi i bilanci precedenti”.

Il presidente del Cda Alessandra Colombo con il vice sindaco di Olgiate Maurizio Maggioni

Maurizio Maggioni, vice sindaco di Olgiate, non ha girato troppo intorno all’argomento chiedendosi se questa azienda ha futuro mentre il sindaco di Airuno, eletto un anno fa, Alessandro Milani ha precisato: “Non ci troviamo d’accordo a ripianare le perdite perché nei precedenti bilanci non erano state evidenziate queste perdite. Vogliamo sì essere solidali ma questo non può avvenire a qualsiasi costo, scaricando le nostre responsabilità sui nostri cittadini. Noi non vogliamo affossare l’azienda ma serve un piano industriale di ristrutturazione dell’azienda e del personale”.

Il sindaco di Santa Maria Hoè, nonchè vice presidente dell’Unione Efrem Brambilla

Il collega di Santa Maria Hoè Efrem Brambilla è andato indietro con la memoria all’anno precedente: “Ci eravamo trovati per parlare di un piano di rilancio, oggi ci ritroviamo senza più aria per respirare. Dobbiamo portare avanti un piano di rilancio che ci permetta di non trovarci qui, tra un anno, con gli stessi problemi”. Il sindaco di Imbersago Fabio Vergani ha invece invocato il ricorso a una “due diligence”: “C’è un pregresso da analizzare. Per anni è mancato il controllo di gestione. Un particolare quest’ultimo che non fa bene alla storia di Retesalute. Per questo, per costruire un futuro su palafitte, bisogna affidarsi a qualcuno che effettui questi controlli”.

Da Robbiate si è alzato invece il richiamo a quanto previsto dal codice civile e dal Tuel, il testo unico degli enti locali, con la necessità di riscrivere tutti i bilanci contabili precedenti mentre il sindaco di Casatenovo, Filippo Galbiati, ha voluto accendere delle luci tra tante ombre sottolineando come la storia di Retesalute non sia quella di un fallimento del territorio, bensì di servizi di qualità e solidarietà tra Comuni. “Siamo di fronte a un’azienda che ha lavorato bene ma a cui è sfuggita la sorveglianza economica. Retesalute chiede ora una mano all’ambito e abbiamo convenuto sul fatto che l’ambito non possa più essere visto come una cassa, ma possa erogare contributi mirati a interventi di gestione”.

Il sindaco di Calco Stefano Motta

Chiamato al tavolo dei relatori della presidente del Cda, Stefano Motta, sindaco di Calco, ha voluto volgere lo sguardo, a sua volta, al futuro: “Le indagini per scoprire cosa è avvenuto, legittime da punto di vista politico ed etico, non servono però oggi per ripartire. Retesalute è stata una bella idea, gestita però in questi anni non all’altezza. E visto che io c’ero alla nascita (era sindaco a Brivio, ndr), mi piacerebbe capire dove ho sbagliato. Ma questo non ci salva dal rischio, dietro l’angolo, della liquidazione coatta amministrativa. Dotarsi di un consulente sarebbe servito allora: adesso ha senso solo a un livello politico di responsabilità”.

Per quanto riguarda invece il piano di indirizzo presentato in assemblea, è strutturato su diversi punti. Eccoli:

  • Valutazione dell’attuale situazione contabile e individuazione degli Enti e dei soggetti che dovrebbero concorrere a ripianare il debito.
  • Approntamento della Delibera per l’annullamento del Bilancio 2018.
  • Redazione del Bilancio consuntivo 2019 con definizione della situazione debitoria.
  • Redazione del Bilancio di previsione 2020.
  • Redazione del Piano industriale con budget 2020-2022, con indicazione del contenimento delle spese e dell’aumento dei ricavi da perseguire. Valutazione dell’offerta di mercato esistente.
  • Verifica puntuale dei servizi attualmente in essere, con individuazione di quelli fondamentali da mantenere in un’ottica di equilibrio di bilancio.
  • Analisi della situazione organizzativa, revisione della dotazione organica, individuazione degli accorgimenti necessari a perseguire una maggiore efficienza, efficacia ed economicità dell’azienda speciale.
  • Valutazione dell’offerta complessiva dell’Azienda in un’ottica di sviluppo della proposta anche attraverso la co-progettazione