Retesalute, i sindaci uniti: “Accantoniamo le risorse e lasciamo parlare i tecnici”

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Nota congiunta dei sindaci dopo l’incontro di giovedì sera: entro fine luglio la decisione sul ripianamento o sulla liquidazione

Stilati anche i punti salienti su cui dovrà basarsi il percorso futuro di Retesalute

 

MERATE – Accantonare prudenzialmente le risorse corrispondenti al debito accumulato negli anni da Retesalute (così come suggerito dal parere della Corte dei Conti a cui si era rivolto il Comune di Casatenovo) e verificare in sede tecnica, attraverso il confronto tra i Segretari Comunali, le proposte avanzate per risolvere la crisi aziendale. Sono queste le linee guida condivise dai sindaci del Meratese e del Casatese per affrontare la spinosa questione di Retesalute, l’azienda speciale alle prese con un imponente buco di bilancio. Filippo Galbiati, presidente dell’Ambito, Massimo Panzeri, presidente dell’assemblea dei soci di Retesalute, Daniele Villa, presidente della conferenza dei sindaci del Meratese e Davide Maggioni, presidente della conferenza dei sindaci del Casatese, hanno sottoscritto una nota in cui vengono anche elencate le priorità da seguire in questo percorso.

Si parte dall’analisi di proposte di soluzione (dal ripianamento alla liquidazione) “che prevedono percorsi differenti, ma che possono in ogni caso rispondere agli obiettivi di interesse pubblico condivisi. Un passaggio particolarmente importante da chiarire nell’ipotesi di risanamento è la legittimità per i Comuni, rispetto ai requisiti previsti dalla normativa di riferimento nel Testo Unico degli Enti Locali, di accertare debiti fuori bilancio corrispondenti alle perdite aziendali”.

La dead line stabilita parla della fine del mese di luglio, data entro la quale dovrà essere convocata l’assemblea dei soci per discutere e definire la prospettiva futura. “Uno scenario che in ogni caso vedrà lavorare i Comuni del meratese e casatese insieme, sulla scorta dei punti condivisi, mantenendo il controllo pubblico della gestione e puntando a una profonda innovazione dei servizi di welfare territoriale. Nel frattempo, i servizi continuano ad essere garantiti sul territorio dalla continuità aziendale di Retesalute, come dimostrato anche dall’importante impegno sui centri estivi”.

I sindaci hanno voluto esprimere anche un ringraziamento al consiglio di amministrazione, guidato da Alessandra Colombo per il lavoro fin qui svolto, ricordando come sia stato anticipato, qualche giorno fa,  lo schema di  bilancio consuntivo 2019.

Per i sindaci ci sono alcuni punti condivisi da cui partire. “E’ indispensabile per il nostro territorio proseguire nella gestione associata dei servizi sociali, che garantisce un’ampiezza e qualità di prestazioni che non potrebbe essere ottenuta da alcun Comune singolarmente”. Non solo, ma “la nostra scelta è di continuare a garantire il pieno controllo pubblico nella gestione dei servizi sociali”, innovando le modalità di programmazione ed erogazione dei servizi per rispondere alle nuove sfide cui è chiamato a rispondere il welfare territoriale”. Si parla quindi di  una maggior collaborazione con il mondo dell’associazionismo, della cooperazione e del privato no profit per aprire a importanti possibilità per lo sviluppo di progetti, per la ricerca di finanziamenti, per la creazione di risposte innovative ai nuovi bisogni.

Un’attenzione particolare è stata posta anche ai dipendenti che proprio ieri, giovedì, attraverso i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione. “La loro posizione deve essere tutelata e le professionalità presenti non devono essere perse”.

Doveroso anche il riguardo nei confronti dei creditori, “ai quali deve essere garantito il giusto riconoscimento di quanto spetta per i servizi erogati”.

Infine, una menzione altrettanto dovuta nei confronti dei 4 Comuni dell’Oggionese (Oggiono, Nibionno, Ello e Sirone) entrati nell’azienda speciale solo nel 2019, teoricamente chiamati, in base allo Statuto, a ripianare le perdite maturate anche prima del loro ingresso in azienda. “Deve essere trovata la modalità perché non vengano loro accollati debiti maturati in anni precedenti al loro ingresso”.