Retesalute, l’appello di Krassowski ai Comuni soci: “Non votiamo la liquidazione”

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Salvatore Krassowski
Il consigliere Salvatore Krassowski

La presa di posizione del consigliere cernuschese in vista del passaggio in consiglio comunale dell’atto di indirizzo

L’assemblea dei soci si terrà il 14 aprile alla presenza anche del notaio per la messa in liquidazione di Retesalute

CERNUSCO – Un appello a tutti i Comuni soci per non votare la messa in liquidazione di Retesalute, l’azienda speciale attiva nel settore del sociale per ben 27 Comuni del Meratese, del Casatese e dell’Oggionese. Lo rivolge Salvatore Krassowski in vista del passaggio in tutti i consigli comunali dell’atto di indirizzo relativo alla messa in liquidazione dell’azienda speciale con sede a Novate. Al momento, la delibera è stata portata in discussione solo in Consiglio comunale a Olgiate, dove si è deciso (astenuta la minoranza) di dare mandato al sindaco Giovanni Battista Bernocco di votare contro alla messa in liquidazione durante l’assemblea dei soci convocata per il 14 aprile.

Anche da Cernusco e, in particolar modo, dal consigliere Krassowski, capogruppo di Cernusco Bene Comune (una delle due liste di opposizione), ora è arrivato l’invito a non deliberare la liquidazione dell’azienda speciale.

Senza troppi giri di parole, Krassowski bolla come un “pasticcio giuridico la proposta di scioglimento e messa in liquidazione di Retesalute continuando l’attività (??). Tale proposta  riflette un compromesso, forse è meglio definirlo uno stallo, causato da un conflitto politico che si trascina da diverso tempo tra il centro sinistra (Pd) e il centro destra (Lega e Forza Italia). La posta in gioco è chi deve governare i servizi sociali nel nostro territorio con tutto quello che ne consegue in termini di benefici nel “sottobosco” della politica”.

Krassowski continua: “A quanto si apprende sembra che lo spettro della liquidazione coatta amministrativa (in altri termini una sorta di dichiarazione di fallimento) sia superato e i Comuni abbiano espresso a parole la volontà di ripianare il patrimonio netto negativo (debito) di circa tre milioni e settecento mila euro (coerenza vorrebbe che fossero subito approvati i bilanci 2018 e 2019), e di continuare ad erogare i servizi, perché altrimenti da soli non potrebbero riuscirci. Si apprende anche dai documenti contabili che Retesalute dal 2020 non produce perdite avendo riequilibrato la situazione economica”.

Non solo. “Appare quindi  incomprensibile la stessa proposta dei Sindaci di procedere con una delibera di scioglimento e messa in liquidazione volontaria. Se chiude Retesalute anche i servizi sociali corrono il serio pericolo di essere privatizzati, ottimo risultato dopo la privatizzazione di fatto della sanità nella nostra regione”.

La conclusione è quindi l’appello “a tutti i miei colleghi Consiglieri Comunali affinché votino contro la messa in liquidazione di Retesalute e che siano versate subito gli importi necessari per risanare la situazione patrimoniale e finanziaria. Solo cosi si può salvare Retesalute”