Nuovi ponti sull’Adda, i sindaci del Meratese: “Teniamo in vita il San Michele”

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Ponte di Paderno
Il ponte di Paderno

Lettera dei sindaci del Meratese a Regione, Rfi e alle Province di Bergamo, Lecco e Monza Brianza

Nuovi ponti sull’Adda: si discute della collocazione del nuovo attraversamento viario, ferroviario e del destino del San Michele

PADERNO – Tenere in vita il ponte San Michele per il traffico locale, ragionando ad ampio raggio sulla collocazione dei nuovi ponti sull’Adda. E’ questa la sintesi delle richieste avanzate dai sindaci del Meratese in un documento di “osservazioni e considerazione in merito alla realizzazione dei nuovi attraversamenti sul fiume Adda tra la Provincia di Bergamo e la Provincia di Lecco” inviato al presidente della Regione Attilio Fontana, all’assessore alla mobilità Claudia Terzi, all’amministratore delegato di Rfi Vera Fiorani, al direttore direzione territoriale produzione Milano di Rfi Luca Cavicchioli e ai presidenti delle province di Lecco Claudio Uselli, Bergamo Gianfranco Gafforelli e Monza Brianza Luca Santambrogio.

Ponte di Paderno

Un documento importante che si inserisce in un discorso, quello della necessità di trovare delle alternative al ponte San Michele, iniziato all’indomani dell’improvvisa chiusura, nel settembre 2018, del ponte di Paderno per impellenti e improcrastinabili lavori di riqualificazione che avevano lasciato le due sponde dell’Adda divise per diversi mesi. Tornato percorribile, sia su ferro che su gomma, il ponte è sottoposto a vincoli di percorrenza (senso unico alternato, divieto di transito per i mezzi pesanti e impossibilità di passaggio in contemporanea per treni e auto) per motivi di sicurezza legati alle sollecitazioni e alle vibrazioni prodotte dal continuo scorrimento di mezzi pesanti su gomma e su rotaia.

In uno degli ultimi incontri tra Rfi ed enti locali, il tempo residuo di vita del San Michele (se sottoposto alle attuali sollecitazioni) è stato stimato in circa 10 anni: un ultimatum che ha riaperto con prepotenza il dibattito sull’alternativa al San Michele, gioiello architettonico incastonato in uno degli angoli più belli e suggestivi della Valle dell’Adda.

A rendere ancora più complicata la situazione la condizione sine qua non posta da Rfi, da subito disposta ad accollarsi le spese di un nuovo ponte (ferroviario) a patto che non sia a doppio piano come quello inaugurato a fine Ottocento. Doveroso quindi declinare il discorso al plurale, parlando quindi di dove collocare il ponte ferroviario, dove quello viario e del destino del San Michele. Se sul ponte destinato al traffico su ferro, l’accordo tra i Comuni e le Province dirimpettaie sull’Adda sembra cosa fatta (con il riconoscimento della necessità di mantenere attive le stazioni di Paderno e Calusco), sul ponte viario il dibattito si è già acceso con posizioni di fatto divergenti tra Calusco e Paderno. Il Comune amministrato da Michele Pellegrini vorrebbe una sorta di San Michele bis, da connettere alla variante sud da poco realizzata, mentre il sindaco Gianpaolo Torchio ha sempre contrapposto la necessità di valutare l’incidenza di una simile infrastruttura sulla viabilità locale esistente prima di prendere delle decisioni.

La cerimonia di riapertura del ponte al transito delle auto nel novembre 2019

Una posizione di fatto ribadita nella lettera condivisa dai sindaci del Meratese che, con toni e sfumature ben differenti, va ad aggiungersi all’ordine del giorno, approvato all’unanimità, dal consiglio provinciale di Bergamo per ribadire l’urgenza di nuovi ponti sull’Adda.

Riconoscendo che “l’improvvisa chiusura del ponte al traffico veicolare e ferroviario del 15 settembre 2018, insieme alle attuali limitazioni di percorrenza e alle indicazioni di RFI sulla vita utile del manufatto, hanno evidenziato la fragilità dei collegamenti viari esistenti e reso urgente la necessità di progettare strutture alternative per l’attraversamento dell’Adda in quest’area”, i sindaci del Meratese rimarcano che il nuovo ponte ferroviario “si inserirebbe all’interno della “Area Leonardesca”, riconosciuta come Monumento Naturale dal Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale Adda Nord”. E per questo, riconosciuto l’impossibilità di spostare la linea ferroviaria altrove, chiedono di “limitare al massimo l’impatto costruttivo sulla valle e alterare il meno possibile la vista del ponte San Michele e dal ponte San Michele verso l’area monumentale leonardesca; prevedere un preciso piano di impatto ambientale e paesaggistico, costruito con i Comuni interessati, le Soprintendenze competenti e il Parco Adda Nord e prevedere un percorso progettuale che porti a soluzioni architettonicamente e tecnologicamente all’altezza del contesto storico-ambientale in cui si inserisce e del vicino ponte San Michele, anche valutando l’attivazione di un concorso internazionale di idee”.

Diverso il discorso sul ponte viario, il cui posizionamento deve essere pensato, visto che connette contesti produttivi e densamente abitati, “su una scala più ampia che non meramente locale, all’interno di una valutazione complessiva della mobilità delle tre Province coinvolte e in connessione con la mobilità maggiore esistente e i suoi potenziali sviluppi, quali il prolungamento della tangenziale Est e la realizzazione del tratto D della Autostrada Pedemontana”.
Una richiesta che sposta ben al di là dei confini di Paderno e Calusco la partita, comuni per i quali i sindaci del Meratese auspicano che possa restare attivo il San Michele, una volta alleggerito dal peso ferroviario e dal traffico “catturato” dal nuovo ponte ad alta percorribilità connesso ad un reticolo stradale maggiore.