Pescate. Il sindaco: “Libertà di opinione sì, ma non di offesa”

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Il sindaco Dante De Capitani
Il sindaco Dante De Capitani

 

PESCATE – Dante De Capitani non ci sta e replica alle accuse mosse alla sua maggioranza dell’opposizione che nell’ultimo consiglio comunale, a Pescate, ha rassegnato in blocco le dimissioni, denunciando atteggiamenti di arroganza da parte della controparte politica, lettere minacciose e interventi da parte degli avvocati.

Una situazione tale per cui “ci è di fatto preclusa la libertà di opinione politica” hanno spiegato Enrico Valsecchi, Massimo Conti e Claudio Oddo, sottolineando i motivi che li avrebbero costretti a lasciare il loro ruolo in municipio.

“Tutti i consiglieri del mio comune, come quelli di ogni comune d’Italia – si difende De Capitani – sono ovviamente liberi di esprimere le loro opinioni e di esternare le proprie valutazioni su qualsiasi fatto od argomento, e quindi non possono essere accettate frasi espresse nel comunicato della minoranza. Le libere valutazioni, le libere espressioni e le opinioni però non devono prevaricare il rispetto per le persone, la loro dignità e onorabilità che sono valori fondamentali, irrinunciabili e costituzionalmente garantiti”.

Enrico Valsecchi, capogruppo della minoranza dimissionaria

“Il fatto che alcuni miei consiglieri comunali si siano sentiti toccati e lesi in questi valori e abbiano quindi svolto o stiano per svolgere i passi che la legge consente per tutelare le loro persone, non può essere motivo per evidenziare attacchi alla libera espressione o addirittura alla democrazia, chiedendo a tal proposito ai cittadini una riflessione sul futuro della democrazia del nostro Comune – prosegue il sindaco – Agli stessi cittadini che poco più di sei mesi fa hanno premiato la mia Amministrazione con un sonoro 67 per cento dei consensi, e non contro gli ultimi arrivati ma contro la lista di un candidato sindaco che ha fatto il sindaco per dieci anni, ad evidenziare se ce ne fosse bisogno, dove stia di casa la democrazia”.

Troppo comodo esternare, anche in forma scritta, valutazioni inappropriate e lamentarsi poi delle conseguenze, troppo comodo scaricare sul sindaco i fatti chiedendo di gestirli “in modo più civile e democratico” mediando le parti. Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni e se ne assume le conseguenze, tutte, come anche io ho sempre fatto nella mia vita – conclude De Capitani – Del resto anche i contenuti delle loro motivazioni, in cui fanno riferimento tra l’altro al fatto di aver ricevuto una mail “intimidatoria e minacciosa” da un mio presidente di commissione, denotano nelle espressioni utilizzate ancora una volta il loro originale modo di rapportarsi con i membri di maggioranza dell’Amministrazione comunale”.