Provincia. Cercasi nuovo presidente, ma nessuno lo vuole fare

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LECCO – La corona aspetta ma il futuro re ancora non si trova, perché il trono non è per nulla ambito: le imminenti elezioni in Provincia, fissate per il 31 ottobre, stanno impegnando le forze politiche in una ricerca forsennata al successore di Flavio Polano alla guida dell’ente.

Candidabili sono i sindaci del territorio, ma non tutti perché le nuove regole escludono dalla ‘rosa’ i primi cittadini in scadenza, ovvero alla guida dei Comuni che il prossimo anno andranno ad elezione; un provvedimento del nuovo Governo che ha abbassato ulteriormente il termine fissato precedentemente dalla Legge Del Rio che rendeva candidabili i sindaci entro due anni dalla fine del loro mandato.

Bruno Crippa, sindaco di Missaglia

Trattandosi di elezioni di secondo livello, saranno i consiglieri comunali del territorio a votare il futuro presidente della Provincia ma il ruolo è meno desiderato di quel che si possa pensare: l’incarico a presidente provinciale significa per i sindaci accollandosi la gestione di un ente oggi senza le risorse necessarie per gestire le importanti funzioni ad esso assegnati, come le scuole superiori e la manutenzione delle strade. Un incarico che non prevede stipendio aggiuntivo rispetto a quello di sindaco.

Pochi i nomi su cui contare tra i primi cittadini lecchesi e la situazione di sostanziale pareggio tra destra e sinistra che il risultato elettorale verrebbe a creare sta portando le forze politiche ad un’intesa per eleggere un presidente condiviso, strada tuttavia che si presenta tutta in salita.

Tante sono già le rinunce, sia a destra che a sinistra, come quella del sindaco di Missaglia, Bruno Crippa che avrebbe declinato l’invito a candidarsi così come Antonio Rusconi, sindaco di Bellano.

Il sindaco di Bellano, Antonio Rusconi

“In effetti è stata chiesta la mia disponibilità – ci conferma il primo cittadino bellanese – ho già dato una risposta. Sono gratificato per l’interessamento alla mia persona. Il carico di lavoro su Bellano, però, in un momento in cui stiamo facendo molte cose per la nostra cittadinanza, mi impedisce di prendere questo ulteriore impegno”.

Tra i  ‘papabili’ ci sarebbe stato anche quello di Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello, se non avesse anche lui rinunciato alla candidatura, ma sono circolati anche i nomi come quello   e di Giuseppe Conti, sindaco di Garlate, e di Marco Ghezzi sindaco di Calolzio con la Lega che spinge per avere un suo rappresentante alla presidenza della Provincia e Claudio Usuelli sindaco di Nibionno, quest’ultimo forse quello con minor chance in quanto il suo comune andrà ad elezioni nel 2020 e questo implicherebbe la sua decadenza da Presidente e quindi un ritorno forzato alle urne.

Il sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli.

“Stiamo verificando le opportunità – spiega il commissario provinciale del Carroccio, Stefano Parolari – intavolando un discorso con Forza Italia”. Il problema, lo dice chiaramente il consigliere provinciale Antonio Pasquini, “è difficile trovare un martire, per come sono oggi le Province, senza soldi e con servizi importanti da offrire ai cittadini. Credo che la politica debba fare un passo indietro”.

Una soluzione colta anche dal PD, favorevole ad una figura prettamente amministrativa dell’ente. “Ci è stato chiesto come partito di rimanere esterni rispetto a queste elezioni, lasciando ai sindaci l’opportunità di fare la quadra intorno ad un candidato che non abbia alcun cappello politico – spiega Fausto Crimella, segretario provinciale del PD – Forse oggi, dinnanzi a queste difficoltà, tutti si sono resi conto del grande lavoro fatto da Flavio Polano in questi anni e a lui va il nostro ringraziamento”.