Referendum. Forza Italia: “Riforma pessima, croce sul no”

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LECCO – “Croce sul No, per bocciare una pessima riforma e per mandare a casa un governo inviso alla maggioranza degli italiani”. Non ha esitazioni Davide Bergna nel rivolgersi agli elettori che il 4 dicembre dovranno decidere se approvare o respingere la proposta di revisione costituzionale.

A margine della manifestazione milanese del comitato “Unitixilno”, il coordinatore di FI a Lecco schiera decisamente i suoi accanto a Lega e Fratelli d’Italia. “Lasciamo ai soliti noti – ironizza – l’improbo compito di difendere, anche sul nostro territorio, la riforma-pateracchio e il governo che vorrebbe spacciarla come svolta epocale. Noi del vero centrodestra facciamo il centrodestra e votiamo no”.
“Nel merito va respinta una “riforma” che complica invece di semplificare, che confonde invece di chiarire, che mette a rischio la democrazia in Italia. Con quello che ci propongono – sottolinea Bergna – avremo non una procedura per fare le leggi, ma almeno dieci procedure diverse: tante ne hanno contate gli esperti che hanno avuto la pazienza di studiare questa pazzia. Non solo non c’è semplificazione, ma c’è una diabolica complicazione”.
Il superamento del bicameralismo perfetto per Forza Italia non ci sarà: “Il Senato continua ad esistere – ricorda l’esponente forzista – solo che non si capisce bene come sarà eletto. E i risparmi tanto attesi, ammesso che ci siano, saranno – parola della Ragioneria dello Stato – forse un decimo di quanto Renzi ha promesso”

Per quanto riguarda il rapporto Stato-Regioni, prosegue, “potevamo aspettarci una riforma che sciogliesse il garbuglio del 2001. Invece no. Sparisce la competenza concorrente, e con essa spariscono le “leggi cornice” dello Stato, mentre arrivano “le disposizioni generali e comuni”. Ci vorranno chissà quante sentenze della Corte costituzionale per capire che differenza fa”.

“Ora – insiste Bergna -ci chiedono di cambiare circa un terzo della Costituzione, riguardante il funzionamento di istituzioni vitali, ma questa riforma di che cosa è sintesi? Di nulla, se non delle ambizioni egemoniche del Pd e del suo leader “pro tempore”: davvero troppo poco per invadere le tv e sollecitare il voto degli italiani, come se il guazzabuglio sottoposto a referendum fosse l’”ultima spiaggia” del riformismo. Non lo è, alla riforma vera, di cui gli italiani hanno bisogno, daremo il via un minuto dopo la vittoria del No”.

“Il 4 dicembre – conclude il coordinatore di FI – si decidono le sorti del governo Renzi, un governo ormai inviso agli italiani per la cortina di chiacchiere che ha steso sui grandi problemi irrisolti del paese: la stagnazione economica, il lavoro che manca, l’immigrazione incontrollata e così via. Il premier stesso ha voluto trasformare il referendum in un giudizio sull’operato suo e dell’esecutivo. E nonostante le smentite continua a pensarla così. Altrimenti non avrebbe varato una legge di stabilità tassa-e-spendi, con “regali” mirati per indurre questa o quella categoria a votare sì. Allora diamolo questo giudizio: una croce sul no e mandiamoli a casa!”