Referendum. Fratelli d’Italia lancia il comitato lecchese del “No”

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fratelli-ditalia-bandiereLECCO – Anche a Lecco si è costituito il comitato referendario “No grazie”, che Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale ha lanciato a livello nazionale, assieme agli altri partiti del centro destra, e che coinvolge tutti gli amministratori locali che fanno riferimento al partito di Giorgia Meloni.
Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Lecco vedrà quindi impegnati nel comitato Cesare Galli, sindaco di Vendrogno, ed Elena Ornaghi, assessore al Comune di Oggiono, supportati da Giacomo Zamperini e da Roberto Messina, presidente Gioventù Nazionale Lecco.

“Le motivazioni del nostro “NO” a questa ennesima colossale truffa renziana sono presto dette – spiega il portavoce provinciale Enrico Castelnuovo – Riteniamo che siano doverose delle vere riforme, in particolare introducendo l’elezione diretta del presidente del Consiglio, per evitare trasformismi e maggioranze variabili tipiche della storia italiana. Vogliamo passare dal bicameralismo al più efficiente monocameralismo perfetto. La finta riforma di Renzi, invece, non abolisce il Senato così come non ha abolito le Province ma più banalmente abolisce la democrazia in Senato, trasformandolo in una Camera a elezione di secondo grado. Con la de-forma costituzionale #rebona (Renzi-Boschi-Napolitano) gli enti locali saranno ulteriormente messi in ginocchio, perché saranno svuotati di molte competenze e depotenziati, in nome di un dirigismo vecchio stampo che non farà altro che accrescere il sentimento di abbandono del cittadino”.

“Vogliamo una riforma che introduca in Costituzione un tetto alla tassazione al 35% nel rapporto tra entrate tributarie e Prodotto interno lordo – prosegue Castelnuovo – questo non solo costituirebbe una garanzia di lungo respiro sul nuovo modello della tassazione italiana anche per gli investitori esteri, ma provocherebbe una rivoluzione copernicana nel mondo politico e nel rapporto fra cittadino e Stato.Infine riteniamo che sia doveroso che i cittadini possano scegliere anche in materia di politica internazionale. È necessario eliminare l’art.75 della Costituzione che impedisce agli italiani di esprimersi, tramite referendum, sui trattati internazionali. È una disposizione sopravvissuta ad un mondo che non esiste più, un mondo con i confini e un mondo in cui la vita concreta di una Nazione veniva regolamentata all’interno dei suoi confini. Abrogare l’art.75 della Costituzione significa restituire ai cittadini la sovranità popolare, tornando ad essere padroni del loro destino”.