Referendum. In piazza per il “Sì”, coordinamenti uniti a Lecco

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LECCO – Giornata di mobilitazione per i “Comitati Lecchesi per il Sì” che a sessanta giorni dalla loro creazione si sono dati appuntamento sabato al gazebo di via Roma a Lecco per illustrare le attività svolte finora per promuovere la riforma elettorale sulla quale i cittadini dovranno esprimersi il prossimo 4 dicembre.

Sono 20 i comitati attivati su tutta la provincia e tre quelli in partenza a Garlate, in Valsassina e quello di Mandello-Abbadia.
“Si tratta di gruppi apartitici – spiega Mauro Gattinoni, coordinatore del comitato lecchese per il Sì – che hanno realizzato diverse iniziative e confronti in gran parte dei Comuni lecchesi”.

 

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I Comitati hanno finora promosso più di 15 iniziative pubbliche e altrettanti dibattiti, ospitando esponenti politici importanti la senatrice Anna Finocchiaro, Luciano Violante e il viceministro Enrico Morando, il ministro Maria Elena Boschi e il vicesegretario democratico Elena Serracchiani.

“Lo scopo è quello di creare consenso attorno a questa riforma – prosegue Gattinoni – nella consapevolezza che è un’opportunità irrinunciabile per il nostro sistema e soprattutto per i giovani. Saranno loro infatti a dover convivere per più tempo con le nuove regole del gioco oppure, ahimè, tenersi le vecchie”.

 

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“La costituzione, elemento fondante della vita democratica dell’Italia, deve essere ogni innovata , accade in tutte le democrazie  – ha spiegato Vittorio Addis, coordinatore provinciale del comitato – I costituenti inserirono nell’art. 138 la possibilità di modificare la Costituzione. La riforma non ne modifica i principi fondamentali, ma gli strumenti affinché la Costituzione sia attuata fino in fondo e non parzialmente come accaduto fino ad oggi”.

Rappresentazione delle autonomie locali nel nuovo Senato, la sovrapposizione delle competenze tra Stato e Regioni che verrebbe eliminata dalla riforma sono i punti forti di chi sostiene il Sì al referendum.

“Il potere legislativo resta nelle mani della Camera, le garanzie restano, vengono eliminati solo i contrappesi rendendo più forte il Governo che necessita di maggiore stabilità – prosegue Addis – In 70 anni abbiamo avuto 63 governi, quasi uno all’anno. In Europa i Governi sono molto più stabili. Il cittadino dà un giudizio sperimentando l’azione di governo di chi ha ottenuto una maggioranza, dobbiamo avere il coraggio di far questo”.