“Solo rimuovendo le cause delle disuguaglianze si può ridurre l’immigrazione forzata”

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Germano Bosisio
Germano Bosisio

LECCO –  “Alla parola Immigrazione vanno sostituite le parole Squilibrio, Disuguaglianza, Ingiustizia.

Questa trasformazione semantica rappresenterebbe già una rivoluzione culturale nell’immaginario collettivo e ricondurrebbe il preoccupante fenomeno migratorio alla sua vera essenza, se non si vuole essere superficiali o ipocriti.

Un’operazione di contrasto “culturale” e etico a quella che può rappresentare una vera e propria azione di distrazione di massa che identifica i migranti come “nemici” è alla base di una graduale ed effettiva risoluzione di un problema che rischia di destabilizzare l’intero pianeta.

Bisogna invece saper denunciare che i veri “nemici” sono coloro che alimentano e godono di questo sistema economico che produce sempre più disuguaglianze nascondendosi cinicamente dietro l’artificioso paravento di regole solo apparentemente giuste (non c’è peggior ingiustizia che far parti uguali tra diseguali diceva un certo don Lorenzo Milani, prete scomodo anche per la sua Chiesa ).

In una eloquente sintesi ecco un esempio, su tanti possibili, che aiuta ad illuminare anche questo contraddittorio vertice Europeo, che, grazie al nostro Paese, pur sembra aver posto finalmente con più decisione il problema. Anche se il compromesso raggiunto sembra volersi limitare, a quanto riportato dai media spesso corresponsabili di vere e proprie azioni di distrazioni di massa, ad affrontare gli effetti, pur importanti, del fenomeno migratorio e non a rimuovere in profondità le cause che lo producono (le disuguaglianze planetarie che vanno di pari passo con quelle interne alle comunità nazionali).

L’esempio nella sua banale ( ma il realtà drammatica) realtà sta nel semplice confronto tra 2 cifre, la prima presa dal libro “Dacci oggi il nostro debito quotidiano” di Marco Bersani :
“Il salvataggio pubblico delle banche private europee ha visto, nel periodo 2008-2011 caricare sui bilanci degli Stati almeno 2000 miliardi di euro, aggravando ulteriormente il problema del debito pubblico ( e in particolare il rapporto debito/Pil )”.

L’altra dai media circa l’entità del fondo speciale europeo d’aiuto all’Africa (Trust Fund UE-Africa) creato nel 2015 che stanziava 3 miliardi (peraltro non ancora completamente erogati a quanto riportato da pochissimi media) con un ulteriore impegno di questo summit – a fatica – di 500 milioni

E’ tutta in questa comparazione l’attuale crisi morale di questa Europa – asservita quasi esclusivamente alle sole logiche monetarie e finanziarie, come del resto tutto il Pianeta – che era nata, almeno nelle intenzioni, su basi marcatamente sociali e quindi soprattutto per ridurre le diseguaglianze spesso alla base dei conflitti armati.

Disuguaglianze che , in grande crescita in questi decenni , accomunano paesi del nord e del sud del mondo. Come dire che l’operazione di dividere “le vittime”, a qualunque latitudine appartengano, rappresenta il maggior regalo fatto a chi ha interesse a mantenere i propri privilegi e le posizioni di potere, grazie anche e soprattutto ad un sistema ideologico strumentalmente creato a loro misura.

Come dire che questa Europa se vuole realmente ridurre migrazioni e instabilità deve emanciparsi dalla dittatura dell’economia speculativa e recuperare la sua originaria natura “politica”.

Tradotto : come si sono trovati i soldi per salvare le banche private (che avevano speculato sui mercati) adducendo – strumentali – motivazioni a tutela dei risparmiatori, a maggior ragione si dovrebbero investire, in una specie di abbinamento tra un Piano Marshall pro Africa e un Piano Straordinario per il Lavoro in Europa, cifre considerevoli per assicurare un bene ben più grande qual è la pace sociale (rimuovendo povertà estreme) ed il futuro soprattutto dei giovani. Un’operazione certamente non facile anche da gestire concretamente e pur gradualmente, ma l’unica che potrebbe risolvere in radice i problemi strutturali che abbiamo di fronte.

Peraltro, per i cultori della supremazia dell’economia, lo affermava decine di anni fa un certo Willy Brandt (uno dei più illustri cultori di un’Europa dei Popoli) che in sostanza affermava che se ridurre le diseguaglianze non lo si vuol fare per eticità o giustizia almeno si abbia la lungimiranza di farlo per allargare i reciproci ritorni mercantili (allargare i mercati di un mondo in crisi sovra produttiva).

E solo una sempre più consapevole opinione pubblica che sappia pressare le proprie classi dirigenti e che non si lasci dividere da logiche solo apparentemente autoprotettive, potrà rendere possibile tutto ciò”

Germano Bosisio