“Troppe promesse dai politici, poca concretezza”. Le proposte delle imprese

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In Api Lecco: da destra il presidente Luigi Sabadini e il direttore Mauro Gattinoni
In Api Lecco: da destra il presidente Luigi Sabadini e il direttore Mauro Gattinoni

 

LECCO – “Anche se viviamo un periodo positivo per l’economia, non va abbassata la guardia. Siamo ancora il fanalino di coda della ripresa, altri Paesi stanno facendo meglio. E’ necessaria una stabilità politica per governare questa fase di crescita economica”.

E’ l’appello lanciato dalle piccole medie lecchesi in vista delle imminenti elezioni che Api Lecco-Sondrio, per voce del suo presidente Luigi Sabadini, ha rivolto ai candidati.

A livello nazionale, l’associazione ha recentemente diffuso il “Manifesto Confapi 2018” per portare all’attenzione della politica le istanze di una realtà economica, le pmi, “che rappresenta il vero tessuto imprenditoriale italiano”, pur non avendo ricevuto, ha sottolineato Sabadini, l’adeguata attenzione negli ultimi anni da parte delle istituzioni.

“Tutti gli interventi dell’ultimo Governo hanno visto favorire le grosse aziende, le nostre istanze, nonostante i solleciti, non sono state ascoltate, il precedente a guida Renzi ha avuto ancora meno riguardo nei rapporti con i corpi intermedi come il nostro. Molti provvedimenti, la legge sulla privacy per esempio, sono stati tarati sulle grandi imprese, con costi e obblighi al limite della sostenibilità per le piccole aziende. Si guarda a modelli che non sono quello italiano, dove le imprese hanno una media di 10-25 addetti. E’ questa la taglia di un settore che produce ed esporta che dà lavoro e produce ricchezza. Non è ragionevole sostenere l’attuale impostazione, è un cambio culturale quello che mettiamo sul tavolo e sappiamo si scontrerà con gli interessi dei più grossi”.

Luigi Sabadini

Quattro punti compongono il manifesto di Confapi che si articola in più proposte: dalla semplificazione della burocrazia alla riduzione fiscale con la detassazione degli aumenti retributivi e l’esenzione Imu degli immobili industriali, l’introduzione di sanzioni in caso di ritardi sui pagamenti sia tra privati che da parte dell’amministrazione pubblica, il rilancio dell’apprendistato e la riduzione delle tipologie di contratti di lavoro, la costituzione di un Ministero delle Pmi per un’azione normativa che guardi più specificatamente alle piccole e medie imprese.

“Quest’ultimo consentirebbe di valutare l’impatto delle leggi sul tessuto economico e modificarle se la norma non crea l’effetto che dovrebbe avere sulle imprese – ha sottolineato Mauro Gattinoni, direttore di Api Lecco-Sondrio – Parliamo di semplificazione, perché se si potesse disporre solo di tre contratti anziché gli attuali 180, si produrrebbe un effetto positivo in termini di tempo e costi per le imprese; c’è una burocrazia pubblica ed anche una privata a cui l’imprenditore deve rivolgersi quando la normativa è articolata, e questo ricade sui costi sostenuti dall’azienda”.

Vale anche per il fisco, “la situazione è drammaticamente peggiorata – ha ricordato Sabadini – sistemi che non vanno o non allineati, adempimenti complessi proposti per combattere l’evasione ma che in realtà non scalfiscono per nulla il fenomeno. E’ fumo negli occhi – si è sfogato il presidente di Api – è come usare un cannone per sparare ad una mosca, mentre chi lavora seriamente e onestamente ha costi e impegni stratosferici”.

Per Api serve un cambio di passo, ma nel marasma politico non è facile orientarsi neppure per gli imprenditori. “In questa campagna elettorale, di un livello che considero molto basso – ha commentato Sabadini – tutti promettono tutto ma non vediamo programmi concreti da nessuna parte. Oggi non è più una questione di colori, ci sono partiti e movimenti, sensibilità e orientamenti diversi, ma nessuno ha finora indicato quali sono le priorità che vorrà perseguire, ed è importante che lo facciano, vogliamo capire come e in favore di quali categorie verranno indirizzate le risorse pubbliche”.