Il sindaco di Ballabio lamenta l’assenza di un vero confronto tra le parti
“Una provocazione, mai coinvolto nella decisione. Togliete il mio nome dalla vostra proposta”
BALLABIO – La situazione di stallo che caratterizza l’elezione dei nuovi organi direttivi della Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino continua a generare tensioni. In vista della prossima assemblea del 21 febbraio, un gruppo di 11 sindaci ha avanzato pubblicamente una proposta di governance, indicando Antonio Rusconi (Valmadrera) come presidente e designando una serie di altri amministratori per le diverse cariche. Tra questi, il sindaco di Ballabio Giovanni Bruno Bussola come assessore (vedi articolo).
Tuttavia, la reazione di Bussola non si è fatta attendere ed è stata piuttosto netta. Il primo cittadino di Ballabio ha respinto con fermezza il metodo e il merito della proposta avanzata dagli altri sindaci.
Bussola ha espresso il proprio disappunto per non essere stato preventivamente coinvolto nella discussione: “Vedo il mio nome su un Comunicato Stampa, privo di qualsivoglia pudore istituzionale, senza che nessuno abbia avuto prima il buon gusto di contattarmi e chiedermi cosa ne pensassi” ha dichiarato. Il sindaco ha poi sottolineato come la proposta riproponga lo stesso schema di quattro mesi fa, senza alcun passo avanti o tentativo di mediazione.
Un ulteriore elemento di critica riguarda la mancata condivisione nella scelta delle figure chiave: “Con l’aggravante di aver anche speso nomi di persone per ricoprire cariche senza nessuna condivisione” ha aggiunto Bussola, lamentando l’assenza di un vero confronto tra le parti.
Il sindaco di Ballabio ha inoltre evidenziato come la sua Amministrazione abbia avanzato diverse proposte per cercare di superare l’impasse, con l’obiettivo di rispettare i principi di autodeterminazione dei sindaci, evitando personalismi e condizionamenti partitici. Tuttavia, secondo Bussola, tali proposte non sono state prese in considerazione.
Un punto critico riguarda la presidenza di Rusconi, che viene presentata dal gruppo degli 11 come una concessione: “Si vende come una concessione la presidenza di Rusconi ma non è mai stata avanzata una proposta alternativa che vedesse 13 voti di condivisione”, ha affermato.
Alla luce di queste considerazioni, Bussola ha chiesto ufficialmente di essere escluso dalla proposta: “Prego di togliere il mio nome da questa formulazione di proposta di cui nulla so e di cui non condivido finalità e metodo”.
La sua posizione sembra quindi allontanare ulteriormente la possibilità di una rapida risoluzione dello stallo politico che interessa la Comunità Montana. Resta da vedere come reagiranno gli altri sindaci e se ci sarà spazio per nuove mediazioni prima dell’assemblea decisiva del 21 febbraio.