Varenna. Il sindaco risponde a Ferrara: “Mai rimasti con le mani in mano”

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Il capogruppo Paolo Ferrara e il sindaco Mauro Manzoni

VARENNA – “Capita, a volte, che risposte stonate vengano date a domande più che legittime (soprattutto quelle che provengono dai cittadini) e che azioni e comportamenti ammantati da un univoco significato, dissimulino invece ragioni inespresse e poco nobili”.

E’ la risposta del sindaco di Varenna, Mauro Manzoni, a Paolo Ferrara, capogruppo di Uniti per Varenna che nei giorni scorsi è uscito dalla maggioranza tacciando il sindaco di immobilismo, scarso coraggio amministrativo e mancanza di condivisione con il Consiglio. Ferrara aveva sfidato Manzoni nella scorsa tornata elettorale, poi le due liste avevano unito le forze nella stessa maggioranza.

“Uno degli argomenti citati da Ferrara quale ‘la direzione autoreferenziale della Giunta sempre più distante dai Consiglieri’ prova troppo, nel voler considerare le normali dinamiche di confronto e discussione che caratterizzano la mia Amministrazione, così lontana ‘dal solo uomo al comando’ – continua il sindaco – Un altro, invocato a contrario e legato alle ‘presunte difficoltà legate al personale’, è sorprendente disconoscerlo, se si considera che proprio Ferrara si sia data molto da fare (positivamente!) per la recente assunzione del personale di Segretaria, dopo ben due anni e mezzo dal pensionamento della dipendente che ricopriva quell’ufficio”.

“Benché riconosca, bontà sua, che il Comune gode di molte risorse, a riprova del fatto che non siamo proprio stati con le mani in mano, posso assicuragli che queste mani non copriranno mai occhi, orecchie e bocca di fronte alla Cosa Pubblica e, soprattutto, di fronte a decisioni determinanti e forti che la mia Amministrazione ha dovuto – ahimè! – assumere per la salvaguardia della legalità (vedi rotatoria) e contro scelte scellerate e velleitarie intraprese a tutela del nostro splendido paesaggio (vedi “Dubai del lago”). Ma, come diceva Martin Luther King, ‘prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla perché giusta’. Questo è quello che abbiamo cercato di fare, pur con i nostri limiti e sbagli”.

“Questo è quello – conclude Manzoni – che continueremo a fare mettendo sempre Varenna al primo posto al di là dei nostri piccoli destini politici personali che hanno un inizio e una fine come tutte le cose della vita”.