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Drammaterapia: gioco e teatro al servizio del benessere

M.P. – “La drammaterapia recupera le nostre capacità di giocare, in un gruppo basato sull’accettazione reciproca e il non-giudizio. Nel gioco drammatico possiamo usare la nostra immaginazione per creare un “mondo” di finzione che “somiglia” al mondo reale: la differenza è che in questo le storie le inventiamo noi, e sono sotto il nostro controllo. Le gestiamo, anziché subirle. Ma soprattutto, emozioni, pensieri e sentimenti negativi possono essere controbilanciati da un’esperienza condivisa di creatività, di empatia, e di vitalità positiva: come diceva Spinoza, le “passioni tristi”, che la ragione da sola non può domare, possono essere spodestate solo da “passioni gioiose”.

Vuoi diventare professionista in Drammaterapia?  Puoi contattare il Centro Artiterapie di Lecco, prima realtà italiana ad aver promosso un piano completo di formazione nelle Artiterapie attraverso le quattro Scuole di Arteterapia, Musicoterapia, Drammaterapia e Danzamovimentoterapia.  

Fondato nel 1994, offre un serio e qualificato percorso di formazione avvalendosi di docenti ed esperti di rilievo nazionale e internazionale, e di una lunga esperienza che, in oltre 25 anni di attività, ha permesso a tanti dei suoi diplomati di poter operare come drammaterapisti in diversi territori e ambiti (educativi, sanitari e socio-sanitari).

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“Facciamo finta che…”

Con questa semplice frase, i bambini concordano la possibilità di creare un piccolo mondo alternativo, in cui accadono eventi fantastici, ma anche cose che somigliano molto al mondo reale. Tuttavia, a differenza di quest’ultimo, in cui le cose accadono che lo vogliamo o no, nel mondo del gioco il bambino ha il controllo della situazione. La capacità di “far finta che…” è uno strumento per capire a manipolare la realtà che i bambini possiedono naturalmente. Questa capacità si sviluppa sulla base di dotazioni innate: anche i cuccioli degli animali giocano alla “finta lotta”, differenziandola palesemente da quella vera (nessuno si fa male nel gioco). Nel cucciolo umano, come negli altri animali, questa capacità è inscritta nei sistemi del cervello sin dalla nascita, ma il bambino ha una carta in più: l’immaginazione. Attraverso di essa, il mondo del “facciamo finta che…” si popola di personaggi, di storie, di figure, di sentimenti e di emozioni. Emozioni anche brutte, come la paura, la rabbia e l’angoscia da separazione, perché il mondo del bambino è fatto anche di questo, ma che in questo piccolo mondo sono per così dire depotenziate, e possono essere affrontate senza farsene coinvolgere interamente, imparando così ad affrontarle anche nel mondo reale.

Questo è il gioco dei bambini, ma questo è anche il substrato psicologico di una forma d’arte che ha accompagnato la vita dell’umanità da quasi tre millenni: il teatro. Secondo la drammaterapia, il teatro è l’espressione culturale dello stesso principio innato che si manifesta nel gioco. In teatro noi sappiamo con certezza che quello che accade sulla scena non è “reale” in senso stretto, che quel tizio che discute con un teschio non è il triste principe di Danimarca ma Vittorio Gassman, ma “facciamo finta che…” lo sia; in questo modo possiamo piangere e gioire con lui, immedesimarci nei suoi dilemmi e soffrire delle sue disgrazie, ma ad una distanza che ci consente di non essere sopraffatti dalle emozioni, e di fare tesoro dell’ esperienza che abbiamo realmente vissuto, rispecchiandoci in lui e negli altri personaggi del dramma.

La drammaterapia utilizza questi principi, attraverso l’uso intenzionale e sistematico dei processi drammatici di gruppo per promuovere il benessere psico-fisico di persone, gruppi e comunità, un metodo che può essere orientato verso obiettivi educativi, terapeutico-riabilitativi, e sociali. Il processo della drammaterapia non è finalizzato ad una produzione estetica, ma a raggiungere una crescita e un cambiamento a livello psicologico, attraverso un percorso di conoscenza di sé e delle proprie relazioni con gli altri, di ricerca interiore, d’espressione del proprio mondo emozionale, di condivisione empatica.

Le tecniche della drammaterapia sono molto varie: secondo quanto detto prima, potremmo definirle tecniche teatrali inserite in una cornice di gioco.  Esse includono: espressione del corpo e della voce; giochi ed esercizi sulla consapevolezza di sé e degli altri, sulla percezione, sulla fiducia, sull’immaginazione e sulla cooperazione; improvvisazione e giochi di ruolo; costruzione di personaggi e intrecci; narrazione e scrittura drammaturgica.

Il gioco è un formidabile antidoto allo stress: secondo il grande neuroscienziato Jaak Panksepp, il circuito emozionale del gioco è legato alla gioia, in quanto il nostro organismo rilascia specifici neuromodulatori che producono benessere; nel gioco siamo attivi, attenti, ma senza quella dose di ansia tipica delle attività stressanti: dopotutto, è solo un gioco!

La Scuola di Arteterapia di Lecco è riconosciuta dalla “Società Professionale Italiana di Drammaterapia” ((https://www.spid-drammaterapia) Associazione di riferimento per i più qualificati professionisti nella Drammaterapia. Il percorso di formazione è conforme alle indicazioni della norma UNI 11592 per le figure professionali operanti nel campo delle Arti Terapie e i diplomati della Scuola di Drammaterapia di Lecco sono professionisti secondo la L. 4/2013

Il Centro Artiterapie di Lecco https://www.artiterapie.it propone, accanto alle attività delle Scuole, seminari, convegni, ecm ed eventi: al link https://youtu.be/xRITYYPugTw puoi seguire l’ultimo evento dello scorso maggio, il meeting nazionale online “Le arti come cura del nostro tempo”.

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