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Il Co-Design, co-progettazione o design partecipativo, è un approccio che coinvolge un gruppo di portatori di interesse (in inglese stakeholder) nella fase di progettazione e di generazione delle idee di un prodotto o di un servizio.

Lo scopo del co-design è condividere i bisogni di tutti e definire insieme le linee guida del progetto. Al tavolo di lavoro coesistono e collaborano persone con competenze e livelli operativi diversi che attraverso il co-design allineano le loro idee verso un obiettivo comune.

Il co-design non è una pratica nuova, risale agli anni ’60 quando, in Scandinavia, i sindacati si battevano per il design cooperativo, cioè il diritto dei lavoratori a partecipare alla progettazione dei sistemi di produzione che avevano un impatto diretto sul loro lavoro. 

Negli Stati Uniti a partire dagli anni ’70 il termine cambia in design partecipativo e la necessità di coinvolgere gli utenti finali nella raccolta iniziale di idee e di necessità guadagna sempre più consensi.

Negli anni ’80 l’approccio viene ripreso anche da altri settori e Donald Norman pubblica il suo famoso libro Design of Everyday Things nel quale conia il termine user-centered design e segna così il passaggio ad una mentalità progettuale focalizzata su sistemi olistici e bisogni umani.

 

L’invenzione del cannone spara-polli

Un aneddoto storico che ben racconta l’importanza per un team di condividere almeno alcune fasi di un progetto, è quello relativo all’invenzione della cosidetta chicken gun.

I bird strike (letteralmente colpi di uccelli) hanno rappresentato in passato, e in parte rappresentano ancora, un serio pericolo per la sicurezza dei voli aerei. In particolare durante le fasi di decollo e di atterraggio, perché l’equipaggio è impegnato con le molteplici procedure e c’è poco tempo prima di un potenziale – e devastante – impatto con il suolo.

Il primo cannone per polli fu costruito nel 1942 dalla Civil Aeronautics Administration degli Stati Uniti in collaborazione con la Westinghouse Electric and Manufacturing Company.

Una pistola spara-polli (o simulatore di impatto di volo) è un cannone ad aria compressa utilizzato per sparare carcasse di uccelli sui componenti dell’aeromobile con lo scopo di simulare attacchi ad alta velocità durante il volo. I polli, dal canto loro, potrebbero certamente obiettare, se ne avessero la facoltà, di non saper volare. Purtroppo per loro, sono sempre stati le munizioni più comunemente utilizzate vista la loro pronta e ampia disponibilità. Per questo motivo il dispositivo ha acquisito il nome comune di pistola spara-polli.

La chicken gun progettata dalla Civil Aeronautics Administration e dalla Westinghouse Electric and Manufacturing Company era in grado di sparare carcasse di uccelli fino a 640 km/h!

La pistola utilizzava l’aria compressa come propellente, con un compressore che immagazzinava l’aria in un accumulatore fino al raggiungimento della pressione desiderata. Per sparare con la pistola, un operatore aveva il compito di attivare l’apertura di una valvola elettrica a sgancio rapido, sparando l’aria compressa nella canna e il pollo contro il parabrezza dell’aeroplano.

I test con i polli, purtroppo per le bestiole, sono ancora validi e utilizzati, anche se ci sono stati sforzi per sviluppare uccelli artificiali da utilizzare nelle prove di impatto, così da sostituire l’uso di carcasse. In questo modo si possono garantire risultati veritieri senza impattare sui costi (un pollo – finto – costa meno di uno vero) e senza urtare la sensibilità degli attivisti per i diritti degli animali.

 

Spariamo – insieme – un pollo contro il mio aereo?

Questa domanda, che può sembrare provocatoria, racconta un curioso risvolto dell’intera vicenda. Evidenzia l’importanza, per committenti e fornitori, di lavorare fianco a fianco almeno nella fase di test di un prodotto. Essa svela infatti un importante retroscena che è valido per tutti i progetti, dai più semplici fino a quelli più complessi. Il caso specifico di un progetto di interesse globale, inerente alla sicurezza dei voli di linea, ha vissuto un momento assurdo, quasi comico, nato da una banale incomprensione.

Durante le prime fasi del progetto, la Federal Aviation Administration è stata costretta a chiedere un’integrazione importante alla documentazione fornita dai produttori delle chicken gun. Sul manuale d’uso della pistola spara-polli infatti, i produttori si sono visti obbligati a specificare che, pur non essendoci una specie di uccelli consigliata da utilizzare per i test contro i parabrezza degli aeroplani, gli uccelli non dovevano assolutamente essere congelati, poiché questo scenario non avrebbe simulato accuratamente la realtà di un bird strike.

La Civil Aeronautics Administration e la Westinghouse Electric and Manufacturing Company erano sicuri dei risultati ottenuti perché, prima della commercializzazione, avevano effettuato svariati test presso i loro stabilimenti. E allora perché tutte quelle segnalazioni di acquirenti insoddisfatti che distruggevano sistematicamente i parabrezza dei loro aeroplani a colpi di pollame? Solo una sessione di test in comune avrebbe potuto mettere in evidenza che più case produttrici di aeromobili si affidavano a polli congelati, sparando sostanzialmente delle munizioni ghiacciate che perforavano i parabrezza come macigni!

 

Meno male che oggi il Co-Design c’è

L’equivoco della pistola spara-polli è stato fonte di ritardi e di frustrazioni sia per i produttori delle chicken gun, sia per chi doveva ottenere la certificazione di aeronavigabilità. In un’epoca in cui non c’era la possibilità di spostarsi rapidamente da una città all’altra, oppure partecipare ad una conference call da remoto per condividere l’andamento dei test, sono occorse settimane per svelare il mistero. Ai giorni nostri questi equivoci sono sempre meno frequenti perché ormai si parla diffusamente di CO-DESIGN.

Ma cos’è effettivamente?

Il Co-Design è un approccio che cerca di coinvolgere tutti gli attori interessati nella ideazione, definizione e creazione di un progetto. È un metodo di lavoro che vede in prima linea non solo gli utenti finali, ma anche la direzione aziendale, i tecnici informatici, il team del marketing, etc.

Lo scopo del Co-Design è mettere insieme tutte le figure interessate (all’epoca della pistola spara-polli, anche i fornitori di munizioni sarebbero stati coinvolti… ) e farle collaborare allo stesso progetto fin da subito, stimolando la creazione di idee e sollevando gli eventuali dubbi, così che si riesca a convogliare in un’unica soluzione le necessità di tutti.

La parola d’ordine del Co-Design è proprio collaborazione. È una tavola rotonda del progetto: si è tutti sullo stesso piano, riuniti per un obiettivo comune. I partecipanti condividono i loro punti di vista, le loro esperienze e le loro aspettative per arrivare al traguardo insieme, cioè alla realizzazione di un prodotto (il più delle volte digitale) che crea valore per chi lo produce e per gli utilizzatori.


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Appuntamento al prossimo mese con Alleanza Digitale a cura di Creeo Studio.