Il farmacista risponde. Caduta stagionale dei capelli: rimedi e quando preoccuparsi

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capelli_1RUBRICA – Ormai tutti sappiamo che nel periodo autunnale, se non già nel periodo immediatamente successivo alle vacanze estive, si tende ad avere una caduta più marcata dei capelli, se paragonata agli altri periodi dell’anno.

Si stima che in media ciascuno di noi arrivi a perdere tra i 50 e i 70 capelli ogni giorno, ma nel periodo autunnale, possiamo perderne fino a 100 e oltre. Tutto questo è considerato fisiologico e quindi normale, tuttavia, a volte questa caduta assume delle grandi dimensioni, tanto che in un giorno si possono arrivare a perdere fino a diverse centinaia di capelli. Il fenomeno ha un nome: telogen effluvium, caduta copiosa di capelli. La primavera e l’autunno contribuiscono in maniera diversa, attraverso il cambio climatico, ad accelerare il fenomeno della caduta che si manifesta perciò ad ogni cambio di stagione.

Fisiologicamente, su un cuoio capelluto sano, gran parte dei capelli si trova nella fase anagen (crescita) del ciclo vitale del capello; il rimanente si suddivide tra le restanti fasi telogen e catagen. Questa situazione si verifica sempre tranne per i mesi di gennaio e luglio in cui si ha un aumento di strutture che entrano in fase telogen. Poiché questa fase del ciclo vitale ha una durata di tre mesi, al suo termine, ovvero ottobre ed aprile si noterà un aumento di caduta; l’effluvio stagionale appunto.

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Dottoressa Valentina Mapelli (Agifar)

Il telogen effluvium, in caso di caduta “eccezionale” dovuta sempre al cambio di stagione, si ferma da solo ma ci si può prendere cura cuoio capelluto con diversi metodi sia locali che sistemici per rallentare e ridurre il fenomeno. I più noti sono trattamenti cosmetici locali come fiale, shampoo e balsami o maschere anticaduta e integratori alimentari in compresse o capsule. L’obiettivo di questi trattamenti è quello di accelerare la fase di ricrescita del capello stimolando il bulbo che è già in fase anagen e cercare di rendere più forti i capelli stessi rinforzando la struttura cheratinica di base. Effetto positivo in questo senso si ottiene anche con trattamenti che vanno a stimolare la microcircolazione locale a livello del cuoio capelluto rivitalizzando così i follicoli ed apportando sostanze nutritive essenziali.

Gli integratori alimentari disponibili per trattare la caduta stagionale sono principalmente a base di vitamine come la E, antiossidante, e quelle del gruppo B e sali minerali tra cui zinco, rame e ferro; il loro effetto principale è quello di accelerare la fase di ricrescita e rinforzare la fibra capillare.

I trattamenti in fiala, invece, tendono a stimolare il cuoio capelluto per attivare i follicoli e migliorare il microcircolo; tra i componenti si trovano spesso arginina, vitamina PP e B6, mentre, per il trattamento della caduta legata alla menopausa, vengono molto utilizzati gli isoflavoni di soia (genisteina e daidzeina), noti come fitormoni (estrogeni vegetali), per il loro effetto anti-dht dato dall’azione come antagonisti recettoriali.

capelli_2Un valido aiuto arriva anche dalla corretta alimentazione, privilegiando frutta (anche secca, soprattutto noci, mandorle e nocciole) e verdura di stagione, semi (di zucca, di girasole), pesce (soprattutto azzurro e pesci dei mari del nord come il salmone, ricchi di Omega3 ma anche frutti di mare e molluschi), latticini, legumi e uova.
Gli stessi trattamenti utilizzati per trattare la caduta stagionale possono essere usati per la caduta determinata da una causa ambientale come traumi o stress, in molti casi legato a diete associate a perdite di peso marcate o gravidanza e allattamento; si tratta infatti anche in questi casi di caduta a breve termine, legata all’evento scatenante.

La cosa fondamentale è distinguere una caduta limitata nel tempo e considerata fisiologica, come quella stagionale appunto, da una caduta prolungata e marcata con chiazze prive di capelli o diradamento evidente, dovuta a patologie vere e proprie del cuoio capelluto come alopecia o dermatite. In questi casi è opportuno rivolgersi ad un dermatologo che saprà consigliare la terapia farmacologica adatta.

Dottoressa Mapelli Valentina

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