Il Farmacista Risponde. La lunga marcia della ricetta elettronica

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RUBRICA – Nelle scorse settimane giornali e telegiornali hanno dato ampio risalto alla ricetta elettronica, alcune volte fornendo informazioni non del tutto accurate. Titoli sensazionalistici a parte, la digitalizzazione delle ricette mediche non è certamente avvenuta in pochi giorni, ma è il risultato di lunghe fasi di programmazione e sperimentazione. Appare quindi doveroso cercare di fare un poco di chiarezza.

ricetta_medicaL’idea di digitalizzare la ricetta medica nasce già nel 2003, ma si perfeziona in concreto solo nel 2011, con lo scopo di superare le criticità legate al modello cartaceo per la prescrizione di medicinali rimborsati dal sistema sanitario nazionale (SSN), cioè quella che siamo solitamente abituati a chiamare “ricetta rossa”. Pertanto, tutte le ricette “bianche”, ossia quelle per la prescrizione di medicinali il cui costo è totalmente a carico del paziente, non sono state incluse in questa rivoluzione.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze in collaborazione con il Ministero della Salute sono stati i principali promotori della creazione di un ambiente digitale nel quale il medico di famiglia e/o i pediatri di libera scelta potessero effettuare le prescrizioni necessarie ai loro assistiti.

In altre parole, se prima al medico bastava compilare correttamente una ricetta rossa per garantire all’assistito l’accesso ad un medicinale rimborsato totalmente o in parte dal SSN, con la digitalizzazione della prescrizione il medico è obbligato a collegarsi ad una piattaforma digitale nazionale, appositamente creata per la gestione e il controllo del traffico delle ricette mediche.

Contestualmente il medico è tenuto a consegnare al paziente un promemoria cartaceo il quale dovrà poi essere presentato in farmacia insieme alla tessera sanitaria. È bene sottolineare che il promemoria della ricetta elettronica si distingue dalla classica ricetta bianca per diversi aspetti, tra cui l’assenza della firma del medico. A questo punto il farmacista, avvalendosi dei codici riportati sul promemoria cartaceo, si collegherà alla medesima piattaforma digitale nazionale da cui potrà scaricare tutti i dettagli relativi alla prescrizione del medico e consegnare il medicinale al paziente.

Nel caso di impossibilità momentanea della farmacia a collegarsi alla piattaforma digitale per “chiudere” la ricetta elettronica, il farmacista potrà comunque dispensare il medicinale in presenza del solo promemoria.

In Regione Lombardia, le farmacie della provincia di Lecco sono state tra le prime ad essere incluse nelle prime fasi di sperimentazione già dal 2013. Con il successivo ampliamento al restante territorio regionale, il sistema è entrato a regime definitivamente nel 2015.

Al fine di comprendere l’impatto che l’evoluzione digitale ha avuto sulle modalità di prescrizione dei medicinali, è bene ricordare che solo nel 2015 sono state effettuate in formato elettronico oltre 23 milioni di prescrizioni di medicinali, pari al 70% del totale.

L’ultimo passo di questo lungo percorso è stato compiuto il 1° marzo 2016, quando è caduto uno degli storici vincoli delle ricette rosse: la non validità della prescrizione su tutto il territorio nazionale. Prima dell’avvento della ricetta elettronica, infatti, la ricetta rossa poteva essere usata solo nella regione indicata in alto a sinistra del modulo cartaceo. Oggi, invece, un paziente può tranquillamente entrare in una qualsiasi farmacia italiana e ritirare il medicinale prescritto dal medico, a patto però che abbia con sé il promemoria e il tesserino sanitario.

Leggendo questo articolo e ricordando le informazioni date dalla tv nelle scorse settimane, qualcuno potrà chiedersi perché esiste ancora la necessità di stampare e presentare in farmacia un pezzo di carta per reperire un medicinale dispensato in SSN. Uno degli scopi della dematerializzazione non è l’eliminazione della ricetta rossa cartacea? È possibile che si sia investito così tanto tempo e denaro creando un’impalcatura digitale ad hoc solo per cambiare il colore del pezzo di carta che devo presentare in farmacia?
Questa contraddizione è in realtà solo apparente. Bisogna tenere ben presente che il processo di dematerializzazione della ricetta medica è ancora lontano dall’essere arrivato a termine. Esistono ancora alcuni punti critici, tra cui la necessità di avere reti adatte a garantire la connessione internet di farmacie e ambulatori su tutto il territorio nazionale.

Fino a quando questo problema non sarà risolto, il promemoria cartaceo rappresenta una garanzia in più nelle mani del paziente per evitare che la sua salute dipenda dallo stato della connessione internet.

Dott. Umberto M. Musazzi

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