Libri. “Il segno del bambino dimenticato” di Kathleen Vereecken

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Si tratta di uno di quei libri da leggere tutto d’un fiato, una sorta di romanzo storico sulla Francia del XVIII secolo narrato dallo sguardo del piccolo Leon, che dalla campagna intraprende il suo viaggio verso Parigi.
Orfano, abbandonato dai genitori e allevato da una donna che non lo ama e lo vede come “una bocca in più da sfamare”, Leon di sé e della sua origine non sa nulla. Ma ha con sé un biglietto con il simbolo dell’invito, unico segno di riconoscimento che i genitori gli hanno lasciato prima di abbandonarlo.
Senza arte né parte, come si suol dire, Leon decide di andare alla ricerca dei suoi genitori, di scoprire chi sono e perché non l’hanno voluto. In questa maniera scoprirà di avere un passato incredibile.
Come sfondo al racconto c’è la Parigi di Voltaire e di Rousseau, del loro epico scontro letterario, dal Trattato sulla tolleranza del primo all’Émile del secondo.
Leon si trova così a dover crescere rapidamente. La sua scoperta del mondo, dell’età adulta e della vita mantengono uno sguardo vivo e lucido che si ribella quando si accorge che gli vengono a mancare la curiosità  e lo stupore. Ci ricorda come crescere sia cominciare ad assomigliare a se stessi e arrivarci, ad essere se stessi.

 

Note sull’autrice: Kathleen Vereecken è una delle più importanti scrittrici di nazionalità belga che siano conosciute a livello internazionale. Nel 2010, grazie alle sue opere, ha vinto il premio letterario più prestigioso della regione fiamminga, il Book Lion.
Trama.
Parigi, 1746. Tra le migliaia di bambini che ogni anno vengono abbandonati nella cappella dell’ospedale-orfanotrofio Hôtel-Dieu uno porta il nome di Dieudonné, dono di Dio.
La contadina a cui viene affidato vede in lui solo un potenziale aiuto nel lavoro, mentre sua figlia Méline, impietosita da quel fagottino fragile e quasi in fin di vita, si prende cura di lui e lo ribattezza Leon.
Ma quando Méline si suicida per amore, Leon decide di fuggire. Ha solo dieci anni e la sua meta è Parigi. Nella capitale, il ragazzo cerca se stesso e i propri genitori. L’unico indizio in suo possesso è un biglietto con un segno misterioso. Dopo aver incontrato questo ragazzo sensibile e coraggioso, affamato di sapere e tenacemente alla ricerca del senso dell’amore, viene la gran voglia di leggere Voltaire, Rousseau e gli altri filosofi che hanno rivoluzionato il pensiero occidentale.

 

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