Come aumentare la concentrazione – Fase 3

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RUBRICA – PSICOLOGIA DELLO SPORT –

Nel precedente articolo abbiamo provato ad ipotizzare l’uso di un semplice esercizio (quello della scatola) per evidenziare come, attraverso l’uso delle metafore, sia possibile agire e gestire i pensieri negativi.

Quando questo approccio viene sviluppato e ampliato ecco che ci si avvicina facilmente al campo delle suggestioni e… dell’ipnosi.

Chiaramente utilizzando questo termine, ipnosi, so già che rischio di scatenare tutta una serie di immagini canoniche come pendolini, lettini, occhi chiusi, “quando te lo dirò io, ti sveglierai” (con la voce del mago Silvan)…

Ecco: NO. Nel mio specifico caso mi sto “solo” riferendo all’abilità di suggestionare (o farci suggestionare) dalle proprie azioni e parole, senza che ciò ci porti ad essere degli zombie.

psicologiaIl fatto è che, ogni giorno della nostra vista, noi interagiamo con tutto quello che ci sta intorno, a volte ne siamo padroni, ma spesso ne “subiamo” gli effetti: così come una morte improvvisa di un amico scatena in noi sentimenti di rabbia e dolore, il profumo di una torta è in grado di metterci di buonumore e farci anche venire fame. E ogni volta che succede… noi cambiamo atteggiamento e percezioni del mondo che ci sta intorno, i nostri pensieri ed emozioni vengono diretti verso uno specifico oggetto che ci ha stimolati, rimanendo quindi concentrati su di esso. Senza rendercene conto siamo assorti in quel nuovo “mondo” vivendo differenti stati di coscienza (come nel “scusami, ero assente, stavo pensando a quella cosa…”).

Tornando al nostro mondo sportivo, quello che dobbiamo provare a fare è “suggestionarci” verso la direzione che ci interessa. Per farlo è necessario rendere pregnanti quelle sensazioni, emozioni e pensieri che sappiamo essere indispensabili ad ottenere la nostra migliore condizione psico-fisica per la competizione.

In nostro aiuto intervengono 3 leve psicosportive:

– definizione degli obiettivi della gara;

– dialogo interiore.

– script pre gara;

Agendo su di essi noi siamo in grado di veicolare la nostra attenzione. Con l’obiettivo pre-gara si possono già ottenere risultati: esso non deve essere il banale “devo vincere” o “se non vinco mollo tutto” tipico del teenager. Ma dovrà racchiudere in sé degli elementi in grado di favorire l’emergere di emozioni congrue ed utili alla fase di gara. Innanzitutto devo conoscermi.

Cercherò di spiegarmi meglio: non deciderò di “andare a vincere”, ma stabilirò che “quel giorno correrò pensando al sudore di questo allenamento, alla fatica che provo oggi in cui non riesco più a muovere un muscolo”. Ad esempio io, proprio io in prima persona, odio l’idea di mortificare i miei allenamenti con prestazioni in gara non congrue: il mio pensiero, molto radicato, è che “se quel tempo ce l’hai nelle prove, ce l’hai DI CERTO anche in gara… con tutta la fatica che hai fatto in allenamento figuriamoci se non ti viene naturale!” E in effetti così è. La sola idea del “cestinare gli allenamenti” (che probabilmente nasconde una reale pigrizia di fondo) è talmente forte da riportarmi sul pezzo quando perdo la bussola. Ciò funziona soprattutto perché è automatico, nel momento in cui in gara si presentano attimi di titubanza ecco che quel pensiero appare immediatamente.

L’obiettivo è fissato e, come vedete, molto valore viene dato al dialogo interiore che lo alimenta. Ai fini della concentrazione esso dovrebbe rimanere ancorato al presente (o futuro immediato), alle azioni positive da compiere, ai gesti corretti e non a quelle sbagliati (devo metterlà lì = OK; non devo passarla là=ERRORE). Se abbinata all’obbiettivo può essere anche una sola, singola, frase guida: “oggi sto per usare tutte le mie energie, provando ad effettuare il lancio più lungo che sia mai riuscito a fare”. Essa deve essere ripetuta innumerevoli volte, soprattutto prima della gara, come in una litania. La ripetizione continua alla lunga provocherà delle suggestioni, la vostra mente inizierà ad elaborare pensieri e sentimenti correlate alla litania: è ovvio del resto, state facendo solo quello! Quindi la vostra testa continua a sbattere su quel chiodo fisso che avete stabilito voi stessi. Se ci riuscite… molto bene, siete sulla strada giusta.

Infine (che non vuol dire per ultimo) potete fortificare quei pensieri con lo script pregara: azioni pratiche come gesti, movimenti, esercizi, chiamiamoli anche rituali, che permettano di veicolare anche il corpo verso i pensieri prestabiliti. L’importante è che siano ripetuti e sempre gli stessi, così come per la litania, e che siano sincronizzati ad essa: io posso, ad esempio, decidere di ripetere la mia litania tamburellandomi la spalla sinistra a ritmo con il mio pensiero, oppure darmi i colpi sul petto (come fa la Pellegrini).

Forza, provateci!

Dott. Mauro Lucchetta – Psicologo dello Sport

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