Desiderio di annullamento: da gennaio 837 le cause al tribunale ecclesiastico

Tempo di lettura: 5 minuti

RUBRICA – SEPARARSI INFORMATI E NON SOLO… LA FAMIGLIA ED I MINORI

837 le cause di nullità pendenti al tribunale ecclesiastico all’inizio di quest’anno. E, di queste, 267 si sono aggiunte solo nell’ultimo anno.
Numeri alti e con un trand in aumento, non solo tra personaggi pubblici e conosciuti, ma anche tra le persone comuni e soprattutto tra i giovani.

Che cosa spinge sempre più persone ad incominciare una causa di nullità, lunga e sicuramente dispendiosa, che, di fatto, non va a portare nessuna modifica sostanziale alla separazione civile?

Innanzitutto va detto che l’annullamento, come comunemente lo si definisce, non è una specie di divorzio religioso, come molti pensano, poiché per la Chiesa il matrimonio è indissolubile. L’annullamento è la costatazione, da parte dell’autorità canonica, che il matrimonio non è mai esistito, in quanto mancavano le condizioni essenziali perché si potesse celebrare un matrimonio valido.

Quindi, quando si comincia una causa di nullità, l’attenzione non è su cosa è successo dopo che il matrimonio è stato celebrato, ma su cosa è successo prima che i futuri coniugi esprimessero il loro consenso a sposarsi.

In questo senso, se prendiamo in considerazione quanto è successo prima, ragioniamo non tanto sul comportamento tra le due persone che si sono sposate, bensì sul processo decisionale che spinge due persone a sposarsi e a sposarsi con un rito religioso.

Se escludiamo che, nel 2013, siano così tante le coppie costrette, con la violenza, a sposarsi in Chiesa, dobbiamo ricercare in altro le cause dell’aumento di richieste di nullità.

Leggendo le statistiche, molte di esse hanno come motivazioni l’indissolubilità e la procreazione. Come a dire, semplificando: “Pensavo che il matrimonio sarebbe stato per sempre, che avrei voluto dei figli, ma poi ho valutato che ‘per sempre’ era tanto tempo e allora ho preferito tirarmi indietro”.

E allora la riflessione va al sistema di valori che accompagna la scelta di sposarsi, alla capacità di conoscersi delle persone e alla capacità di usare il fidanzamento non come status sociale da esibire su Facebook, ma come strumento di conoscenza reciproca e profonda.

La riflessione va a una società (intesa come insieme di persone, famiglie, educatori,…) che insegna che qualsiasi scelta può essere ritrattata, negata, senza nessuna conseguenza, basta ammettere di essersi sbagliati e promettere di non farlo più.

Dal punto di vista canonico, l’annullamento del matrimonio sancisce che quel matrimonio non è mai esistito, poiché mancavano le basi affinché questo avvenisse. Dal punto di vista psicologico, l’aspettativa di chi fa una richiesta di nullità è spesso di cancellare quella parte della propria vita legata all’evento matrimonio e all’ex coniuge.

Per molti è come se la nullità concedesse una sorta di purificazione e restituisse una specie di integrità. Ma questa aspettativa è molto vicina alla negazione che è meccanismo di difesa tipico delle psicosi o dei traumi gravi e che crea una dissociazione di una parte di realtà.

Il vissuto emotivo e affettivo del matrimonio e soprattutto il carico psicologico legato al suo fallimento rimangono anche dopo la concessione di nullità. La tanto sperata restituzione della promessa matrimoniale fatta a suo tempo non sempre è in grado di garantire quel benessere e quella consapevolezza di sé e delle proprie scelte che solo un percorso di rivisitazione interiore può dare.

Sarebbe importante che sempre più spesso chi organizza e gestisce gli incontri per fidanzati nei corsi pre-matrimoniali, invece di fornire un certificato di presenza, aiutasse e orientasse i futuri coniugi a cogliere il significato e il valore di una scelta che nessuna nullità, canonica o civile, potrà in alcun modo restituire.

Così come sarebbe importante che sempre di più gli operatori che si occupano di separazioni accompagnassero a un percorso di comprensione di ciò che è accaduto nelle due persone che formano la coppia, più che alla mera stipula di un contratto di reciproca non-esistenza.

Dott. Luigi Baggio
Psicologo Ass Fps
Per info : segreteria@figlipersempreonlus.org – telefono: 0331 28 13 80

 

 

 

<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<

ARTICOLI PRECEDENTI

22 ottobre – Quando mamma e papà si separano: le reazioni di un figlio

13 ottobre – Il “senso di colpa” alla fine di un rapporto sentimentale

7 ottobre – I gruppi di parola per i figli di separati

3 ottobre – L’assegnazione della casa coniugale

28 agosto – Condotte pregiudizievoli assunte dal coniuge o dal convivente

19 agosto –Tra i due litiganti il terzo soffre

6 agosto – La storia di Paolo e Matilde

30 luglio – Protocolli e linee guida a confronto per l’affidamento dei figli

18 luglio – L’avvocato dei minori nei procedimenti civili

8 luglio – I figli e il nuovo partner di mamma o papà

2 luglio – Cosa succede quando si chiama l’Associazione Figli Per Sempre Onlus di Cassano Magnago

25 giugno – Perche’ associarsi , perché nasce un Associazione per la tutela della famiglia che si sta separando? quale l’intenzione nell’associarsi?

17 giugno – Un team di professionisti per una separazione migliore

9 giugno – Quando un amore muore

4 giugno – La scelta del difensore

21 maggio – La separazione della coppia ed il sound-coaching

12 maggio – Dalla crisi al cambiamento: quando la consulenza tecnica fa l’interesse del minore

5 maggio – Essere madre e padre oggi. Mutamenti della genitorialità

29 aprile – Come comunicare ai figli che la coppia di genitori si separa?

22 aprile – L’evoluzione della famiglia italiana, dal punto di vista sociale

26 aprile Separarsi informati, la nuova rubrica per chi ha deciso di lasciarsi