Anziani in Pronto Soccorso, quasi dieci ore di attesa. “Una vergogna”

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LECCO – Può stare un anziano per quasi dieci ore in attesa di essere visitato, ad aspettare il proprio turno su una sedia a rotella o coricato su una barella? Se lo sono chiesti, esasperati, anche i loro familiari che lunedì hanno accompagnato i propri genitori al Pronto Soccorso di Lecco.

“Siamo arrivati alle 11.20 e ancora nessuno ha visitato mia madre – ci spiega Beatrice Fusi, di Dolzago – ha 78 anni e da questa mattina attende di essere visitata, le è solo stata provata la pressione. Ha una sospetta ischemia transitoria al braccio e alla gamba. Non abbiamo contattato il 112 per non impegnare un’ambulanza ma se questo è il risultato…”

Il tabellone del PS lunedì sera, nel riquadro in rosso gli orari di arrivo delle due anziane

Codice azzurro e ventisei persone che l’hanno preceduta, la sua visita è arrivata solo intorno alle 21.30 della sera. “Lei non si lamenta, non ha voluto neanche magiare, è qui da sta mattina. La situazione è incredibile – prosegue la figlia – capiamo che va data la precedenza a codici gialli e rossi, ma dovrebbero organizzarsi per coprire in tempi più rapidi anche i codici minori” .

Non trattiene la rabbia Paolo Bassi che ha addirittura chiamato i carabinieri per denunciare telefonicamente quanto stava accadendo e chiedere l’intervento di una pattuglia. “Mi hanno risposto che erano tutte occupate altrove, mia madre è dentro il Pronto Soccorso su una barella, siamo arrivati qui a mezzogiorno, non posso portarla da nessun’altra parte e restiamo qui ad aspettare. E’ come se me l’avessero sequestrata!”

Sua madre, residente a Cremeno, era stata trasporta al nosocomio di Lecco in ambulanza dopo una caduta che le avrebbe provocato la sospetta rottura di una costola. “Ha 90 anni ed è sdraiata sulla quella barella da nove ore ormai, potrebbe aver bisogno di tutto e ancora non la visitano. E’ una vergogna”.