Docenti e ritardi. I sindacati: “La didattica non sarà garantita”

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LECCO – “Oggi abbiamo la certezza che le scuole, il 12 settembre (come stabilito dal calendario regionale), non saranno pronte ad iniziare le attività didattiche secondo quanto previsto dal piano dell’offerta formativa, perché tutte le operazioni sono in forte ritardo”.

E’ l’ennesima denuncia dei sindacati sulla situazione riguardante gli organici dei docenti degli istituti scolastici che anche nel lecchese rischiano di non essere pronti per l’avvio del nuovo anno scolastico

“Solo il personale ATA sta per essere assegnato alle scuole entro i termini perentori previsti dalla normativa (31 agosto) – spiegano da Cgil, Cisl e Uil – E i docenti? E i Dirigenti Scolastici? Ad oggi nessuna informazione precisa in merito”.

I sindacati denunciano la mancanza di un decreto relativo alla reggenze dei dirigenti scolastici nelle sedi che ne sono sprovviste, la non attribuzione di sede ai docenti neo immessi in ruolo e la mancanza di pubblicazione delle Graduatorie ad Esaurimento; la mancanza di informazioni circa i posti per le immissioni in ruolo su tutti gli ordini di scuola (ad eccezione della scuola dell’infanzia), l’assenza totale di informazioni circa l’organico di fatto su tutti gli ordini di scuola e mancanza di pubblicazione delle graduatorie di merito dei concorsi ordinari (alcuni ancora non conclusi).

Cosa implica tutto questo? “Innanzitutto – dicono i sindacati – alcuni docenti si troveranno ad organizzare l’inizio dell’anno scolastico in una scuola per poi essere spostati su un’altra, appena saranno pubblicati i decreti di assegnazione e utilizzo. Le nomine (sia di ruolo che a tempo determinato) potranno essere espletate solo successivamente, con un notevole allungamento delle tempistiche”.

Cosa succederà nei primi giorni di scuola? “I Dirigenti Scolastici, non avendo tutto il personale docente a disposizione, non potranno garantire l’attività didattica ma dovranno prioritariamente dedicarsi ad assicurare l’assistenza degli alunni. E’ chiaro, quindi, che le scuole saranno in grado di realizzare solo un servizio parziale, a scapito dell’offerta formativa promessa dal patto educativo ad alunni e famiglie”.

In tutto questo marasma, ad aggravare una situazione caotica e complessa, c’è il “problema Parini”. “Rileviamo con stupore e rammarico che la politica locale, pur essendo a conoscenza dagli inizi di giugno della gravità strutturale dell’edificio, ad oggi non è stata in grado di trovare una soluzione condivisa e percorribile – concludono i sindacalisti Michela Magni, Mario Rampello e Giuseppe Pellegrino – Sosteniamo con determinazione che la soluzione non può essere quella dei doppi turni perché ledono il diritto allo studio e non tutelano nemmeno in termini di sicurezza gli alunni”.