Maria, piccola giornalista, orgoglio del liceo Leopardi

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c.s.massimo_punteggio_al_concorso_Teen_reportersLECCO – Continua al liceo “G. Leopardi” di Lecco la sfida giornalistica lanciata dal concorso nazionale “Teen Reporters” per giovani aspiranti giornalisti: Maria Bonacina, studentessa del terzo anno del Liceo Classico ha ottenuto il massimo dei punti con l’articolo del mese di dicembre.

La giuria ha molto apprezzato il suo pezzo sul tema della famiglia e ha voluto premiarla con i 12 punti che hanno portato il Liceo Leopardi sul podio della classifica generale.

“Partecipare a questo concorso mi dà l’occasione di riflettere su questioni importanti. L’assoluta libertà nella scelta del tema mi permette ogni volta di scegliere qualcosa che mi sta a cuore, questa volta ho scelto il tema della famiglia”, racconta Maria Bonacina.

Di seguito l’articolo scritto da Maria Bonacina:

Salviamo la famiglia

Cara Famiglia, ti scrivo come si scriverebbe ad un’amica cara, ad una persona amata e preziosa, ad un amore autentico. Ho seguito le vicende che ti vedono protagonista in questo periodo ed ho compreso che la tua situazione non è delle più serene e soprattutto il tuo ruolo è seriamente messo in discussione. Ho avvertito la tua fragilità già da molto tempo quando, con il crescere delle separazioni e dei divorzi, hai dovuto faticare non poco per non cedere sotto i colpi di chi ti voleva già perduta.

Oggi nuovi attacchi minano il tuo stato, nuovi “paladini” laici dalle aperte vedute vogliono liquidare con tutta fretta la tua istituzione per lasciar posto ad una brutta copia di convivenza plurima.

So quanto stai soffrendo e lottando per garantire a molti figli, grandi o piccini, la certezza di continuare a nascere e crescere al fianco di mamma e papà, con un uomo/padre ed una donna/madre, unici genitori indiscutibili ed insostituibili. “Le braccia di suo padre si protendevano come una promessa invisibile e la bimba perdeva la paura di lanciarsi nel vuoto…, la madre la sosteneva e la proteggeva come fa la terra con i suoi porti…” A noi figli, come scrive D’Avenia, servono due paia di sicure braccia: uno dolce, generoso ed avvolgente capace di accogliere le nostre cadute e le nostre fragilità, l’altro robusto e forte in grado di lanciarci verso la vita e il mondo.

Lo so, cara Famiglia, non mancano per te i giorni di grande fatica, quelli in cui anche chi ha il coraggio di schierarsi al tuo fianco per difenderti subisce attacchi e ripercussioni. Ricordo, non molto tempo fa, la ritrattazione di un notissimo imprenditore alimentare che venne accusato di omofobia, perché nei suoi spot pubblicitari utilizzava solo modelli tradizionali di famiglia. Le polemiche montarono su più fronti e la notizia venne strumentalizzata da molte associazioni che considerano “famiglia” ogni unione di due persone anche dello stesso sesso.

A volte, cara Famiglia, ti vedo allo sbando, bistrattata da chi ti vorrebbe diversa e snaturata sino all’inverosimile come in alcuni paesi del nord Europa o del Canada. In nome di non si sa bene quale libertà, molta gente crede che basti l’unione di due persone per originare famiglia e figli, ma le tue fondamenta debbono necessariamente avere radici profonde e soprattutto “naturali”, le tue basi vanno poste solo sulla roccia. Solo un uomo ed una donna possono generare una creatura e non sarà mai sufficiente l’amore (a volte mascherato da puro egoismo) di due persone per far crescere in modo sereno un bambino, un figlio, un futuro uomo. Mi sento in grado di poter esprimere questo parere con tutta la fondatezza del caso, perché anch’io ho dovuto fare i conti con una famiglia mutilata sin dalla mia primissima infanzia e non è per nulla semplice crescere con un pilastro in meno, con un passo zoppicante e manchevole. Si incede fragilmente e a fatica e spesso si è sottoposti a sofferenze non calcolabili. Posso quindi ben immaginare come possa essere ben più grave sentirsi il figlio di due donne o di due uomini definiti per convenienza “genitore A” e “genitore B”.

 

Non sentirti però sola, cara Famiglia, mentre scrivo a te e di te, accanto ai tuoi rivali si sta alzando un grido forte di difesa e con esso si sta schierando un nutrito popolo che ti sostiene e ti alimenta con il suo affetto. Un popolo deciso a far sentire la TUA voce, la TUA presenza e l’unicità della tua essenza. Non avere paura mia cara Famiglia, conosco tanti giovani che continuano a guardare a te come unica ed autentica genesi su cui poggiare le basi di una società migliore, confida in loro che sono il tuo futuro.

Cara amata Famiglia, non temere le ore buie che verranno, abbi invece la speranza e poi la certezza che tu non potrai MAI avere fine, perché solo là dove un’unione è benedetta da Dio, risiede l’autentica e la sola verità.