Ridimensionamento delle sezioni, la Don Ticozzi non ci sta

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

Mentre eccellenza, merito e buona qualità vengono in ogni ambito premiati e salvaguardati, il Comune di Lecco sembrerebbe affossare quanto costruito in anni di lavoro serio e attento dall’Istituto Don Ticozzi.

Tale Istituto da tempo si caratterizza per un’Offerta Formativa varia, inclusiva e con opportunità didattico-educative uniche nelle scuole statali della città: un tempo prolungato che punta su attività espressivo-teatrali, la seconda lingua tedesca, il corso musicale, l’accoglienza e l’integrazione in itinere di ragazzi e famiglie che giungono da vari paesi del mondo, spesso privi di conoscenza della lingua italiana, la collaborazione attiva con le agenzie educative del territorio (Les Cultures, il Celaf per l’affettività, il Cfpp, Confcommercio, il Servizio Famiglia e Territorio).

Un patrimonio educativo da salvaguardare nella scuola dell’autonomia e del merito che, se disperso, impoverisce la città e viola anche il diritto delle famiglie di scegliere in autonomia l’indirizzo formativo per i propri figli.

I fatti: dopo che il Comune, proprietario dell’immobile, ha ristrutturato la scuola per ospitare classi aggiuntive ai cinque corsi previsti dal progetto edilizio iniziale, ora sembrerebbe imporre un categorico ridimensionamento (da sei sezioni a cinque).

La conseguenza: il rifiuto di un buon numero di domande di iscrizione per le future classi prime effettuate da famiglie che hanno riposto fiducia nelle risorse didattico-educative della scuola, con un conseguente riorientamento, forse verso le scuole private?

Questo è sicuro, se dovessero permanere i perentori divieti del Comune: la perdita di un’eccellenza consolidata a favore di un appiattimento e omologazione delle proposte formative pubbliche nella nostra città.

Docenti e genitori della Scuola secondaria “Don G. Ticozzi”