Calolzio. Cresce ancora il debito nei confronti della mensa scolastica

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mensa scolastica

La ditta che fornisce il servizio potrebbe smettere di erogare il pasto a chi non paga

Il comune contrario all’ipotesi. Il sindaco: “Invito le famiglie che hanno debiti a mettersi in regola”

CALOLZIOCORTE – Nonostante gli appelli delle ultime settimane continua a crescere il debito nei confronti della ditta Ladisa che gestisce la mensa scolastica a Calolziocorte. Ci sono ancora troppe famiglie che hanno pendenze con la ditta e la cifra che deve rientrare (14.000 euro lo scorso febbraio) ha continuato a crescere nonostante la minaccia di non fornire il pasto ai bambini i cui genitori hanno arretrati da pagare.

Per la maggior parte si tratta di cifre di poche decine di euro e non si capisce perché, forse per una dimenticanza, questa schiera di famiglie non si metta in regola. Ci sono poi una ventina di famiglie che hanno debiti dell’ordine del centinaio di euro per arrivare, in un caso, anche a 1.000 euro. Il timore della ditta, con l’avvicinarsi della chiusura dell’anno scolastico, è di non riuscire più a rientrare dei soldi mancanti.

Il comune si è sempre detto contrario all’ipotesi di lasciare senza pasto i bambini, il sindaco Marco Ghezzi l’ha ribadito anche nella commissione di mercoledì sera: “L’azienda ha mandato una nuova lettera di sollecito, ha espletato tutte le procedure e ora potrebbe decidere di non erogare più il pasto. Purtroppo ci sono famiglie che non hanno mai risposto ai solleciti e non si sono proprio fatte trovare. Non è semplice, siamo contrari all’ipotesi della ditta di non erogare il pasto. Non sappiamo cosa fare se non invitare ancora una volta queste famiglie a mettersi in regola”.

Il consigliere Daniele Vanoli (Cambia Calolzio) ha chiesto se non è possibile un intervento del comune. Il sindaco ha risposto che ci sono già tutti gli strumenti per aiutare le famiglie in difficoltà: “Il comune paga già il pasto a 25 famiglie e per altre 200 applica una riduzione della tariffa in base all’Isee. La cosa strana è che per una parte importante dei debitori si tratta di piccole cifre e le famiglie che hanno pendenze non hanno richiesto nessun aiuto o presentato l’Isee, perciò bisogna dedurre che siano nella condizione di poter pagare. Se il comune intervenisse per sanare in toto il debito non sarebbe giusto in primis nei confronti di chi paga regolarmente e poi si aprirebbe un precedente che potrebbe portare anche altri a non pagare. Non è una situazione semplice”.