Calolzio. Il bilancio del primo anno del Centro di recupero animali selvatici di Leidaa

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L'on. Brambilla, la figlia Stella con Elliott, capriolo salvato da morte certa
L'on. Brambilla, la figlia Stella con Elliott, capriolo salvato da morte certa

Dal 15 marzo scorso centinaia gli interventi effettuati dal centro calolziese

L’Onorevole Brambilla: “In campo contro l’indifferenza e col sostegno del parlamento per difendere gli animali di nessuno”

CALOLZIOCORTE – Aperto da neanche dieci mesi, è già diventato il rifugio e la salvezza di centinaia di animali dei boschi: il Centro di recupero animali selvatici “Stella del nord” di Calolziocorte, fiore all’occhiello della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha effettuato dal 15 marzo al 31 dicembre 2021, centinaia e centinaia di interventi.

“Sulla tutela degli animali selvatici – afferma la presidente dell’associazione, on. Michela Vittoria Brambilla – l’Italia deve compiere un grande salto culturale, per colmare ritardi, sconfiggere un’indifferenza che troppo spesso diventa insofferenza e persecuzione, superare l’insidioso specismo di chi pone una gerarchia tra la vita degli animali del bosco in base alla specie di appartenenza. Faccio appello agli italiani perché condividano l’urgenza di questa battaglia: tutelare insieme uno straordinario patrimonio di biodiversità che appartiene a tutti e che dobbiamo custodire per le future generazioni”.

L'on. Brambilla con Stella e due volpi curate pronte per la liberazione
L’on. Brambilla con Stella e due volpi curate pronte per la liberazione

Fondamentali quindi i 4,5 milioni appena assegnati ai Cras nella manovra di bilancio, grazie a un emendamento promosso dall’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali di cui è presidente l’on. Brambilla, in un Paese dove l’89 per cento degli habitat terrestri e il 53 per cento della fauna che ci vive sono, conferma l’Ispra, “in cattivo stato di conservazione”.

Uno scoiattolo orfano in allattamento
Uno scoiattolo orfano in allattamento

“L’apertura del Cras – ricorda l’on. Brambilla – segna l’avvio di un rinnovato impegno di Leidaa a favore degli habitat terrestri (montani, lacustri e boschivi) tra i più preziosi e più esposti del nostro Paese. Si tratta di una struttura di alto livello, sia dal punto di vista degli spazi che delle professionalità, con un’equipe veterinaria d’eccellenza e soprattutto con una filosofia autenticamente animalista. Il che vuol dire curare e accudire tutti gli animali, senza distinzione di specie o di ‘pregio’ naturalistico: per scelta, noi trattiamo allo stesso modo il passero comune e il più maestoso e raro dei rapaci, il riccio trovato in giardino  o il ghiro caduto dall’albero e il cervo o il camoscio. Il nostro cancello è sempre aperto per ogni creatura bisognosa di aiuto. Siamo orgogliosi degli interventi effettuati in questo primo anno di attività, del numero di animali di cui ci siamo presi cura e ai quali abbiamo restituito, dopo la salute, la libertà”.

Verso gli animali dei boschi e delle campagne l’indifferenza diventa spesso ostilità o addirittura persecuzione, quando la vita dei selvatici contrasta con interessi umani.  “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, quindi di tutti i cittadini, ma nei fatti questi sono animali di nessuno. Il nostro obiettivo – sottolinea la presidente di Leidaa – è proteggere e curarli tutti indistintamente. Tra le ‘missioni’ più impegnative il recupero di ungulati e di uccelli migratori, le specie forse più minacciate dal bracconaggio. Sui social del Cras è possibile seguire le storie di alcuni dei nostri pazienti, gli aironi Qui Quo Qua, il germano Fred, le volpi Robin Hood, Nick e Little John, il capriolo Elliott, il cervo Battista, il tasso Bobby, le leprotte, gli scoiattoli, i ricci e tanti altri ancora. Spesso si tratta di animali orfani, perché le loro madri sono rimaste vittime della caccia o per altre ragioni non riescono più ad accudirli. Il momento più bello è sempre quello della liberazione, del ritorno a casa nel bosco. Solo quando, vedendoli cresciuti e pronti ad affrontare la vita, possiamo dire ‘vai, sei libero!’, abbiamo davvero la sensazione di aver portato a termine il nostro lavoro. Imparare a conoscere questi pazienti speciali è il modo migliore per accostarsi ad un patrimonio di biodiversità troppo spesso dimenticato o solo evocato dai libri di scuola: la natura, i suoi ecosistemi, gli animali che li abitano sono ancora intorno a noi, ma hanno più che mai bisogno di tenaci difensori. Altrimenti, sotto la pressione delle attività umane, gli habitat rischiano di impoverirsi e le popolazioni animali di scomparire. Per questo il Parlamento ha stanziato dei fondi. Per questo esiste il Cras ‘Stella del Nord’. Per questo, grazie alla costante collaborazione con le forze dell’ordine, all’impegno dei nostri volontari, alla professionalità dei nostri veterinari, abbiamo salvato tante vite. E vorremmo poterle salvare tutte”.